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mercoledì 26 dicembre 2012

Le colpe degli esodati e dei pensionati

Le colpe degli esodati e dei pensionati
24 dic
Esodati e pensionati. A dispetto della comune desinenza, non rientrano certo nel novero dei cosiddetti “fortunati”.
In materia di esodati (neologismo coniato per indicare coloro che sono fuori dal mondo dell’occupazione ma, per la riforma Fornero, lontani dal traguardo della pensione) il pasticcio è noto a tutti: in gioco c’è la credibilità di uno Stato che crede di poter manipolare, con distacco, i progetti di vita dei cittadini.
Non meglio, negli ultimi tempi, è andata ai pensionati. Siamo alla quarta riforma del sistema pensionistico in pochi anni (riforma Maroni, riforma Damiano, riforma Sacconi, riforma Fornero): saremo riusciti a raggiungere, finalmente, la sicurezza dei conti del sistema pensionistico nazionale?
Tra errori e lacune (mancano le risorse per i non autosufficienti, ndr), siamo di fronte ad una sorta di inaccettabile “aggressione” nei confronti delle condizioni di vita degli anziani. Già con gli ultimi governi Berlusconi avevamo assistito all’abolizione della restituzione del fiscal drag (drenaggio fiscale: le maggiori imposte maturate in virtù dell’inflazione), mentre ora arrivano addirittura i contributi di solidarietà a carico dei pensionati, volti ad affrontare la questione esodati. Insomma, siamo difronte all’ennesima guerra tra poveri.
Il cinismo della Ragioneria del Ministero dell’Economia e delle Finanze (e della Banca d’Italia, e degli organi costituzionali…) porta ad esiti di questo genere: quali sono le più cospicue voci di spesa pubblica? Sanità e pensioni. Bene, qualunque iniziativa in questi ambiti, piccola o grande che sia, è assai meno faticosa e più efficace sui conti pubblici rispetto a manovre eque e strutturali. Semplice, no?
E qui non vale la storia della coperta troppo corta, perché al sistema di Welfare non va alcuna risorsa aggiuntiva , nonostante la sua incidenza sul PIL sia nettamente inferiore rispetto ad altri Paesi europei (il nostro Welfare non è affatto esemplare, ndr).
Se ci sono problemi, gli aggiustamenti devono avvenire all’interno dello stesso comparto. Se servono soldi per gli esodati, non vanno sottratti ai pensionati. Si tratta di una vera e propria visione ideologica (sbagliata) riprodotta in materia di imposte. Perchè in Italia, se servono nuove entrate, non si agisce sulla fiscalità generale, magari con iniziative più o meno azzeccate (che obbediscano alla logica del “chi guadagna di più paghi di più”), ma sulla natura dei redditi! Cedolari secche, trasferimenti ridotti etc etc.
In questo modo si esprime una convinzione opinabile, quella secondo cui un normale anziano debba esclusivamente riuscire a sopravvivere, finanche in miseria; che i pensionati non siano cittadini come gli altri, ma degli assistiti.
Se le cose vanno bene, si mangia il panettone; se vanno male, è sufficiente una minestrina…
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