Indirizzo mail

Puoi contattarci scrivendo a: cumpustela@gmail.com

mercoledì 21 gennaio 2015

La Consulta salva la riforma Fornero sulle pensioni


Lavoro
il manifesto - quotidiano comunistaLa Consulta salva la riforma Fornero sulle pensioni


Welfare. Bocciata la proposta di referendum della lega contro la riforma dell’ex ministra. Nei quesiti respinti l’abolizione dello scandalo esodati e innalzamento età pensionabile
A parte l’ira sgua­iata di Mat­teo Sal­vini e le pos­si­bili con­se­guenze sulla par­tita Qui­ri­nale – i papa­bili Giu­liano Amato e Ser­gio Mat­ta­rella si pre­sume abbiano votato per l’incostituzionalità – la boc­cia­tura del que­sito refe­ren­da­rio che di fatto abro­gava la riforma delle pen­sioni For­nero un merito lo ha avuto. I sin­da­cati e buona parte delle forze poli­ti­che tor­nano a chie­dere con forza un sistema più fles­si­bile e meno rigido, indi­vi­duando nell’innalzamento repen­tino dell’età pen­sio­na­bile una delle cause prin­ci­pali del man­cato turn over lavo­ra­tivo e dun­que dell’insostenibile tasso di disoc­cu­pa­zione giovanile.
Il que­sito su cui la Lega aveva rac­colto molto più delle cano­ni­che 500mila firme e che è stato uno degli stru­menti popu­li­stici che ha rilan­ciato il movi­mento e la figura di Mat­teo Sal­vini, chie­deva l’abrogazione dell’articolo 24 del decreto salva-Italia che fece pian­gere Elsa For­nero men­tre spie­gava che cosa sarebbe suc­cesso agli anziani ita­liani: blocco della riva­lu­ta­zione e innal­za­mento dell’età pen­sio­na­bile di almeno cin­que anni con sostan­ziale abo­li­zione delle pen­sioni di anzia­nità. In più da quel giorno il sistema di cal­colo dell’assegno è diven­tato con­tri­bu­tivo, pro­du­cendo un calo gene­ra­liz­zato con punte inso­ste­ni­bili per le gio­vani gene­ra­zioni precarie.
La sen­tenza, che sarà depo­si­tata nei pros­simi giorni, quasi cer­ta­mente pog­gerà sulla con­sta­ta­zione che quella riforma faceva parte di una mano­vra eco­no­mica ed è quindi assi­mi­la­bile a norme tri­bu­ta­rie – la riforma ha pro­dotto risparmi per 80 miliardi tutti andati ad abbat­tere il debito pub­blico negli anni a venire — per cui la Costi­tu­zione vieta la pos­si­bi­lità di refe­ren­dum abrogativo.
Appreso del ver­detto della con­sulta, la stessa For­nero ha unito alla defi­ni­zione di «deci­sione giu­sta per il paese» l’apertura a modi­fi­che: «Il Par­la­mento se vuole esa­mini la riforma con paca­tezza e lun­gi­mi­ranza». Dimen­ti­can­dosi però di par­lare della ver­go­gnosa vicenda degli eso­dati – le per­sone che con l’innalzamento dell’età sono rima­ste senza lavoro, senza pen­sione e senza ammor­tiz­za­tori sociali – che la stessa For­nero non è mai riu­scita a risol­vere e che si tra­scina a tre anni di distanza. Ancora oggi nes­suno è in grado di dire quanti sono stati e sono gli eso­dati – una stima fu chie­sta da For­nero all’Inps che cer­ti­ficò 400mila eso­dati poten­ziali, pro­vo­cando l’ira del mini­stro che si riman­giò la richie­sta – men­tre i sei prov­ve­di­menti legi­sla­tivi ad hoc lungo tre anni hanno «sal­va­guar­dato» 162mila persone.
Se il governo ha sem­pre soste­nuto che il capi­tolo «pen­sioni» non era una prio­rità, i sin­da­cati invece – nel loro ultimo atto uni­ta­rio che emendò le sole tre ore di scio­pero gene­rale fatte all’epoca – a set­tem­bre ave­vano lan­ciato una piat­ta­forma uni­ta­ria per modi­fi­care com­ple­ta­mente la riforma. E ieri sono tor­nati alla carica.
«Il sin­da­cato, tutto e uni­ta­ria­mente, deve mobi­li­tarsi per por­tare il Par­la­mento a cam­biare nel pro­fondo la riforma della pen­sioni della For­nero che così tanti danni ha creato in que­sti anni — ha dichia­rato il segre­ta­rio gene­rale dello Spi Cgil, Carla Can­tone — serve una mobi­li­ta­zione più forte per­ché si sta impe­dendo ad una intera gene­ra­zione di andare in pen­sione chiu­dendo lo spa­zio per nuovi posti di lavoro, per­ché esi­stono ancora gli eso­dati e per­ché i gio­vani non hanno alcuna cer­tezza sul loro futuro previdenziale».
«L’inammissibilità del que­sito refe­ren­da­rio non vani­fica la neces­sità di rive­dere le regole del sistema pen­sio­ni­stico», ha soste­nuto il segre­ta­rio gene­rale della Cisl, Anna­ma­ria Fur­lan, chie­dendo al governo di aprire il con­fronto con le parti sociali sulla mate­ria.
«Era pre­ve­di­bile che la Con­sulta dichia­rasse inam­mis­si­bile il refe­ren­dum sulla legge For­nero ma ora la bat­ta­glia diventa sin­da­cale e poli­tica, per­ché quel prov­ve­di­mento va comun­que cam­biato», ha dichia­rato il segre­ta­rio gene­rale della Uil, Car­melo Bar­ba­gallo aggiun­gendo che la Uil avvierà con Cgil e Cisl una discus­sione sulle «ini­zia­tive per otte­nere le modi­fi­che pos­si­bili e neces­sa­rie a que­sto provvedimento».
La pro­po­sta di legge che potrebbe met­tere tutti d’accordo giace in par­la­mento da due anni. L’ha pre­sen­tata l’ex mini­stro Cesare Damiano e pro­pone di ren­dere fles­si­bile l’età di pen­sio­na­mento dai 62 anni con una pena­liz­za­zione del 2 per cento l’anno sull’assegno che si andrà a per­ce­pire. Da Monti in poi, nes­sun governo l’ha presa in con­si­de­ra­zione. Chissà che il momento non sia final­mente arrivato.
(Leggi)

Leggi altri articoli: Libero; il sussidiario; LeggiOggi 


Nessun commento:

Posta un commento