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sabato 21 marzo 2015

SPI-CGIL Basilicata su modifiche alla Fornero

Fonte: regione basilicata
Allegretti (Spi Cgil) su modifica della riforma Fornero
Da più parti si sostiene che la modifica della Riforma Fornero è una necessità non più rinviabile. Lo Spi e la Cgil da tempo sostengono che bisogna modificare e rendere flessibili i requisiti per l’accesso al pensionamento e risolvere in maniera strutturale la questione degli esodati. Siamo ormai alla sesta operazione di salvaguardia e i dati del monitoraggio INPS ci dicono che sono state liquidate oltre 64.000 pensioni e le certificazione rilasciate ai lavoratori, attestanti la possibilità di accedere alla pensione con i vecchi requisiti, sono circa 98.000, ma gli esodati sono ancora tantissimi. E’ necessario adottare un provvedimento che sancisca in via definitiva il diritto a pensione per tutti quei lavoratori che, pur avendo i requisiti previsti nelle varie salvaguardie, maturano il diritto in date successive al 6 gennaio 2016 e sanare un fenomeno gravissimo generato dalla Riforma Fornero e che non si era mai verificato in precedenti riforme. In tanti parlano di rivedere la riforma Fornero, dal Ministro del Lavoro Poletti al Presidente dell’INPS Tito Boeri al Presidente della Commissione Lavoro della Camera dei Deputati Cesare Damiano, ma non si vedono in campo misure concrete per cui, come dice la Segretaria Generale dello SPI Carla Cantone “ cambiare la Riforma Fornero è diventata un’emergenza democratica “ per la gravità del danno provocato da una legge che, intervenendo in maniera drastica sui requisiti per il diritto a pensione, già più volte modificati e resi più pesanti negli anni immediatamente precedenti, ha creato e continua a creare nuovi esodati e nei fatti blocca la possibilità di entrare nel mondo del lavoro delle giovani generazioni. E così mentre tutti discutono il Ministero dell’Economia e delle Finanze a fine 2014 ha emanato il decreto che, adeguando i requisiti di accesso al pensionamento agli incrementi della speranza di vita, dal 1° gennaio 2016 aumenta di 4 mesi l’età anagrafica e l’anzianità contributiva per accedere alla pensione. Dal 1 gennaio 2016 la pensione anticipata la si potrà ottenere con una contribuzione pari a 41 anni e 10 mesi per le donne e 42 anni e 10 mesi per gli uomini; per la pensione di vecchiaia il requisito anagrafico dal 1° gennaio 2016 sarà pari a 65 anni e 7 mesi per le lavoratrici dipendenti del settore privato, 66 anni e 1 mese per le lavoratrici autonome e gestione separata, 66 anni e 7 mesi per i lavoratori dipendenti e le lavoratrici del settore pubblico e 66 e 7 mesi per i lavoratori autonomi e gestione separata. Con la revisione della Riforma Fornero bisogna modificare anche quel requisito che, oltre all’età e agli anni di contribuzione, consente l’ accesso alla pensione di vecchiaia, per chi ha il primo accredito contributivo a decorrere dal 1° gennaio 1996, soltanto a quei soggetti il cui importo della pensione risulta non inferiore a 1,5 volte l’importo dell’assegno sociale ( € 672,78 Importo soglia per l’anno 2015). Senza modifiche , tra un po’ di anni, una fascia molto ampia di persone nella nostra regione potrà andare in pensione di vecchiaia soltanto all’età di 70 anni e oltre, anche per effetto dell’adeguamento del requisito alla speranza di vita. Vorrei ricordare che nella Regione Basilicata la media dell’importo delle pensioni nel 2013, per tutti i lavoratori dipendenti del settore privato e per i lavoratori autonomi, era di circa € 600,00 mensili e quindi inferiore all’importo soglia. Ciò significa che gli importi dei contributi versati per la gran parte degli assicurati non sono stati sufficienti a garantire una pensione di molto superiore al trattamento minimo, ed oggi , che le condizioni economiche si sono aggravate ulteriormente per la continua precarizzazione del mercato del lavoro, senza una correzione di questo requisito, si andrebbe in pensione sempre più tardi e con assegni sempre più poveri in una regione in cui circa il 25% delle famiglie vive in condizioni di povertà. Già in altra occasione abbiamo sollecitato come Sindacato Pensionati Italiani della CGIL l’intervento della regione sul Reddito Minimo d’Inserimento che potrà riguardare anche i pensionati e non solo i lavoratori disoccupati , e pertanto lo SPI CGIL sarà a fianco dei lavoratori disoccupati a sostenere l’applicazione dell’accordo sottoscritto da CGIL CISL UIL il 2 dicembre 2014. bas 03

9 commenti:

  1. "Vorrei ricordare che nella Regione Basilicata la media dell’importo delle pensioni nel 2013, per tutti i lavoratori dipendenti del settore privato e per i lavoratori autonomi, era di circa € 600,00 mensili e quindi inferiore all’importo soglia. Ciò significa che gli importi dei contributi versati per la gran parte degli assicurati non sono stati sufficienti a garantire una pensione di molto superiore al trattamento minimo."
    A QUESTO PUNTO, SE UNO HA VERSATO POCO O NIENTE, COSA PUO' PRETENDERE?

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    1. Anonimo delle 14,32 oltre a fare il pappagallo nel ripetere articoli interi, ti sei messo a fare anche il giustiziere dell'INPS ??? Farti i ca.....cci tuoi no, vero !!! Non hai ancora trovato altro da fare ??? Eppure potresti andare a servire alla mensa dei poveri, cosi' forse la tua coscienza (sempre che tu ne abbia una ) svilupperebbe un po' di sensibilita' nei confronti della poverta' altrui.

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  2. Bando alle solite chiacchere! Per questi (...) politici è necessaria la lotta (...)!
    (so che il presente messaggio non verrà pubblicato!)

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  3. Ci vogliono far litigare tra di noi, ma non possiamo pensare che una persona versa un sacco di contributi e chi invece ne versi pochissimi o niente a fine rapporto di lavoro vanno a prendere la stessa pensione.

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    1. TU HAI PERFETTAMENTE CAPITO IL CONCETTO.
      Chi non l' ha capito è l'Anonimo del 21 marzo 2015 22:25.
      "Ciò significa che gli importi dei contributi versati per la gran parte degli assicurati non sono stati sufficienti a garantire una pensione di molto superiore al trattamento minimo."
      QUESTO NON E' RIPETERE L' INTERO ARTICOLO, MA BENSI' UNA MINIMA PARTE.
      Dato che, rispondendomi in questo modo, presumo tu sia un esodato,
      a questo punto potresti, in attesa della "GIUSTA" salvaguardia, andare a servire alla mensa dei poveri.
      In definitiva, la coscienza non c' entra niente:
      a partire dal 2012, se verserai i tuoi contributi potrai avere la tua pensione,
      se non ne verserai, sai già a cosa andrai incontro.

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    2. Sono l'anonima che non ha capito a dir tuo ! Spiacente deluderti, la mia visione va oltre il mio benestare..... Penso a tutti quei lavoratori che lavorano una vita e magari i datori i contributi non glie li hanno versati ; a tutti quei giovani perche' lavorano a singhiozzo perche' non ne hanno uno continuo; a quelle regioni dove trovare un lavoro e' una chimera !!! E quante altre situazioni....... Penso anche i nostri parlamentari che dopo qualche giorno di servizio percepiscono il vitalizio; questo si che e' vergognoso ! Quel che riguarda me ? Si e' vero sono un'esodata che prima di lasciare il lavoro (per una buona causa) ho lavorato a sufficenza a garantirmi la mia meritata pensione senza dover versare ulteriori contributi e aver nulla da temere. In attesa della giusta eta' ti saluto e a te le conclusioni. (Non gioire sulle difficolta' altrui, non sai mai cosa la vita ha in serbo per te).

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    3. Anonimo delle 20,54 forse ti sfugge un particolare importante, questo e' il blog degli esodati postali ed e' lecito che gli stessi si attivano a leggere e commentare. Piuttosto tu non mi sembri facente parte della categoria !!! Cosa ti diverte cosi' tanto ?

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    4. In risposta all' anonima del 23 marzo 2015 16:34
      e all' anonimo del 23 marzo 2015 22:35
      L' ASSISTENZA E' UNA COSA, E LA PREVIDENZA E' UN' ALTRA.
      IN OGNI CASO, DI QUESTA SOSTANZIALE DIFFERENZA, NESSUNO NE GIOISCE O SI DIVERTE.
      PS AUGURIAMOCI DI NON FARE LA FINE DELLA GRECIA.

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