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domenica 9 dicembre 2012

Ricongiunzioni onerose. I patronati del Ce.Pa chiedono incontro con il direttore dell'Inps

Ricongiunzioni onerose. I patronati del Ce.Pa chiedono incontro con il direttore dell'Inps
04/12/2012
I patronati del Ce.Pa. chiedono un incontro al direttore dell'Inps, Mauro Nori, per affrontare il tema delle ricongiunzioni onerose dei contributi, suggerendo diverse soluzioni di natura amministrativa che potrebbero sanare alcune ferite aperte dalla norma che ha introdotto l'obbligo di pagare la ricongiunzione contributiva ai tanti lavoratori con versamenti in più casse previdenziali.
In una lettera Inca, Inas, Ital e Acli, esprimendo apprezzamento per l'iniziativa della direzione dell'Istituto pubblico di previdenza nel rilanciare una seria discussione sull'argomento, sottolineano come “un numero di lavoratori e lavoratrici imprecisato, ma molto rilevante, è rimasto coinvolto e verrà coinvolto, a vari livelli e con implicazioni profondamente diverse sul piano economico e familiare, dagli effetti distorsivi della legge n. 122/2010 (ex. Art.12). Per ciascuno di loro le ricadute possono essere lievi o pesantissime fino alla negazione parziale o totale del diritto a pensione o alla perdita, in taluni casi, di interi anni di contribuzione.”
Secondo i patronati di Cgil, Cisl, Uil e Acli tra le situazioni più gravi deve essere annoverata quella di tutti i lavoratori che si sono trovati “incastrati” nelle nuove disposizioni senza alcuna possibilità di scelta sul proprio destino pensionistico. “Ricongiunzione e totalizzazione – scrivono - da semplici facoltà sono diventate per molti lavoratori e lavoratrici la strada obbligata e talvolta, a causa delle paludose regole di esercizio, neppure percorribile. Dopo la legge n. 122/2010, il sistema previdenziale si è irrigidito al punto che alcuni istituti previdenziali non sono più idonei a rendere effettive le tutele da essi previste.”
“Decorsi più di due anni – si legge nella lettera -, per le violazioni più gravi dei diritti previdenziali, scaturite dall'applicazione a volte pedissequa della norma e dagli squilibri generatisi nell'ordinamento previdenziale, la tutela giurisdizionale sembra rimasta l'unica possibilità di azione.”

Per evitare un pesante contenzioso di massa, i patronati del Ce.Pa hanno allegato alla lettera una nota tecnica dettagliata nella quale vengono analizzate le singole situazioni, indicando per ciascuna di esse le possibili soluzioni amministrative.
 

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