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martedì 13 gennaio 2015

La denuncia delle quindicenni

lettere al giornale
Esodati, la denuncia delle Quindicenni
Egregio Direttore
Il Gruppo Deroghe Legge Amato 1992 si rivolge alla Commissione Lavro di Camera e Senato affinché si approvi una settima salvaguardia che tenga conto anche delle nostre esigenze.
Tale richiesta nasce dal fatto che la nostra categoria, pur essendo esodate, sino ad ora è stata dimenticata e non inserita in tutte e sei le salvaguardie fino ad ora fatte. I vari paletti che sono stati imposti hanno di fatto escluso le dimissionarie derogate legge Amato ante 1992 cosiddette “quindicenni”, paletti che non potevano valere per noi in quanto le dimissionarie non hanno accordi, a quel tempo rari, non hanno autorizzazione ai contributi volontari e relativi pagamenti perché la maggior parte di queste donne quando andavano all’Inps per farne richiesta dopo le dimissioni, veniva loro detto che non serviva in quanto avevano già i requisiti e il più delle volte superato i requisiti minimi prescritti dalla legge Amato.
E’ necessario che si comprenda che le dimissionarie devono essere considerate una categoria a parte, pur facendo parte delle pensioni di vecchiaia, considerazione necessaria perché le si possa inserire nella salvaguardia in questione.
Sino ad oggi le risposte che abbiamo avuto dai Parlamentari sono state senza nessuna certezza positiva di una nostra salvezza in quanto sembra che non ci sia nulla che possa essere adeguato alla nostra categoria, ma se non si comprende che non si può generalizzare e metterci sullo stesso piano di chi un lavoro ancora ce l’ha non si troverà mai nessuna soluzione per il nostro problema.
Come è indispensabile che si recepisca che noi derogate Amato abbiamo subito ben 5 anni in più di innalzamento dell’età pensionabile, dai 55 anni iniziali siamo giunti ai 60 anni a cui andavano aggiunti 12 mesi di finestra e i 3 mesi di aspettativa di vita e poi 66 anni e 11 mesi, rispetto a tutte le altre categorie che invece sono partite dai 60 anni e con la riforma Fornero sono arrivati a 66 anni + aspettativa di vita, appare lampante che noi abbiamo avuto un balzo in avanti di ben 12 anni a fronte invece di 6 delle altre casistiche, una differenza che sino ad oggi nessuno ha tenuto in considerazione e che invece dovrebbe essere meritevole di essere tenuta in debita considerazione.
Uno dei motivi che ci viene detto, dopo la nostra espunzione dall’ex PDL 224 è che salvare noi sarebbe discriminante verso altri, ma ci permettiamo di farvi notare che le sei salvaguardie hanno creato delle discriminazioni, forse non era discriminazione la salvaguardia dei cv dal 2007 al 2011 rispetto ai cv prima e dopo quella data?
Non era discriminazione l’aver salvaguardato quelli con accordo rispetto invece a chi non aveva fatto nessun accordo perché licenziato o perché la ditta aveva chiuso?
Non era discriminante che una “quindicenne” con un solo cv è salvaguardata perché appartenente a due categorie rispetto alle quindicenni dimissionarie con anche 19 anni di contributi solo da lavoro? Non era discriminante che quella riforma Fornero abbia penalizzato fortemente la classe 1952 dove chi è nato a gennaio potrà andare in pensione a 63 anni e 9 mesi, mentre chi è nato nei mesi successivi andrà in pensione dai 65 se nato ad Aprile/Maggio, 66 e 11 mesi per Giugno/Luglio, 67 nei mesi successivi?
Se su tutte queste discriminazioni si sono potute soprassedere e concedere loro la salvaguardia perché solo noi dobbiamo essere considerate discriminanti?
Se c’è stata volontà politica per superare e salvaguardare altre casistiche, perché non ci deve essere volontà politica per trovare una soluzione anche per la nostra categoria?
Se, come asseriscono i Parlamentari interpellati, serve una limitazione, allora perché non si può prendere in considerazione che non si abbia più lavorato, o solo per alcuni brevi periodi dopo il 31/12/1992, anno in cui la legge Amato riconosce il diritto dei 15 anni anche dopo le modifiche successive in cui il requisito veniva portato a 20 anni?
Chi ha lavorato dopo il 1995 sapeva benissimo che non bastavano più i 15 anni della legge Amato ma che avrebbero seguito i nuovi requisiti e non si capisce il perché la nostra salvaguardia sia un problema per loro, allora tutte le salvaguardie sarebbero state un problema per tutti quelli non salvaguardati o che ancora lavorano e che erano ad un passo dalla pensione.
Noi come Gruppo Deroghe Legge Amato 1992 chiediamo a tutti voi di farci rientrare nella settima salvaguardia perché riteniamo che le nostre argomentazioni siano valide e che ne abbiamo tutti i diritti, dopo le tante ingiustizie che la nostra categoria ha subito e l’indifferenza che si è tenuta verso di noi, pur conoscendo la nostra situazione, indifferenza non solo da parte di tutte le forze politiche ma anche da parte dei colleghi esodati che ci hanno abbandonate; vi chiediamo a gran voce di restituirci quella equità sociale che fino ad ora è mancata e di trovare quella volontà politica necessaria per la risoluzione urgente del nostro già tanto rinviato problema affinché possiamo ritrovare quella serenità che questi tre lunghissimi anni ci ha tolto.
 
 

26 commenti:

  1. E' COME METTERE I SOLDI IN BANCA:
    Se io facessi dei BOT a 15 ANNI, oggi come oggi, percepirei un interesse del 2,5%!
    Proviamo ad immaginare quanto una "QUINDICENNE", può avere versato nella sua vita lavorativa: poche decine di migliaia di EURO. Prospettando un allungamento di vita, soprattutto per le donne, all' INPS/STATO questo verrebbe a costare 3 volte tanto. Lascio a voi le conclusioni.

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    1. Caro anonimo io sono una quindicenne con 19.8 anni di contributi e non ho versato una manciata di milioni come erroneamente asserisci tu ma esattamente 50.000.00 vale a dire 100.000.000 di vecchie lire e sono nelle casse INPS dall'1985. Probabilmente tu non hai mai fatto BOT ti segnalo che in quegli anni i Bot rendevano oltre il 10% mentre ora se fai Bot vai in negativo.
      All'epoca si andava in pensione con la massima con 35 anni e si iniziava a lavorare presto nel mio caso a 15 anni pertanto il lavoro non mancava e la stragrande maggioranza l'ha maturata da 50 enne.
      L'Inps mi sta rubando 6.250.00 euro l'anno per ora son passati 7 anni fai tu un po' i conti.

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    2. in risposta all' Anonimo14 gennaio 2015 18:27.
      A questo punto ti sarebbe convenuto lavorare 35 anni, ma strada facendo non ti sarebbero bastati neanche questi, perché nel frattempo erano diventati 40. Alla fine è arrivata la Fornero e gli anni sono diventati 42/43. Se nel lontano 1974 fossi andato a fare l' impiegato comunale, sarei andato in pensione dopo 15 anni, 6 mesi e 1 giorno.


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  2. Risposta ad anonimo: Con l'aspettativa di vita media che interessa le quindicenni (calcolata alla nascita ) di 69 anni per quelli del 1950/55, se vanno in pensione a 66/67 anni come previsto, lascio a te concludere se ciò che asserisci è una sciochezza

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    1. In risposta ad Angelo: siamo nel 2015 e se dovessero dare la pensione ai 15enni nati dal 1950/1955, vorrebbe dire, in base alle aspettative di vita per almeno 25/30 anni. Hai versato i contributi per 15 anni e adesso fai ti i conti.

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    2. Anonimo forse non hai capito che l'aspettativa di vita media a cui fare riferimento non è quella atttuale ma quella dei 69 anni per quelli del 50/55. Anche quella attuale non è uguale per tutti. Informati
      L'ALTRA GRANDE TRUFFA ALLE NOSTRE SPALLE!!!



      Le bugie sull'aspettativa di vita.
      Che l'aspettativa di vita sia generalmente aumentata nei decenni e lo sia anche nel caso specifico dell'Italia è un dato di fatto misurato.
      Che invece l'aumentata aspettativa di vita sia alla base di un prevedibile collasso del sistema pensionistico italiano è nella migliore delle ipotesi un grossolano errore e nella peggiore delle ipotesi un voluto falso.
      Venendo ai dettagli,  La Banca Mondiale ha pubblicato una statistica
      (http://www.indexmundi.com/facts/indicators/SP.DYN.LE00.IN/compare#country=it
      ) specificatamente relativa all'Italia, dalla quale si può avere l'aspettativa di vita ALLA NASCITA di un italiano (uomo o donna indistintamente mediati) dal 1960 al 2010; la curva sale in modo impressionante da una aspettattiva di 69,1 anni nel 1960 a una aspettativa di 81,4 anni nel 2010. Limitatamente ai soli maschi, che costituiscono la maggior parte della popolazione lavorativa, l'aspettativa di vita era di 66,7 anni nel 1960 ed è di 77,4 oggi
      Quest'ultimo numero è quello che fa dire a molti politici, industriali ed economisti, o per ignoranza o per malafede, che un pensionando di oggi beneficierà di 20 anni di pensione incassando così molto di più dei contributi versati e mettendo a rischio il sistema pensionistico del futuro.
      Il diavolo, come dicono gli anglosassoni, risiede nei dettagli e infatti il dettaglio è che il bilancio di previsione dell'INPS tra contributi ricevuti e  pensioni erogate, limitatamente a una fascia di popolazione, non deve essere fatto prendendo a riferimento come parametro di misura del tempo di erogazione l'aspettativa di vita alla nascita OGGI.
      Non dovrebbe neppure essere necessario spiegarlo, particolarmente agli economisti, ma tale aspettativa può essere utilizzata al massimo per formulare una previsione circa gli anni di percepimento medio della pensione di coloro che nascono oggi.
      Viceversa, per valutare la sostenibilità del sistema relativamente a coloro che oggi hanno circa 60 anni e sono quindi nati negli anni 50, occorre prendere a riferimento la loro aspettativa alla nascita e quindi negli anni 50.
      La statistica pubblicata dalla Banca Mondiale non fornisce dati sugli anni 50, ma certamente l'aspettativa di vita in tali anni non poteva essere superiore a quella degli anni 60 e cioè in Italia mediamente inferiore a 70 anni.
      A onor del vero occorre dire che l'aspettativa di vita era calcolata (e lo è anche oggi) tenendo conto delle presumibili morti infantili e della estrema longevità di alcuni individui e a tale proposito rinvio, per avere più informazioni al sito http://www.worldlifeexpectancy.com/country-health-profile/italy dove è possibile avere dettagli sulla distribuzione dell'aspettativa di vita nei vari decenni, sempre in Italia; quest'ultima statistica ci dice che circa il 35% dei nati negli anni 50 era previsto (purtroppo) morire prima dei 20 anni; prendo i 20 anni a riferimento perchè mediamente questa è l'età in cui le persone iniziavano, negli anni 70 la loro attività lavorativa; depurando il campione da tale 35% il nuovo modello ricavato dice che tra gli ultraventenni meno del 30% poteva aspettarsi di superare i 65 anni. Questo ci dice senza ombra di dubbio che solo il nel 30 % dei casi l'INPS poteva aspettarsi di erogare una pensione integralmente, mentre per il rimanente 70% le pensioni sarebbero state largamente inferiori (reversibilità) oppure addirittura i contributi versati non avrebbero dato luogo ad alcuna pensione.


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    3. Per Anonimo

      Ammetto che il calcolo non è esattamente raffinato, ma certamente il modello generale lo è e il margine di errore, ancorchè fosse del più o meno 10 % non sposterebbe radicalmente il risultato.
      Pertanto l'unico rimorso che gli attuali 60enni potrebbero avere non è di stare pregiudicando i bilanci dell'INPS e sottraendo le pensioni alle generazioni future, ma casomai di usufruire di pensioni basate (anche) sui contributi di persone decedute; ma ciò purtroppo è insito in qualsiasi sistema assicurativo. 
      Ma ancora c'è chi sostiene che il fatto che i 60enni di oggi possano vivere e percepire pensione fino ad 80 anni mina la sicurezza del sistema INPS; come spiegargli che non è vero?

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    4. In risposta ad Angelo14 gennaio 2015 18:52.
      "Ma ancora c'è chi sostiene che il fatto che i 60enni di oggi possano vivere e percepire pensione fino ad 80 anni mina la sicurezza del sistema INPS; come spiegargli che non è vero? "
      E' VERO, PER IL SEMPLICE FATTO CHE SE HAI VERSATO CONTRIBUTI PER 15 ANNI, NON TE LI POSSO RENEDERE PER ALMENO 20 ANNI CON RELATIVI INTERESSI. !!!!

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  3. Qui si parla di 15/19 anni ante 92. Quindi l'INPS ha in tasca i contributi di queste donne da almeno 25 anni. Sono pensioni a volte piu' basse di una sociale , quindi pensioni inferiori che vengono concesse a chi mai ha lavorato . Quello che ancora fa piu' rabbia è la discriminazione. Se fai parte di alcune categorie , a mio avviso privilegiate, con 14 anni di contribuzione ante 92 con una decorrenza gennaio 2016 e un solo CV versato sei salvaguardata. Se al tuo attivo puoi vantare 19 anni di contribuzione da lavoro con una decorrenza 2013 ..bhe peggio per te. Diciamo anche che, con 14 anni ante 92 ovviamente l'INPS ti "consigliava " di versare un CV altrimenti non avresti avuto diritto alla pensione. Con 15/19 anni chiaramente il CV non ti serviva e quindi ti sentivi rispondere " lei ha a posto cosi' "... per inciso, me lo sono sentito dire due mesi prima dell'assurda riforma. E adesso vediamo chi ha il coraggio di affermare che questa è giustizia !

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    1. In risposta a Grazia14 gennaio 2015 13:04.
      DA ANNI SONO COMINCIATE A CAMBIARE LE REGOLE.
      NON E' STATO IN 15 ANNI UN CAMBIAMENTO REPENTINO.
      ALLA FINE E' ARRIVATA LA FORNERO, NON POLITICA, MA MANDATA DA TUTTI I PARTITI PER DARE UN TAGLIO NETTO ALLA QUESTIONE.
      " ADESSO TI CHIEDO, PERCHE' NON HAI PAGATO QUEL CONTRIBUTO VOLONTARIO CHE TI ERA ANCHE STATO CONSIGLIATO?"

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    2. n risposta all' Anonimo14 gennaio 2015 14:54.
      La Fornero non c'entra niente, "PERCHE' NON HAI VERSATO 1 CONTRIBUTO VOLONTARIO?"
      E oltretutto sei contenta, per quelle che con meno di 15 anni, avendolo effettuato, sono state salvaguardate.

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    3. Ciao Grazia, ho letto solo oggi il tuo post su Facebook, relativo alle pensioni ai quindicenni. Io sono nata il 7/10/1953 ed ho versato circa 2 anni di contributi volontari per il raggiungimento dei quindici anni. Da quanto scrivi tu, che sicuramente sei più aggiornata in merito di me, si evince che io avendo versato i CV, sia pur solo circa due anni, avrei già maturato il diritto alla pensione (salvaguardia legge 147/2014) senza dover aspettare i 67 anni. Se così fosse, pur dispiacendomi e trovando ingiusto, che chi non ha versato alcun CV non rientri nella salvaguardia, io presenterei subito la domanda. E' così?

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  4. E' desiderio di tutti vedersi riconoscere i propri diritti e quelli delle "Deroghe Amato ante 92" non valgono meno degli altri.
    Lo Stato DEVE pagare i suoi debiti.

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  5. La rabbia maggiore è quando a parlare magari sono persone che non conoscono il problema, ma come si può pensare di esprimersi in tale maniera. Ma lo sa anonimo a quanto ammontano le pensioni delle Deroghe Amato, meno di quello che avrebbe potuto percepire non pagando niente e prendendo la sociale: Facciamo presente che noi siamo inserite nella parola Previdenza e non assistenza e quindi essendo tale pretendiamo indietro i nostri soldi come ogni cittadino che ha versato. Sono soldi che l'INPS ha più di 22 anni già nelle sue casse con una promessa che al compimento di 55 anni avremo avuto la nostra pensione a fronte di quelle persone del pubblico impiego che potevano andarsene da subito in pensione. Ecco vede anonimo le ingiustizie che abbiamo dovuto subire, loro a casa in pensione noi a casa con le pive nel sacco aspettando l'età di 55 anni, che ad un certo punto non bastava portandolo a 60 anni, poi a 61,3, ed infine a 67 anni. Diciamo una cosa molto semplice è facile parlare o sparlare quando non si parla della propria pelle, Luisa

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    1. Facciamo presente che noi siamo inserite nella parola Previdenza e non assistenza e quindi essendo tale pretendiamo indietro i nostri soldi come ogni cittadino che ha versato. Sono soldi che l'INPS ha più di 22 anni già nelle sue casse con una promessa che al compimento di 55 anni avremo avuto la nostra pensione a fronte di quelle persone del pubblico impiego che potevano andarsene da subito in pensione.
      "CON UNA PROMESSA CHE AL COMPIMENTO DI 55 ANNI"
      Mi devi spiegare chi ti ha fatto questa promessa !!!!!!!!!!!!!!!!!!!!

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    2. In risposta a Luisa, lo stato potrebbe darti indietro i tuoi versamenti in Lire
      con relativi interessi, giustamente calcolato in base al sistema contributivo
      ma per tutta la vita ti dovresti scordare neanche 1 euro di pensione!!!!
      Vedi l' esempio di Anita Ekbert appena morta in miseria.

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  6. Sono nata il 12 Dicembre 1954 e, come da ECOCERT INPS ho iniziato a lavorare come dipendente l' 01/11/1973 ed ho avuto contributi versati continuativamente fino al 15/08/2001 per un totale di anni 27. A quella data per motivi familiari ho dovuto licenziarmi, convinta che al compimento del sessantesimo anno di età avrei comunque goduto di una pensione. Ora, che a dicembre ho compiuto i 60 anni, mi trovo con la pensione spostata di colpo di ben sette anni e nessuna salvaguardia. Sino a un paio di anni fa ho potuto vivere grazie allo stipendio di mio marito, ma ora anche lui (63 anni) a causa della crisi è senza lavoro e si è visto parimenti spostata la data di pensione che, stante le regole attuali, andrà a percepire nel 2018. I nostri risparmi ormai sono terminati e fra poco dovremo ricorrere a prestiti (di parenti?) per poter campare. Ma vi sembra giusto in un paese civile, di fronte a gente onesta e che ha sempre pagato le tasse?
    Sicuramente come questo mio ci sono tantissimi casi, mai trattati da nessuna salvaguardia e che sono sommersi, ma ugualmente ingiusti.
    Ritengo che sarebbe un buon segnale se da parte del Governo ci fosse un pronto intervento a salvaguardia di casi gravi come il mio.

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    1. in risposta all' Anonimo14 gennaio 2015 14:54.
      Lo ritengo l' unico intervento veramente degno di nota.
      Vi auguro di tutto cuore che possiate entrare nell' ultima salvaguardia,
      quella definita " CASI SPECIFICI".
      Veramente, buona fortuna e buon anno.

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  7. sono contenta per chi con meno di 15 anni di contributi PRIMA DEL 1992 e un contr.volont. prima del dic.2011 è stato salvaguardato ma è UNA VERA INGIUSTIZIA PER CHI COME ME CON QUASI 20 ANNI DI CONTRIB. DA LAVORO PRIMA DEL 1992 DEVE ASPETTARE LA PENSIONE DI VECCHIAIA FINO AL 2019 .(+ di 6 anni di ulteriore di ulteriore attesa senza redditi) QUESTO CONFERMA LA NECESSITA' DI UNA GIUSTA ABOLIZIONE O ALMENO CORREZZIONE DELLA LEGGE "FORNERO":

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    1. in risposta all' Anonimo14 gennaio 2015 14:54.
      La Fornero non c'entra niente, "PERCHE' NON HAI VERSATO 1 CONTRIBUTO VOLONTARIO?"
      E oltretutto sei contenta, per quelle che con meno di 15 anni, avendolo effettuato, sono state salvaguardate.

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    2. IN RISPOSTA A TUTTE LE 15ENNI:
      PROPRIO QUESTA MATTINA, HO FATTO FARE PER MIA MOGLIE,
      I CONTROLLI NECESSARI PER ACCEDERE ALL' "OPZIONE DONNA".
      ESSENDO STATA PER 20 ANNI AUTONOMA E PER 19 ANNI DIPENDENTE, QUINDI UN TOTALE DI 39 ANNI DI CONTRIBUTI.
      IN DEFINITIVA, ACCETTANDO L' OPZIONE DONNA ANDREBBE IN PENSIONE IL 1 MARZO 2015 CON 720€, ALTRIMENTI IN PENSIONE IL 1 GIUGNO 2019 CON 880€.
      A QUESTO PUNTO,CHIEDO A VOI 15ENNI, CON QUALE PENSIONE E IN CHE ANNO DOVRESTE ANDARCI !

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    3. SONO IN ATTESA DI POTER DIALOGARE CON UNA "15ENNE."

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  8. LE 15ENNI HANNO ESAURITO I LORO INTERVENTI?

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  9. Per anonimo- Le quindicenni non ti rispondono perché hanno imparato come trattare i provocatori

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  10. Ho letto su molti blog ed articoli di giornali il collegamento delle vostre pensioni di vecchiaia alle iniziative legislative in corso per i cd. esodati della Legge Fornero. Questo "prolungamento" non è altro che una presa in giro dei patronati (CGIL CISL UIL). Questi quando al compimento dei 55 anni vi siete recate all'INPS per avanzare domanda di pensione vi hanno raccontato che per la Legge Amato per la vs. pensione quindicenne dovevate aspettare il compimento dei 60 anni (per le donne). E questo non era vero! Vi hanno così privato di 5 anni di pensione che è possibile ora recuperare mediante un ricorso al Giudice del Lavoro.
    Ho scritto un articolo sul mio sito: http://pensioni-quindicenni.eu/pensioni-quindicenni-contro-lnps/
    Per qualsiasi vostra richiesta sappiate che io offro la mia consulenza in merito alle pensioni qundicenni in forma del tutto gratuita.

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