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martedì 14 agosto 2012

Cazzola: c’è un modo per “evitare” la riforma Fornero

PENSIONI/ Esodati. Cazzola: c’è un modo per “evitare” la riforma Fornero
martedì 14 agosto 2012
Il tormentone degli esodati non conosce tregue, nonostante il decreto legge sulla revisione della spesa ne abbia individuati e finanziati altri 55 mila. Prima della pausa estiva, la Commissione lavoro della Camera ha varato, come se si trattasse di un saldo di stagione, una proposta di legge che ha l’ambizione di risolvere, in un sol colpo, quel groviglio di questioni che sono riconducibili al tema dei cosiddetti salvaguardati, ovvero a quei casi che saranno risparmiati dall’applicazione dei nuovi requisiti di accesso al pensionamento disposti dall’articolo 24 del decreto Salva Italia (dl 201/2011) e dalle successive modifiche introdotte nel decreto milleproroghe. Il provvedimento ha un chiaro sapore elettorale perché è destinato a morire in Commissione bilancio a causa dell'insufficienza di copertura.
Prima di ogni altra considerazione, tuttavia, è opportuno tener presente che buona parte dei risparmi derivanti dal decreto sulla revisione della spesa è servita a far salire a 120mila i casi di quanti andranno in quiescenza con le precedenti regole. La copertura necessaria è quindi salita a un importo complessivo a regime di circa 9 miliardi. Sono stati così garantiti (ecco i primi 65 mila) non solo i lavoratori in uscita nel corso del 2013, ma anche una quota di quelli che usciranno nel 2014.
Al di là dell’attenzione che meritano tante situazioni di carattere personale, messe in difficoltà, nei loro progetti di vita, dal forte e inatteso inasprimento dei requisiti anagrafici introdotti dalla riforma Fornero, sarà ora di rendersi conto che la strada delle deroghe (ovvero dell'individuazione delle categorie risparmiate dai nuovi requisiti) non conduce da nessuna parte, perché risulta impossibile - e l’inconcludente "guerra dei dati" lo dimostra - provvedere con equità a tutte le fattispecie meritevoli di tutela.
La legge ha individuato già una ricca casistica di fattispecie prevalentemente gestite attraverso forme collettive o documentabili (lavoratori in mobilità, in regime di versamenti volontari, sottoscrittori di accordi di esodo, inseriti in fondi di solidarietà, ecc.): come è sempre avvenuto in analoghe circostanze, tale casistica, oggettivamente insufficiente a rispondere a tutte le richieste di tutela, impone, per mere ragioni contabili, l’adozione di requisiti selettivi d’accesso, attraverso le classiche modalità a cui ricorre il legislatore (le decorrenze, il numero dei contributi versati, l’età anagrafica, il livello di pubblicità dell’atto, ecc.).
Ed è proprio il limite strutturale del metodo delle deroghe a creare sentimenti di frustrazione negli esclusi, fino a generare spinte sostanzialmente abrogative della riforma, perchè non avrebbe senso vantarsi del sistema pensionistico più rigoroso nell'Ue e constatare nelle stesso tempo che esso è costellato di deroghe, tanto da essere applicato in minima parte.
Fermo restando quanto disposto sinora, la via d’uscita può essere quella di inserire nel sistema, quale misura sperimentale di flessibilità, a valere per tutti (esodati e non), una forma di pensionamento anticipato volontario, che richieda, a regime, un’età anagrafica di 61-62 anni e un requisito contributivo di 35 anni, a fronte però del corrispettivo di una prestazione liquidata interamente con il calcolo contributivo.
L’idea nasce da una norma vigente poco conosciuta e ancor meno usata. La introdusse il ministro Roberto Maroni nelle legge n. 243 del 2003; consentiva alle lavoratrici, in via sperimentale fino a tutto il 2015, di andare in pensione facendo valere 57 anni di età e 35 di contributi. In questa legislatura la norma è sopravvissuta a tutte le riforme salvo essere sottoposta all’obbligo di sottostare alla finestra mobile di 12 o 18 mesi prima di accedere al trattamento pensionistico. Per chi si avvale di tale opzione la prestazione è calcolata interamente con il metodo contributivo, anche con riferimento ai periodi antecedenti il 1996.
E’ la penalizzazione economica la principale ragione dello scarso utilizzo di tale facoltà. Ora, però, dopo l’introduzione pro rata del calcolo contributivo a partire da 1° gennaio di quest’anno, la norma potrebbe essere valutata in una diversa prospettiva. Così, se la si estendesse anche agli uomini e si incrementasse gradualmente il requisito anagrafico, la disposizione potrebbe diventare, pur in un ambito di penalizzazione economica revisionata e corretta, un'opportunità che consente di ovviare in parte a quella inadeguata considerazione della fase di transizione di cui è sofferente la riforma Fornero.

7 commenti:

  1. On. Cazzola, non sono gli esodati che fanno lievitare la spesa previdenziale e tanto meno sottraggono le risorse ricavate dalla revisione della spesa. A questo punto è bene ricordare a tutti i politici che gli esodati sono stati defraudati dalla riforma Fornero, in quanto la stessa ministro ha pensato bene di fare cassa sottrandoci la pensione. Pertanto ben venga ogni provvedimento che restituisca il maltolto.
    Resto cmq incredulo dal suo comportamento, in quanto Ella è stato il primo a chiedere per noi esodati di applicare la legge n. 243 del 2003, salvo poi di non votarla in commissione lavoro, anzi, adesso pensa pure di inasprirla elevando l'età a 61 o addirittura a 62. E' proprio vero che non si finisce di conoscere le persone.
    Giuseppe53

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  2. Quella della pensione calcolata interamente con il calcolo contributivo secondo me NON E' ASSOLUTAMENTE PRATICABILE:
    Personalmente l'ho valuta con attenzione ,ed il risultato é stato una pensione da dicembre 2013 pari a € 610,00 per contro di quello che percepirei aspettando maggio 2022 pari a € 1700,00.
    Vi sembra un'ipotesi accettabile dopo quasi 34 anni di contributi??????????

    N.B. Per avere un tale ''contentino'' dovrei versare circa €19.000,00 per arrivare ai 35 anni richiesti .
    QUESTA SI CHE E' EQUITA' !!!!!!!!!!!!!!!!!

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  3. Quando per la prima volta l'ho vista e ascoltata, non mi sembrava vero che una persona del PDL, potesse parlare cosi' bene in nostro favore, tanto da seguirla alla fine del convegno, per ringraziarla. Dov'e' finito il suo impegno e la sua voglia di correggere questa ingiustizia? Non mi dica che si e' stancato di noi!!! Perche' noi come ben vede siamo ancora qui. a chiedere di riavere i nostri diritti. Paola

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  4. Non mi stancherò mai di dirlo, questa persona è quanto ci resta di Berlusconi .Perciò cosa pretendiamo visto la situazione che ha lasciato il paese.Il governo Berlusconi non ha mai fatto niente per i lavoratori e pensionati,hanno pensato solo ai propi interessi.Sono deluso anche dalla Sinistra, questa era l"occassione buona di battere i pugni,forti di avere alle spalle tutti noi.

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  5. SIG. CAZZOLA LE "PREDICHE" LE RIVOLGA AI COMPONENTI DEL SUO PARTITO CHE CON LA LORO SCELLERATA POLITICA HANNO ROVINATO L'ITALIA.ABBIA UN BRICIOLO DI DIGNITA' E TACCIA.LUCIA

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  6. Non capisco il vostro autolesionismo.Cosa pensate di fare alle prossime votazioni?Era la volta buona x cancellare l'immagine di Silvio bunga bunga.Sarebbe stato votato solo se avesse compiuto la buona azione NEI NOSTRI riguardi, invece vi state scavando la FOSSA sempre piu' profonda.NON vi crede nemmeno chi come me vi ha votato con tanta fiducia sperando in un domani gioioso ed equo.................La tomba ve la scavate per poca sagacia..........raffaele c e la sua famiglia

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  7. Non capisco il vostro autolesionismo.Cosa pensate di fare alle prossime votazioni?Era la volta buona x cancellare l'immagine di Silvio bunga bunga.Sarebbe stato votato solo se avesse compiuto la buona azione NEI NOSTRI riguardi, invece vi state scavando la FOSSA sempre piu' profonda.NON vi crede nemmeno chi come me vi ha votato con tanta fiducia sperando in un domani gioioso ed equo.................La tomba ve la scavate per poca sagacia..........raffaele c e la sua famiglia

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