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venerdì 17 agosto 2012

Iva, esodati e 5 per mille. Cosa cambia con la spending review
Le disposizioni definitive del decreto dopo la pubblicazione sulla Gazzetta Ufficiale
16-08-2012
Blocco degli aumenti dell'iva, una nuova finestra per gli esodati e un'ancora di salvezza per i fondi del 5 per mille dell'irpef, destinati alle attività del non profit. Sono queste le principali disposizioni contenute nella parte finale (il titolo V) della spendng review, cioè il decreto di revisione della spesa statale che è ormai divenuto “legge”, dopo la pubblicazione del testo sulla Gazzetta Ufficiale del 14 agosto. Ecco le principali misure contenute nel titolo V, con alcune piccole modifiche alla versione iniziale, apportate in Parlamento dalle forze politiche di maggioranza.
TUTTO SULLA SPENDING REVIEW
IL BLOCCO DELL'IVA (ARTICOLO 21).
Slitta in avanti l'aumento di due punti percentuali dell'Iva (imposta sul valore aggiunto) che il governo aveva messo inizialmente in agenda per l'ottobre di quest'anno. La crescita dell'imposta ci sarà, ma soltanto a partire dal luglio del 2013 e fino al dicembre successivo. Dall'estate del prossimo anno, dunque, l'aliquota ordinaria dell'imposta salirà dal 21 al 23% , mentre per quella intermedia è previsto un incremento dal 10 al 12%. A partire dal 2014, invece, l'iva subirà nuovamente una retromarcia con una discesa delle aliquote al 22 e all'11%. Il testo del decreto specifica però che gli aumenti del 2013 potranno essere bloccati definitivamente se il governo riuscirà, entro il 30 giugno, a centrare tutti gli obiettivi di risparmio di spesa (per complessivi 6,6 miliardi) previsti dalla spending review.
IL CAPITOLO ESODATI (ARTICOLO 22).
Grazie ai tagli alla spesa, il governo ha trovato 1,2 miliardi di euro di risorse per tutelare altri 55mila esodati, cioè i dipendenti in cassa integrazione o in mobilità, che rischiavano di rimanere senza lavoro e senza pensione, dopo l'entrata in vigore dell'ultima riforma previdenziale voluta dal ministro del welfare, Elsa Fornero (che ha spostato in avanti l'età di pensionamento). Sono sostanzialmente due le categorie di esodati che beneficiano del provvedimento: la prima è rappresentata da coloro che hanno firmato, prima del 31 dicembre scorso, un accordo per entrare in cassa integrazione o in mobilità, anche se il loro ammortizzatore sociale non era stato ancora attivato al momento dell'approvazione della riforma Fornero (cioè il 4 dicembre 2011). La seconda categoria di beneficiari è rappresentata invece dai dipendenti che matureranno il diritto alla pensione tra il 31 dicembre 2013 e il 31 dicembre 2014 e che hanno avuto l'autorizzazione alla prosecuzione volontaria del versamento dei contributi.
400 MILIONI AL 5 PER MILLE (ARTICOLO 23).
La lunga sfilza di tagli della spending review ha risparmiato invece i fondi (inizialmente in bilico) derivanti dal 5 per mille dell'irpef, cioè la quota di imposte che i contribuenti possono destinare (su base volontaria) alla ricerca scientifica, a iniziative benefiche, di solidarietà o di volontariato. Nel 2013 (come stabilito anche negli anni precedenti) il decreto di revisione della spesa pubblica fissa però per questi fondi un tetto di 400 milioni di euro. Le risorse non utilizzate il prossimo anno potranno inoltre essere recuperate nel 2014 o negli esercizi successivi. Un emendamento alla spending review approvato in Parlamento prevede la possibilità di dirottare ai fondi del 5 per mille anche i contributi pubblici in avanzo destinati inizialmente ai partiti politici che si sono sciolti nel corso dell'anno.
GLI ALTRI STANZIAMENTI.
Negli ultimi articoli della spending review (sempre al titolo V) sono presenti inoltre numerosi stanziamenti che fanno somigliare il decreto a una vera e propria manovra finanziaria, più che a un programma di tagli alla spesa. Nelle maglie del provvedimento, per esempio, ci sono un miliardo di euro destinati alle missioni di pace, 100 milioni circa per i libri di testo gratuiti, altri 400 milioni destinati al settore dell'autotrasporto, 90 milioni per le università private e un mega-rifinanziamento di 700 milioni al Fondo Letta, cioè il serbatoio di risorse a disposizione della presidenza del consiglio, per fronteggiare gli eventi imprevisti.
(Leggi)

3 commenti:

  1. Dunque, chi non rientra nei 65000 non entra nei 55000.....e resta fuori.
    Chi non rientra nei 55000...resta fuori.
    Poi ci sono chi resta fuori ancora da tutto....
    Che bella prospettiva....
    egoser52

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  2. MA 1,2 MILIARDI DI EURO COME FARANNO A BASTARE PER I 55000 ESODATI SE NE OCCORRONO 5 DI MILIARDI PER I 65000? SI CONTINUA A CIURLARE NEL MANICO ED A GIOCARE CON I NUMERI.VERGOGNA!!!ESODATA53

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  3. Mi sembra tutta una buffonata, invece di risparmiare su capitoli di spesa importanti, per scopi lodevoli, li spendono in sciocchezze. Intanto per i 55.000 da salvaguardare ci sono solo 1,2 miliardi.Mi pare un po' poco. Paola

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