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mercoledì 25 febbraio 2015

Cgil-Cisl: autonomi e atipici restano senza salvaguardie

Esodati, Cgil-Cisl: autonomi e atipici restano fuori dalle salvaguardie
Moltissime domande di ammissione al beneficio della sesta salvaguardia continuano ad essere respinte da parte delle Direzioni territoriali del Lavoro. E' quanto commenta una nota diffusa oggi dal Patronato Inca della Cgil. “L’ultima salvaguardia in ordine di tempo risale al novembre scorso (legge 147/2014, ndr) e le domande di tutti coloro che avevano un potenziale diritto, secondo i requisiti individuati, sono state inviate alle Direzioni territoriali del lavoro e all’Inps, nei termini prescritti e cioè entro il 5 gennaio 2015”.
“Negli ultimi tempi sono intervenute purtroppo alcune novità negative riguardanti i lavoratori e le lavoratrici con contratti di lavoro a tempo determinato a cui erano state riservate 4.000 posizioni da salvaguardare. Le ultime salvaguardie sono state costruite in modo tale da contingentare un numero specifico di posizioni individuali in relazione a stanziamenti economici predeterminati”.
“Nelle scorse settimane le  Direzioni Territoriali del Lavoro, emanazioni locali del Ministero del Lavoro, hanno cominciato, fuori tempo massimo, - continua l’Inca Cgil - a negare la possibilità di entrare in salvaguardia ai lavoratori titolari di contratti a termine del settore agricolo e ai lavoratori somministrati, respingendone le domane, che in alcuni casi avevano già avuto l’approvazione”.
“Abbiamo portato all’attenzione dell’Inps il grave comportamento delle sedi decentrate del Ministero e riteniamo che la posizione del Governo sia pretestuosa e finalizzata alla solo alla riduzione del numero degli aventi diritto, dopo aver ingenerato speranze e attese per il riconoscimento di diritti previdenziali" sostengono dall'Inca.
Nei giorni scorsi c'è stata anche una dura presa di posizione da parte della Cisl che ha denunciato al Governo come le salvaguardie abbiano trascurato del tutto il tema dei lavoratori autonomi e parasubordinati: "la salvaguardia interessa, prevalentemente, solo i lavoratori dipendenti. Sono stati tralasciati del tutto i lavoratori autonomi, i lavoratori a progetto e coloro che seppur subordinati, erano impiegati con contratti di lavoro precario, in primis i somministrati. Ci sono decine di migliaia di lavoratori che si sono visti respingere l'istanza di accesso al beneficio" ricorda la Cisl.
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