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giovedì 21 giugno 2012

Esodati ne parla anche la "Gazzetta"

Mercoledì, 20 Giugno 2012 - Rubrica ALTRI MONDI
Il ministro Fornero ieri è andato in Senato a riferire sugli esodati...
La sola parola mi fa venire l'orticaria...

Il ministro ha dato la definizione: «I lavoratori che meritano di essere salvaguardati dagli effetti del recente inasprimento dei requisiti per l'accesso alla pensione».

Mi rispieghi tutto daccapo, per favore.
La riforma delle pensioni varata dai tecnici quasi subito dopo il loro insediamento ha slittato l'età del ritiro per tutti. Ora, negli anni passati le aziende hanno fatto migliaia di accordi in cui hanno incentivato a uscire i lavoratori più avanti negli anni offrendo magari uno scivolo che permettesse di raggiungere la data del pensionamento senza restare per un periodo senza reddito. Senonché la riforma ha rinviato il momento dell'andata in pensione, e dunque questi lavoratori si sono trovati a camminare su un ponte che non si collegava più all'altra riva. Questi lavoratori si sono ritrovati a un tratto, e non per loro colpa, sospesi sul vuoto: l'azienda aveva già dato quello che doveva dare e la pensione invece non c'era più. Tragedie, molte volte. Era escluso che si potesse tornare indietro, rinegoziando gli accordi i primi a far sapere che non era neanche il caso di parlarne sono stati quelli delle Poste. L'unica strada era derogare alla nuova legge sull'andata in pensione, ammettendo che per i lavoratori che si trovavano in queste condizioni potevano essere applicate le vecchie regole.
Di quanti lavoratori si trattava?
Questo è il punto. Il governo — cioè il ministro Elsa Fornero — ha detto fin dal mese di dicembre che si trattava di 65 mila persone. Probabilmente avevano calcolato che non ci sarebbero stati i soldi per più di 65 mila persone. Si deve infatti ricordare che la riforma delle pensioni è stata varata in un momento di stretta finanziaria tremenda, con lo spread che era stabilmente oltre i 500 punti. Proprio quella legge ha contribuito a farlo scendere fino alla mitica quota di 275, purtroppo subito perduta, ma per altre ragioni.

Quindi non sono 65 mila. E quanti sono?
La Fornero ieri alla Camera ha detto che ci sono altri 55 mila «soggetti da tutelare oltre i 65 mila già individuati». I sindacati dicono che sono 390 mila, ieri la Fondazione dei consulenti del lavoro ha detto che non sono di sicuro meno di 370 mila. Nel valutare quello balletto di numeri bisogna tenere conto dell'astio che circonda la Fornero, un ministro che s'è fatto carico delle mosse più impopolari e che almeno solo per questo meriterebbe più considerazione. I sindacati sono dal loro punto di vista giustamente fuori di sé perché la riforma delle pensioni – per una precisa volontà di Monti – è stata fatta senza di loro e tentano tutte le vie per ridiscutere la faccenda. Ieri al Senato la Fornero, lumeggiando — in modo piuttosto vago, ma allo stato sarebbe forse difficile far diversamente — qualche possibile soluzione per questi nuovi 55 mila, e per gli altri che dovessero saltar fuori negli anni a venire, ha detto: «Sono allo studio diverse ipotesi, su cui il governo vuole confrontarsi con le parti sociali e il Parlamento». Quindi un tavolo, o una promessa di tavolo, Cgil-Cisl-Uil l'avrebbero strappata. L'Inps ha partecipato attivamente a questa guerra alla Fornero, facendo uscire documenti riservati che avevano l'aria di dare un crisma di scientificità al numero 390 mila o 400 mila. La Fornero ci ha visto una trappola e ha risposto con estrema durezza. Ieri ha respinto con decisione l'insinuazione che lei stessa o il governo diffonda su questa materia dati falsi.
Da dove saltano fuori, in ogni caso, questi 370 o 390 mila?
Incrociando quello che ha sostenuto in una lettera al Corriere della Sera il senatore Pietro Ichino e quello che ha detto ieri ai senatori il ministro, sembra di capire che la questione è terminologica. I fautori del numero 370 o 390 mila calcolano quelli che, avendo compiuto 50 anni, hanno abbandonato o sono stati indotti ad abbandonare l'azienda. Il problema dunque sembrerebbe porsi così: è giusto – e siamo in grado – di salvare tutti quelli che sono usciti, a qualunque titolo o bisogna limitarsi a quelli che sono usciti fidando in una data di pensionamento che è stata a un tratto cambiata? Ichino ha scritto che bisogna abbandonare l'idea che un cinquanta-sessantenne sia per forza fuori dal mondo del lavoro. Lo Stato, invece di «salvaguardarlo» mandandolo in pensione anticipata, lo aiuti a reinserirsi. Concetti che il ministro ha fatto suoi ieri. «La nuova cultura del lavoro — ha detto — deve liberarsi dall'idea che superati i 50 anni ci si avvicini verso il declino delle capacità lavorative e che sia impossibile per un sessantenne trovare un lavoro anche solo part-time».
 
 

8 commenti:

  1. Non so' piu' come ripeterlo provi lei Ministro ad inviare o presentarsi con il C.V. POI VEDIAMO SE CIO' E' POSSIBILE. Paola

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  2. Ma perche' devono concentrarsi sui numeri? e non su un diritto soggettivo avente il requisito per andare con le vecchie regole? Poiche' in un paese civile gli accordi si rispettino, tutti coloro che si sono dimessi dal lavoro entro il 31-12-2011, hanno il sacrosanto diritto di andare in pensione applicando le norme previgenti. Quindi i dati dell'inps sono verosimili se si applica la certezza del diritto acquisito.

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  3. c'e' poco da spiegare lo sapevano gia' 7 mesi fa di quanto erano gli esodati ecc, hanno fatto finta di non saperlo cosi fanno cassa su di noi. ma le votazioni sono vicine. sopratutto non provatevi a trovare la soluzione esodati sotto le elezioni, g ia',quindi cercate una soluzione prima di votare!!!! almeno salvate la faccia se l'avete che credo proprio di no.

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  4. Che ne dite di questa semplice definizione di esodato: "Chiunque, entro il 31/12/2011, abbia firmato una proposta di uscita dal lavoro (individualmente o collettivamente) usufruendo di un incentivo all'esodo"? Che cosa importa poi se l'ha firmata il 31 dicembre 2011 oppure il 7 aprile 2008? Che cosa importa se si aspettava di percepire la pensione nel 2012 o nel 2017? L'unica cosa che conta è che quando ha firmato sapeva che quelle erano le regole vigenti! O no?

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  5. ESODATA DI POSTE DI 59 ANNI CERCA LAVORO PART TIME PER ALTRI OTTO ANNI POICHE' IL SUO TERMINE PER ACCEDERE ALLA PENSIONE SLITTERA' AL 2020/2021, DOPO AVERE GIA' LAVORATO QUASI 40 ANNI. REFERENZE: MINISTRO FORNERO.....MAGARI LICENZIATE UN GIOVANE E PRENDETE ME, VE LO CHIEDE LA FORNERO. ESODATA POSTE 53

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  6. ESODATA DI POSTE DI 59 ANNI CERCA LAVORO PART TIME PER ALTRI OTTO ANNI POICHE' IL TERMINE PER ACCEDERE ALLA PENSIONE E' SLITTATO AL 2020/2021 NONOSTANTE ABBIA LAVORATO CIRCA 40 ANNI. REFERENZE: MINISTRO FORNERO.... MAGARI LICENZIATE UN GIOVANE E PRENDETE ME, VE LO CHIEDE LA MINISTRA PER RISOLVERE IL GUAIO CHE HA CAUSATO LEI..ESODATA POSTE 53

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  7. Vorrei chiedere a Ichino/Fornero per quale ragione dovrei cercarmi "un lavoro" a sessantanni quando ne avevo uno professionalmente adeguato ed adeguatamente tutelato? Forse per "coprire" la rapina della Fornero? Ma ritiratevi a vita privata che fareste un bene al popolo italiano!

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  8. l'onorevole ichino con quale faccia di culo fa certe proposte , io ho sessantanni e sono un esodato poste ho accettato perche' il 2013 dovevo prendere la pensione altrimenti sarei rimasto a lavorare , comunque perche' noi dobbiamo essere trattati come bestie e loro si sono salvaguardati la pensione a 60 anni ... tuti i politici si dovrebbero vergognare .. andate tutti a casa che fate un favore all'italia e agli italiani.. viva beppe grillo...

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