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domenica 20 settembre 2015

Gli esodati non sono come i suoi neuroni: esistono

L'allarme esodati che non esiste
I told you so. Quel concerto dei media formidabile, menzognero e dunque criminogeno
di Giuliano Ferrara | 18 Settembre 2015 ore 10:28
Gore Vidal diceva che le quattro parole più dolci della lingua inglese sono: I told you so (io te l’avevo detto). Il Corriere della Sera per la penna di Dario Di Vico, esperto di mercato del lavoro, riferisce: il Senato e l’Istat hanno accertato che gli esodati, dopo 6 dico 6 interventi dello stato e 6 dico 6 milioni di talk-show, manifestazioni, chiacchiere e statistiche farlocche sono poco più di un migliaio. Pietro Ichino spiega che era tutta una montatura socialeggiante per creare pubblico orrore verso la legge Foriero (Fornero-cimitero), che ha salvato l’Italia dal baratro, e per smontarla pezzo a pezzo. Noi qui, per aver visto in tv le facce dei falsi esodati con i falsi cartelli di una falsa disperazione, e per aver fatto qualche ricerchina dopo speciose letterine e doglianze di pseudo esodati, modestamente avevamo insistito su un fatto considerato universalmente una bizzarria, e ripetute le tesi solitarie in tutti i talk-show inutilmente: gli esodati non esistono, nessuno ha mai visto un esodato in carne e ossa, sarà una manciata di lavoratori che, in cambio di benefici (pare che oltre ai soldi per la dismissione prematura del contratto volontario di lavoro in molti casi si sia acquisito il diritto all’assunzione di un figlio), hanno fatto una scelta e ora ci si vuole far pagare il conto della loro scelta volontaria “solo per riproporre il prepensionamento dei cinquantenni”, come dice Ichino, sotto scorta da anni, altro che Saviano, per aver detto cose molto vere sul mercato del lavoro.
Sono soddisfazioni. Chissà se in tv ne prenderanno atto. Dubito. Comunque le controverità sono un materiale da Pulitzer per la tecnica del “non è giornalismo” alla quale siamo affezionati. Altri suggerimenti, a parte la futura I told you so concernente la Mafia Capitale (Carminati è invocato come sindaco, e senza le cooperative di Buzzi il fogliame a Roma si espande come un’Idra sui marciapiedi): il Cara di Mineo è un’eccellenza italiana, funziona benissimo, e i costi sono accettabili; il Mose a un certo punto fermerà l’acqua alta a Venezia, e sarà studiato da generazioni di ingegneri e architetti non per le crestone e il lobbying ma per l’utilità generale realizzata; l’autostrada Salerno-Reggio Calabria fu costruita tanti anni fa da Giacomo Mancini e, nonostante la lentezza degli appalti per la ristrutturazione, è un’arteria a scorrimento veloce che ti porta da Salerno appunto a Reggio Calabria, posto che uno desideri andarci, in modo utile; l’Alta velocità senza coloro che sono stati arrestati per averla realizzata non ci sarebbe, e tutto sommato non è male il sistema che l’ha permessa.
Si potrebbe proseguire, terre dei fuochi stato di Pompei e Circumvesuviana a parte, ma a che serve? Il concerto dei media è formidabile, menzognero, dunque criminogeno, forma un’opinione pubblica perfettamente disinformata. Contrastarlo è un dovere e sarebbero benedetti, se avessero in animo di conquistarsi il paradiso, quei giornalisti del mainstream che avessero voglia di vederci chiaro in tutte queste paccottiglie di notizie che, come direbbe Luca Sofri, non erano notizie.
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