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sabato 17 novembre 2012

«Sto giorno e notte attaccato al computer»

LA STORIA 
«Non esco più di casa, in questo modo mi fanno morire»
L’odissea di un ex impiegato postale con due figli che studiano: «Sto giorno e notte attaccato al computer»
«Quando hanno annunciato la riforma delle pensioni mi è venuto un tonfo al cuore. Ecco - ho pensato - è finita la mia vita». Raffaele C. lavorava alle Poste. Gli mancava poco alla pensione. La direzione lo ha convocato: vuole l’incentivo e se ne va? La sua “finestra” pensionistica sarebbe scattata nel luglio 2013. Ha accettato. Quando si è ritrovato “esodato” senza paga, l’incentivo agli sgoccioli, e la prospettiva di una pensione spostata di 2-3 anni più in là, con due figli studenti e una moglie che fa un lavoro stressante e mal remunerato («e per fortuna lavora») il mondo gli è caduto addosso. Da allora, dice, non è più la stessa persona.
«Quel Natale è stato pazzesco. Abbiamo mangiato frutta di quarta categoria, Capodanno fra di noi e niente brindisi, una tristezza. Io non esco più di casa, è finita questa bella vita tranquilla che avevo avuto, sto attaccato al computer giorno e notte, ho trovato sfogo e consolazione partecipando ai forum, ai comitati nati su Internet. Cosa non si fa di fronte al baratro... Con due persone di altre città ci siamo scambiati il numero di telefono per scambiarci anche le nostre atrocità. Ogni volta che la mia pratica di “esodato” si fermava vedevo la morte davanti agli occhi. Sarà una roulette. Ci fanno morire, in questo modo. Chiunque chiederebbe un indennizzo per tanto male, io ho 60 anni e 36 anni di contributi alle spalle, soldi che mi spettano, e invece ci fanno sentire colpevoli, per “loro” non dovremmo esistere, se il ministro potesse, ci cancellerebbe. Ha sbagliato ma non paga, e mette in agonia anche le nostre famiglie».
Raffaele l’altro giorno era in piazza, in corteo. «Ero solo, nessun “esodato”». Quando lo scorso luglio si è aperto il procedimento di presentazione delle domande, è corso come una lepre alla Direzione provinciale del lavoro («bravi, gentili, disponibili...» è la consolazione dell’ex postale). Dopo intoppi, dubbi, e altri disagi, adesso è registrato al ministero. «Angoscia fino all’ultimo minuto: sarò fra i 65 mila finanziati oppure no?». Intanto, dopo valanghe di lettere a tutti i parlamentari e a Napolitano («nessuna risposta, mai») adesso scrive direttamente al ministro Elsa Fornero. (g. z.)
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3 commenti:

  1. Con qualche liberta' e perdonabile imprecisione ringrazio la giornalista Gabriella Ziani del 'Il Piccolo' di Trieste per aver pubblicato qualcosa anche dall'ESTREMO NORD-EST d'ITALIA.Perdonabile imprecisione e' che di email alla soprannominata gia' da dicembre anno scorso ne ha ricevute dal sottoscritto(come a tutti gli altri).Grazie a 'Il Piccolo'. raffaele c e la sua famiglia

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  2. Caro Raffaele, tutte le nostre storie in qualche modo si assomigliano e completano al tempo stesso, ma qui siamo e non dobbiamo mollare quel filo di speranza che ci portera', speriamo alla nostra meritata pensione,un particolare augurio alla tua famiglia. Paola

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    1. Paola volevano la descrizione soggettiva di un esodato: certo dopo undici mesi e' trita e ritrita ma meglio che..........mai!! raffaele c e la sua famiglia

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