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giovedì 18 luglio 2013

«Io, precaria da vent'anni, ho contestato la Camusso»

Ex pubblicitaria ed ex «di tante altre cose», in attesa di una pensione ancora lontana
«Io, precaria da vent'anni, ho contestato la Camusso»
Dilva Giannelli, la lavoratrice che ha attaccato la leader sindacale: questa Cgil non mi rappresenta più, vergogna
«Guardi che io alla Cgil sono stata iscritta. Beh, un sacco di tempo fa, negli anni 70. Sono stata io a creare la prima rsu (rappresentanza sindacale, ndr) in un'agenzia di pubblicità. Ma adesso davvero non mi sento rappresentata da questo sindacato. Da nessuno, non solo dalla Cgil. Lunedì sono andata in Camera del Lavoro perché volevo dire a Susanna Camusso quello che penso. Ho perso il posto nel '93. Sono precaria da vent'anni. Mi hanno tolto il diritto alla dignità e al lavoro. Avrò almeno quello di cantarle chiare!».

A parlare è Dilva Giannelli, 60 anni, ex art director ed ex un sacco di altre cose visto che da quando è rimasta disoccupata non si è mai tirata indietro e di mestieri ne ha fatti diversi: da assistente al marketing a disegnatrice per le fiere. Vent'anni con contratti flessibili o partita Iva. In Camera del Lavoro lunedì scorso si è tenuto un dibattito dal titolo «La violenza sulle donne è un'emergenza», sul palco anche il presidente della Camera Laura Boldrini. Dilva Giannelli si è fatta largo ed è arrivata fin nelle prime file per dire la sua. E lamentare quella che vive come una violenza: non riuscire più a mantenersi con il proprio lavoro.

«Non ho vergogna a dirlo: oggi se non mi aiutassero mia sorella e mio cognato non ce la farei. E per avere la pensione dovrò aspettare sette anni! Ma le sembra giusto? E io non ho figli a carico. Perché non mi restituiscono adesso i contributi che ho versato? Ne ho bisogno ora». La leader della Cgil è rimasta a lungo china sul bordo del palco ad ascoltare le ragioni della signora Giannelli. Ma le due non si sono capite. Sicura che il sindacato sia l'obiettivo giusto? «Guardi, Camusso avrebbe dovuto dirmi una cosa soltanto: venga con me, venga e parliamo - risponde Giannelli -. Invece ha continuato a ripetermi le cose che so già. Il punto è che negli ultimi vent'anni questo sindacato ha continuato a tutelare solo i lavoratori dipendenti, gli impiegati, gli operai. Non si è accorto che si è creato un esercito di gente senza lavoro. O meglio: di gente che come me lavorava, e sodo, ma senza sicurezze e senza una retribuzione adeguata. Io sono stata una delle prime colpite da questo processo di precarizzazione».

Giannelli ce l'ha a morte con uno slogan che ha sentito ripetere troppe volte: «Diventate imprenditori di voi stessi». «Ma quali imprenditori! - si arrabbia -. C'è un'intera generazione che è stata abbandonata alla precarietà. Altro che imprenditori. Abbiamo imparato a gestire soltanto fatiche, frustrazioni, difficoltà». L'ex art director non ha timore a prendersela anche con gli esodati. «Certo che ho detto a Camusso che il sindacato pensa solo agli esodati. È vero! E noi precari a cinquanta-sessant'anni chi siamo? Ultimi degli ultimi». Ma non si rischia così una guerra tra poveri? «Ci sono esodati in seria difficoltà, è verissimo - continua Giannelli -. Ma ci sono anche quelli che hanno ricevuto ottime buonuscite».

Adesso Giannelli ha chiuso anche la partita Iva. «Negli ultimi tre anni non sono riuscita a guadagnare abbastanza per pagarmi i contributi - racconta -. E guardi che io dallo Stato ho avuto ben poco. Giusto un anno di disoccupazione nel '93. I miti della signora sono Rosa Luxemburg e San Francesco. Ma oggi da chi si sente rappresentata? «Da nessuno! Ho votato Pisapia, ma adesso anche lui mi ha deluso. Solo nel Movimento 5 Stelle non ho perso la fiducia. Sono gli unici che stanno cercando di cambiare le cose». Giannelli fa anche parte di un'associazione, la Atdal, che sostiene chi perde il posto di lavoro a quarant'anni. «Io nel '93 sono stata tra le prime. Il mondo della pubblicità ha eliminato i "vecchi" con ogni mezzo. Per me gli ultimi vent'anni sono stati un disastro. Ma credo anche quelli del Paese non siano stati da meno. Lo dica: la mia storia non è un'eccezione. Dietro di me c'è un popolo. Che aspetta solo l'occasione giusta per tirare fuori tutta la sua rabbia».
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1 commento:

  1. Onnipresente alle manifestazioni di noi esodati, il tuo ringraziamento è accusare la CGIL di aver "tutelato" solo gli esodati.
    Complimenti Dilva Giannelli, farai strada e ti sentirai realizzata continuando ad attaccare chi è più vicino a te. Ti credevo alleata di una stessa partita dei "disgraziati" da salvare. Devo ricredermi.
    Forse nel M5S non hanno ancora avuto tempo di conoscerti. Sono sicura che prima della fine della legislatura accuserai anche loro di qualcosa che si concluderà con il tuo autogratificante e vibrante VERGOGNA!

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