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venerdì 13 settembre 2013

Moffa: se cade il Governo Letta la priorità restano gli esodati

RIFORMA PENSIONI/ Moffa: se cade il Governo Letta la priorità restano gli esodati
Pubblicazione:
INT. Silvano Moffa
ESODATI E RIFORMA PENSIONI Cosa rischiano pensionati, pensionandi, esodati, cassaintegrati se cade il governo Letta? In queste settimane stanno venendo a galla tutte le incognite della riforma Fornero. E che fine farà il taglio delle pensioni d’oro su cui pure si è impegnato il governo ma che ha già ottenuto un primo stop dalla Corte costituzionale perché va a toccare i diritti acquisiti dei lavoratori? Tutto dipenderà dalla legge di stabilità che verrà presentata alle camere a ottobre. Sempre che l’attuale governo sia ancora in carica. Secondo il ministro Giovannini, la legge di stabilità conterrà anche misure per il contenimento del cuneo fiscale. IlSussidiario.net ne ha parlato con Silvano Moffa, ex Presidente della Commissione Lavoro della Camera.
Se cade Letta che ne sarà della riforma pensioni? Esodati e cassa integrazioni rimarranno senza copertura? Che fine farà il taglio delle pensioni d’oro?
Non so se il governo cadrà, nonostante le fibrillazioni di questi giorni. Sul fronte delle convenienze reciproche credo che alla fine ci sia un interesse comune dei due poli a tenere in piedi l’attuale esecutivo. Tuttavia, se dovesse cadere sicuramente ci sarà un rallentamento del processo di riforma della riforma, per il recupero delle parti dannose che la riforma Fornero ha introdotto.
Solo un rallentamento?
Secondo me sì, anche perché ci saranno ulteriori passaggi che debbono essere fatti all’interno della finanziaria. È lì che bisognerà trovare le risorse aggiuntive necessarie.
Come giudica l’operato del governo sul tema delle pensioni?
Guardi, già all’epoca del governo Monti, attraverso la Commissione Lavoro della Camera, chiedemmo di impostare un percorso completamente diverso. E in parte riuscimmo a sanare la questione “esodati”. Ovviamente questi temi oggi sono tornati in primo piano.
Qual è l’argomento più urgente da affrontare?
Tutto quello che si riesce a fare per recuperare un equilibrio su un tema così fortemente sbilanciato è positivo. La riforma del lavoro ha infatti ridotto l’area della flessibilità in entrata con conseguenze pesantissime sulla disoccupazione giovanile, con molti contratti a termine che non sono stati rinnovati. A suo tempo dicemmo: attenzione, in questa maniera avete preso come bersaglio la precarizzazione, ma di fatto avete fatto scomparire dal mercato le prime opportunità di lavoro che si presentano a un giovane. In più...
In più
Il governo si è assunto l’onere di risolvere definitivamente il problema degli esodati esploso a suo tempo e parzialmente tamponato. Con la prossima legge di stabilità dovrà dire in che maniera intende farlo.
Con la legge di stabilità il governo vorrebbe addirittura ridurre il cuneo fiscale…
Non c’è dubbio che bisogna ridurre il cuneo fiscale per andare incontro alle esigenze delle imprese e dei lavoratori. Però, anche qui, il governo dovrà dire con quali risorse intende perseguire questo obiettivo.
È d’accordo con l’idea di introdurre una maggiore flessibilità in uscita per chi è prossimo alla pensione?
Assolutamente sì. È esattamente l’equilibrio che cercavamo di offrire alla Fornero quando proponevamo maggiore flessibilità in entrata e di rendere meno rigido il mercato in uscita. Che significava liberare il mercato del lavoro da tanti vincoli che ne bloccavano l’espansione. Questo purtroppo non è avvenuto: abbiamo mantenuto un mercato rigido con le conseguenze che sono sotto gli occhi di tutti.
Cosa ne pensa dell’idea del ministro Giovannini di dare un acconto sulla pensione a chi perde il posto quando è a pochi anni, due o tre, dal traguardo?
In questo modo si cerca di recuperare almeno in parte il danno causato dall’allungamento dell’età pensionabile creando una sorta di scivolo, con un’anticipazione. Voglio solo sottolineare il fatto che stiamo parlando di risorse che appartengono ai lavoratori: non stiamo regalando niente. Stiamo solo accorciando i tempi. In una situazione congiunturale sfavorevole come quella attuale può essere una boccata d’ossigeno. Ma non mi sembra una riforma sistemica del nostro sistema pensionistico.
Giusto il taglio delle pensioni d’oro?
Guardi, a suo tempo cui fu una discussione abbastanza accesa sull’argomento. C’era chi diceva che bisognava ridurle non tenendo conto che si tratta di diritti acquisiti. Altri, come me, dicevano invece: attenzione, mettendo in discussione diritti acquisiti rischiamo di andare a scontrarci con norme di rango costituzionale. Cosa che è puntualmente avvenuta. Quando ero Presidente della Commissione Lavoro, assieme al collega della Commissione Affari istituzionali, mettemmo chiaramente in luce il rischio di incostituzionalità di quella norma.
Sta dicendo che le pensioni d’oro non si possono tagliare?
No, non sto affatto dicendo questo. Si può fare introducendo un elemento di solidarietà, una sorta di bonus di solidarietà che può essere richiesto per un certo numero di anni a chi gode di pensioni fuori dall’ordinario tanto sono elevate. Chiedere a chi oggi si trova in condizioni di maggior benessere, addirittura di una ricchezza oltremisura, un atto di solidarietà mi sembra giusto. Non solo. Sarebbe un obiettivo più facilmente perseguibile e non attaccabile sotto il profilo della norma costituzionale.
(Leggi)


7 commenti:

  1. La Corte Costituzionale, più volte si è pronunciata a difesa dei diritti acquisiti di categorie che appartengono sicuramente a ranghi iperprotetti, (vedi pensioni d'oro) della quale gli stessi magistrati ne fanno parte. Se fosse un'esodato con tanto di accordo alle mani, sottoscritto tra azienda ,lavoratore, parti sociali e stato, emetterebbero lo stesso verdetto di incostituzionalità ????

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  2. Ma non scherziamo!! Questi privilegi valgono soltanto per loro, basta vedere quanto prendera' Amato per il nuovo incarico, oltre alla sua ben nota pensione.Paola

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  3. i diritti acquisiti possono essere toccati considerato che le pensioni erogate non danno il giusto equilibrio tra vecchie e giovani genarazioni, in quanto le pensioni precedenti alle varie riforme, non sono frutto di cio' che il lavoratore ha versato, ma venivano calcolate con l'ultima retribuzione. Adesso con il metodo contributivo tutti i pensionati che benificiano delle vecchie normaticìve si dovranno adeguare con il nuovo metodo di calcolo, per essere equi con le nuove leggi.

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    1. .... ma vedi che comunque le leggi le fanno loro, noi le subiamo........penso che tu debba matenerti sempre aggiornata prima di intervenire.... noi postali quando abbiamo sottoscritto il patto-accordo entro il 28.11.2011 (con uscita 31.12.2011) era in vigore la vecchia legge ( per spiegartela proprio in modo elementare) quindi il metodo contributivo deve valere per chi rimaneva nel mondo del lavoro......tanto per essere equi con la vecchia legge, perche' della nuova ancora la FORNERO non l'aveva "partorita" ....mi pare che il "lieto evento " sia avvenuto verso il 10.12.2011 se non oltre.

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    2. Scusa, ti brucia se noi pretendiamo il non adeguamento alle nuove regole del calcolo delle pensioni, considerato che abbiamo lavorato e firmato con il sistema retributivo?... ci guadagni qualcosa nell'intorbidire le acque???
      Lo so, sei uno di quelli a cui piace dare solo fastidio... e meriti solo disprezzo... pensa a lavorare e lottare per i c... tuoi

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  4. Per anonimo 13 settembre 21,37 ; mi sa che fai un po' di confusione sui diritti. Quello di cui parliamo noi non tratta come deve essere fatto il calcolo se " retributivo , misto, o contributivo " !!! Perche' tutto cio' dipende da quando hai cominciato a lavorare; se nel 98 avevi 18 anni di contributi, il calcolo e' retributivo se erano meno di 18, diventa misto fino al momento della riforma. Da quel punto in poi e' solo ed esclusivamente contributivo per tutti !!!!!" e' ovvio che: chi ha iniziato a lavorare dopo la riforma ha solo il contributvo. Chiaro ??? Mi riallaccio al discorso di prima ; il diritto di cui tanto parliamo e' la data del nostro pensionamento che deve rispettare quanto concordato al momento dell'accordo. Se molti giovani, ricorsisti e non, sono stati assunti da Poste Italiane, e' anche grazie a chi ha accettato di uscire in anticipo dal proprio posto di lavoro. La frase largo ai giovani dovrebbe pur significare qualcosa !!!! oh no ????? Peccato che molti ci danno addosso senza neanche riflettere. Esodata P. 17

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    1. Non solo ci vengono addosso senza riflettere, ma irrompono nei discorsi senza prima aggiornarsi arrivando a fare quella famosa guerra di cui sempre io parlo...." la guerra tra poveri " .....fatevi prima le ossa! ...... e state attenti prima di parlare perche', se le cose non si modificano ....le ossa ve le fanno ! ! ! .......

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