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mercoledì 27 giugno 2012

La Riforma Fornero: il lavoro non è un diritto

La Riforma Fornero: il lavoro non è un diritto
giugno 27, 2012
“Stiamo cercando di proteggere le persone e non i loro posti di lavoro. Gli atteggiamenti delle persone devono cambiare. Il lavoro non è un diritto;. Deve essere guadagnato, anche attraverso il sacrificio”. Le affermazioni del ministro Elsa Fornero al Wall Street Journal rappresentano un programma politico nella loro secchezza e anglosassone sintesi. Spesso, quando si danno interviste ai giornali stranieri, si dice meglio quello che si pensa davvero, lo spirito di fondo che muove le proprie azioni.
Da quello che capiamo noi, avendo seguito il ministro dal momento del suo insediamento, la filosofia che la ispira è quella di una società, probabilmente idealizzata, in cui le persone non stiano ferme sul posto, si diano da fare, si “guadagnino” appunto il lavoro piuttosto che aspettare che questo gli piova dal cielo. E’ un concetto che abbiamo sentito più e più volte, addirittura dagli anni 80 quando un craxiano con i boccoli, come Gianni De Michelis, consigliava ai giovani di imparare ad “arrangiarsi”.
Solo che è un concetto che non fa i conti con quell’impegno certosino e generoso di migliaia e migliaia di giovani e meno giovani, precari e disoccupati, che accettano di combattere una quotidiana battaglia, sempre impari, per conquistare una vita decente. A sentire certe affermazioni del ministro sembra che questa realtà non esista e che, al contrario, i giovani disoccupati siano seduti sul divano ad aspettare l’offerta migliore. Il modo migliore per descriverli, del resto, da parte di chi non sa risolvere il problema dell’occupazione.
Per questo di un’espressione che dice che “il lavoro non è un diritto” resta solo la parte amara, quella vera. Il lavoro viene lentamente espunto dalla giurisprudenza europea dal novero dei diritti non tanto garantiti ma su cui una società è impostata e cerca di convergere. E non è un caso che nell’intervista al WSJ questo concetto venga declinato in altre forme. La riforma, spiega infatti Fornero, “è anche una scommessa sugli italiani cambiare il loro comportamento in molti modi”.
Ma è il quotidiano finanziario a ricordare l’essenziale quando afferma che “uno dei principi chiave della nuova legge è che i datori di lavoro saranno in grado di licenziare i singoli lavoratori per motivi economici”. “Forse il più grande significato dello sforzo della signora Fornero - continua il WSJ - è che la legge ha smantellato la vacca più sacra del lavoro in Italia, l’articolo 18 dello Statuto dei Lavoratori”. Si possono fare tutti i discorsi del mondo, teorizzare le migliori filosofie di vita e del lavoro, ma la “riforma Fornero” entrerà nella storia, e sarà ricordata, solo per questo.
(Leggi)
Leggi anche: il Post Viola

 

9 commenti:

  1. MA AI SUOI FIGLI GLI SONO PIOVUTI DAL CIELO I POSTI FISSI DI LAVORO, SENZA NESSUN SACRIFICIO. PURTROPPO LE REGOLE NON VALGONO PER TUTTI....

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  2. Il lavoro deve essere guadagnato anche con sacrifici.Davanti a questa affermazione devo fare un mea culpa:quando i miei figli, erano piccoli, raccomandavo loro: studiate, fatevi una cultura , non per il lavoro ma per voi stessi per la vostra vita. Adesso che diplomati e laureati si sono adattati a lavori qualsiasi (per nulla inerenti ai loro studi)posso dire avete trovato questo perche' non vi siete abbastanza sacrificati, una meschina consolazione, ma e' cio' che un Ministro della mia Repubblica mi fa notare. Povera Italia. Paola

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  3. LA MINISTRA NON SI SMENTISCE MAI!!OGNI VOLTA CHE APRE BOCCA DICE SOLO CAVOLATE.UNA DOMANDA NASCE SPONTANEA: MA DOVE HA CONSEGUITO LA LAUREA? LUCIA

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  4. si commenta da sola questa notizia!
    mi chiedo se è giusto pagare una che evidentemente prima di sedersi al suo posto si beve un bottiglione di vodka! ma Monti la sente o fa finta di niente? mandatela a fare un bel trattamento a casa sua ....per sempre però

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  5. Evviva la sincerità. Peccato, però, che l’articolo 4 della Costituzione italiana dica tutt’altro e che definisca il lavoro un diritto. Rileggiamolo assieme: ”La Repubblica riconosce a tutti i cittadini il diritto al lavoro e promuove le condizioni che rendano effettivo questo diritto”. E dunque le cose sono due: o la Fornero non conosce la Costituzione su cui ha giurato o, peggio, non la riconosce. Chissà se anche il Pd, che si appresta a votare la riforma alla Camera dopo averla approvata al Senato, condivida quest’impostazione.

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  6. SIGNORI IL LAVORO NON E' UN DIRITTO,MA UN'OPTIONAL..........
    ESODATO POSTE

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  7. LA MINISTRO FORNERO CONTINUA A PARLARE A VANVERA.MA QUANDO IMPARERA' A TACERE?MI VIENE IL DUBBIO CHE LEI NELLE COSE CHE DICE CI CREDE E TROVA GUSTO E PIACERE A PROVOCARE E PUNZECCHIARE.COMUNQUE VUOLE ESSERE SEMPRE AL CENTRO DELL'ATTENZIONE PER SODDISFARE IL SUO MANIACALE BISOGNO DI PROTAGONISMO.ESODATA53

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  8. SIG.RA FORNERO QUELLO CHE LEI HA DETTO SUL LAVORO FA ACCAPPONARE LA PELLE.MA QUANDO APRE LA BOCCA NON PENSA ALLE COSE CHE DICE? NON PROVA VERGOGNA QUANDO RICEVE INVETTIVE E SUSCITA ILARITA'? TUTTO CIO' E'SCONCERTANTE!!!!ESODATA53

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  9. Ha ragione la fornero, il lavoro non è un diritto. Come potrebbe giustificare la figlia, che di lavori fissi ne ha due? Se fosse un diritto, il lavoro, uno dovrebbe cederlo ad un'altra persona: ma si è mai visto una cosa del genere? togliere un secondo incarico per darlo ad un morto di fame???????

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