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martedì 6 novembre 2012

Un'idea per gli esodati

Un'idea per gli esodati
La gestione degli “esodati” sta marcando con maggior decisione la linea su cui il governo e il Pd hanno scelto di distinguersi in questo inverno della politica italiana. La proposta è di aumentare l’imposta marginale dal 43 al 45 per cento per i redditi superiori ai 150mila euro per coprire gli “esodati”. C’è però un’alternativa più coerente e comunque equa: innalzare il reddito massimo su cui si pagano i contributi sociali all’Inps, pari a 93.622 euro nel 2011. Se il problema è pensionistico, lo dobbiamo coprire con le risorse che arrivano all’Inps, non con la fiscalità generale. Ogni volta che abbiamo mischiato le due gestioni in passato, abbiamo commesso errori, creato privilegi e ridotto l’equità.
Andiamo con ordine. Gli “esodati” sono lavoratori che si sono licenziati per un impegno del datore di lavoro di pagarli senza che lavorassero, versare i contributi per un periodo da pochi mesi a due anni e fino a che l’Inps non versasse loro la pensione. L’innalzamento dell’età di pensionamento della riforma Fornero ha reso questo passaggio non più automatico lasciando migliaia di persone senza lavoro e senza pensione.
È ovvio a tutti che questi lavoratori vanno aiutati. Il punto è come finanziare l’aiuto senza deprimere la domanda interna. La commissione lavoro della camera ha votato un emendamento alla legge di stabilità volto a finanziare le pensioni degli “esodati” attraverso l'innalzamento dell’Irpef per chi guadagna più di 150mila euro. Questa scelta è contraria al principio condivisibile della riforma Fornero: il sistema pensionistico deve essere equo, cioè trattare egualmente persone con carriere simili, e sostenibile, cioè capace di generare le risorse per erogare tutte le pensioni. Per mantenere questi principi e garantire l’equità non alziamo l’Irpef ma applichiamo invece i contributi sociali anche ai redditi superiori ai 93mila euro. Pagherebbero comunque i più abbienti ma senza rimuovere il principio base del sistema pensionistico: sono i contributi che pagano le pensioni, non le tasse una tantum.
Filippo Taddei è professore alla Johns Hopkins University
 

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