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mercoledì 16 settembre 2015

L'aria che tira per gli esodati

Myrta Merlino HeadshotMyrta Merlino giornalista di LA7

L'aria che tira per gli esodati
Pubblicato 16/9/2015
Sono colpevole. Sì, sono colpevole di non essermi accorta in questi anni che tutti stavano con gli esodati. Che non erano soli. Che non eravamo soli a sollevare un problema che giorno dopo giorno assomiglia sempre di più a una tragedia.
Fino ad oggi non mi ero resa conto che questi ex-lavoratori, anziché essere abbandonati al loro triste destino, hanno al loro fianco vere e proprie truppe cammellate. Che da destra a sinistra si trovano ovunque loro strenui sostenitori, pronti a immolarsi per la causa. Pronti, almeno a parole.
Eh già, perché è a parole che gli esodati sono diventati un problema di tutti, di cui tutti si vogliono occupare. Un problema che però in concreto nessuno riesce a risolvere. Certo, rispetto ai tempi in cui la politica faceva finta di niente è già un passo avanti. Prima li ignoravano. Ora si accapigliano rimpallandosi le responsabilità. Chi è oggi al governo accusa chi c'era allora e viceversa. E rimbalzati da una parte all'altra, i poveri esodati si trasformano in una pallina da flipper...
Insomma, è sempre amara la sorte di queste centinaia di migliaia di lavoratori finiti, giorno dopo giorno, uno alla volta, alla spicciolata, a loro totale insaputa in questo girone infernale. Il girone degli ingannati. Messi alla porta da una azienda, grande o piccola che fosse, con una promessa non mantenuta, spogliati di un diritto, il lavoro o la pensione, e abbandonati ad un destino buio come la notte.
Il 15 mattina, già alla seconda puntata della nuova stagione de "L'aria che tira", tra alluvioni e profughi, riforme e sprechi, mi sono imbattuta nei loro problemi.
Ancora mi ricordo quando, praticamente in diretta, ci siamo resi conto (forse prima dei tecnici del ministero del Lavoro) che stava per scoppiare un bubbone enorme. Enorme e tragico. Ci arrivavano lettere, storie, segnalazioni. Nelle inchieste e nei servizi girati un po' dappertutto si affacciava lo spettro di questa emergenza. Nessuno ancora ne ammetteva l'esistenza. Il governo faceva spallucce, minimizzava. Ancora non si erano formati i battaglioni di truppe cammellate. Ma era chiaro che prima o dopo, più prima che dopo, la piena avrebbe travolto tutti. Era chiaro che gli esodati sarebbero stati la spina nel fianco del governo Monti.
Oggi, quasi mille puntate dopo, siamo la trasmissione che più di ogni altra si è occupata di loro. Non li abbiamo mai abbandonati.
Il 15 mattina, in diretta, ha fatto da detonatore un collegamento pirotecnico con Matteo Salvini con tanto di cappellino, che manifestava davanti al ministero dell'Economia e tuonava contro la "stramaledetta Legge Fornero e chi l'ha votata"... E da lì è stato un fiume in piena di accuse reciproche e accorate difese di questi mancati pensionati. Tutti vogliono salire sul carro degli esodati. Ma nessuno, a quanto pare, vuole spingerlo per traghettarli fuori dall'inferno.
Poi, all'improvviso è comparsa una signora con una maglietta bianca con su scritto: "TERREMOTATA + ESODATA = TRADITA E BEFFATA". Ci ha raccontato la sua storia, purtroppo uguale a tante altre. E l'abbiamo fatta parlare anche con Elsa Fornero, che intanto si era collegata da Torino. L'esodata ha lanciato accuse pesanti, ha parlato di "legge capestro". Ha spiegato che loro sono in 50 mila e che meritano come tutti gli altri di avere un futuro, una certezza, una prospettiva. Ma l'ex Ministro, come sempre sul banco degli imputati, come sempre ha dimostrato di avere del coraggio. Di essere coerente. E di non sfuggire ai confronti. Anche a quelli più duri.
Elsa Fornero risponde sempre. Spiega. Si assume le sue responsabilità. E talvolta anche quelle degli altri. Eh sì, perché non è facile fare il ministro, studiare e scrivere le riforme con l'incubo del default. Non è facile prendere le decisioni giuste se ti dicono che si deve tagliare ad ogni costo, altrimenti si rischia di non pagare gli stipendi pubblici a fine mese. Lei ce lo ha spiegato, anzi rispiegato direi. Aggiungendo che non augura a nessuno, neanche al suo peggior nemico, di trovarsi in una situazione come quella. Una situazione folle.
A distanza di cinque anni dalla prima puntata de "L'aria che tira" è cambiato il mondo. L'Italia, poi, davvero non è più la stessa. Ci sono state non so più quante elezioni, tra politiche, europee e amministrative. Giorgio Napolitano è stato rieletto e poi si è dimesso. Palazzo Chigi ha cambiato quattro diversi inquilini. Abbiamo vissuto alluvioni, guerre, terremoti e tragedie del mare. E persino il Papa ha fatto un passo indietro. Ma gli esodati sono ancora là.
Nomina sunt consequentia rerum, diceva l'imperatore Giustiniano. E questa locuzione con quasi duemila anni di storia alle spalle sembra aver trovato una vera e propria sublimazione nella vicenda degli esodati. Il nome, orrendo, che è stato dato a questa particolare categoria di lavoratori fregati dallo Stato non poteva essere più azzeccato.
Ora che tutti ne parlano, speriamo che si trovi anche una soluzione. Noi non li molleremo.
Rivedi la puntata de l'Aria che tira del 15/9 con collegamenti col Presidio davanti al Mef.

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