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mercoledì 12 febbraio 2014

Esodata e senza pensione l’Inps le chiede altri soldi

Esodata e senza pensione l’Inps le chiede altri soldi
Cordovado, un anno fa Teresa Anese era salita per protesta sulla torre castellana. La sessantunenne: «Ridotta in povertà dalla Stato senza aver commesso nulla»
di Andrea Sartori
CORDOVADO. Un anno fa, la disperazione per la sua condizione di esodata l’aveva portata a occupare la torre nord del castello di Cordovado, paese in cui risiede. Ora, che la pensione ancora non l’ha conquistata, ma vive con la sola reversibilità del marito e tra i debiti con i familiari, Teresa Anese ha ricevuto un’amara sorpresa dall’Inps, ovvero una lettera che le chiede di versare entro un mese 1.750 euro per una questione di “errata contabilità”.
Insomma, lei di certo non ha sbagliato, ma per l’Inps è tenuta a versare la somma di denaro che le sarebbe stato versato impropriamente. Lo restituirebbe, se ne avesse la possibilità, ma il punto è che non ce la fa.
A riferire la nuova difficoltà è la stessa Anese. «Cosa vogliono, che arrivi al suicidio? – afferma sconsolata la cordovadese –. La lettera dell’Inps mi indica di pagare nel giro di un mese 1.750 euro per uno sbaglio loro, tra il 2009 e il 2013, sulla reversibilità che incasso in quanto vedova. Hanno sbagliato i conti e devo pagare io? C’è anche scritto che se non pago girano la lettera a Equitalia: com’è possibile che si arrivi a tanto? Eppure conoscono la mia condizione».
Vedova, un figlio invalido e disoccupato, un mutuo da pagare ed esodata: questa la storia di Anese come lei stessa l’aveva raccontata un anno fa dalla torre medievale cordovadese, sulla quale era salita con Ferdinando Polegato, dell’associazione Il grembiule.
Lo stesso Polegato attualmente protagonista, in quanto esponente del movimento 9 dicembre, della protesta sul campanile di Pescincanna di Fiume Veneto, nonchè in prima fila in altre occasioni, come ad esempio in una trasmissione su La7, quando, di fronte all’allora presidente del consiglio dei ministri, Mario Monti, non ebbe alcuna remora a scagliarsi contro la politica di quel governo che portò al caso esodati.
Da allora non è cambiato granché: la sessantunenne Teresa Anese non percepisce ancora la pensione e la sua unica fonte di sostentamento è la reversibilità (neppure 300 euro al mese), nonché i prestiti dai familiari.
«Ho una certa somma di debiti con mio fratello – riferisce la donna –. Quello che chiedo, è che prima mi diano una pensione, poi pagherò all’Inps quanto chiede, se quella somma è dovuta. Ma di pagare 1.750 euro prima di allora, ovvero subito, non ho semplicemente la possibilità. E’ una situazione vergognosa, significa fare del male a una persona. Riesco ad andare avanti soltanto perchè sono forte d’animo, altrimenti si capisce come in tanti casi molte persone siano arrivate a togliersi la vita».
Anese non scarta l’eventualità di nuove forme di protesta: «A Pescincanna sono già andata tre volte da Polegato. Se nessuno mi verrà incontro di fronte a questa situazione – conclude – tornerò a manifestare contro queste vergogne».
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