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mercoledì 24 ottobre 2012

Elsa Fornero, un anno da ministro

 Elsa Fornero, un anno da ministro. Vissuto pericolosamente
Pensioni, esodati, riforme, comunicazione. La titolare del Welfare e del Lavoro non ne ha azzeccata una
Meno di un anno fa quelle lacrime nell’annunciare una riforma delle pensioni, che ancora oggi la perseguita per la sciatteria con cui è stata scritta, avevano fatto diventare Elsa Fornero una sorta di icona dei lavoratori. Il Paese era in piena “sbornia” tecnica, quando quello che usciva dalla bocca dei Professori era considerato puro vangelo, all’insegna del “tutti tranne Berlusconi”. Le lacrime venivano lette come un sentimento di vicinanza al Paese, a quelle categorie a cui il governo presenta il conto della crisi. Oggi scatenano sentimenti opposti e contrari per tutto quello che è venuto dopo. Oggi il ministro del Welfare è lo zimbello dei precari, in un Paese che vede la disoccupazione giovanile volare sopra il 35 per cento. Lei non sembra interessata a piacere (ci riesce benissimo), nonostante secondo molti retroscenisti stia cercando una collocazione politica in vista delle prossime elezioni. E’ riuscita a unire generazioni distanti e, almeno in teoria, in competizione. Quelli che escono dal mondo del lavoro, i famigerati 350mila esodati prodotti da quel capolavoro di riforma che porta il suo nome. E quelli che non riescono a entrarci, a cui il ministro ha spiegato che il “lavoro non è un diritto”, in barba alla Costituzione Italiana.
“LA RIFORMA DEL LAVORO? UNA BOIATA”
Partiamo dall’ultima ‘perla’, regalata durante un convegno nella sede di Assolombarda. “Bisogna entrare subito nel mercato del lavoro. I giovani devono mettersi in gioco in un mercato che deve essere più inclusivo e dinamico. Non bisogna mai essere troppo ‘choosy‘ , meglio prendere la prima offerta e poi vedere da dentro e non aspettare il posto ideale”. Choosy (schizzinosi) è oggi l’hashtag più utilizzato su Twitter, tra rabbia e ironia. La signora Fornero sale in cattedra e spiega ai ragazzi che chi si accontenta gode. Purtroppo non è facile “entrare nel mondo del lavoro”, e lei dovrebbe saperlo. Purtroppo il mercato non è inclusivo, ed è un pò troppo dinamico. Anche per colpa sua. Una provocazione in piena regola per le orecchie di milioni di giovani a cui la Fornero non ha pensato granchè in questi undici mesi al governo. Perchè se è vero che esistono gli ‘schizzinosi’ da lei descritti, è assurdo prenderli a esempio di una generazione, dimostrando di non avere il polso dell’economia reale, una lacuna imperdonabile per chiunque voglia permettersi di riformare il lavoro, chiedendo sacrifici sempre e comunque ai soliti noti.
Riforma definita una “boiata” non dai sindacati, ma dal presidente di Confindustria Giorgio Squinzi. Riforma che viene smontata pezzo per pezzo dallo stesso governo, fatta eccezione per la modifica dell’articolo 18 dello Statuto dei Lavoratori. Riforma che, per bocca della Fondazione studi dei consulenti del lavoro, non ha “nessuna ricaduta ricaduta positiva sul piano occupazionale. Diminuiscono i contratti a progetto senza che, in compenso, i lavoratori a chiamata, finito il periodo transitorio, vengano confermati”. Ma anche dando per scontato che il ministro abbia ragione, che messaggio è “meglio prendere la prima offerta”? Ragazzi che hanno preso una laurea, si sono specializzati, frequentato master costosi chiedendo sacrifici ai genitori o, molto spesso, lavorando per pagarsi gli studi, come reagiscono di fronte a una frase del genere?
E dire che il ministro non deve andare per strada per farsi un’idea in merito. Sua figlia, classe 1974, si è laureata in Medicina a soli 24 anni. Specializzazione, dottorato, master. Uno via l’altro. Ha ottenuto un incarico ad Harward. Oggi è professore associato di Genetica medica alla facoltà di Medicina dell’Università di Torino e responsabile della ricerca della fondazione Hugef. La figlia del ministro è sicuramente una professionista capace, preparata e assolutamente non-choosy. Come milioni di ragazzi della sua età. A sua figlia nessuno deve aver regalato niente, ma è curioso il fatto che insegni nella stessa Università in cui mamma e papà (l’economista Mario Deaglio)fanno lo stesso. Come è curioso che la fondazione Hugef sia stata finanziata dalla Fondazione San Paolo, principale azionista di Banca Intesa, ultimo datore di lavoro del ministro.
IL FORNERO-PENSIERO SUL LAVORO
L’uscita della Fornero potrebbe essere derubricata a gaffe (lei stessa ha smentito di aver usato il termine ‘schizzinosi’), concedendole la scusa dell’errore di comunicazione. In Italia siamo abituati. Ma quella frase fa parte del Fornero-pensiero, lei stessa l’ha dimostrato nel corso di questo 2012. A giugno, intervistata niente meno che dal Wall Street Journal, scandì una frase che deve aver fatto tremare i costituzionalisti: “Il lavoro non è un diritto”. Ma come, signora ministro? Lei ha giurato sulla Costituzione italiana, non ricorda l’articolo 1? “L’Italia è una Repubblica democratica fondata sul lavoro” (Il lavoro non è un diritto, sentenzia la Fornero).
Poi si è “corretta”, ma non ha chiesto scusa. Del resto non l’ha fatto neanche con gli esodati. Il ‘tecnico’ Fornero mentre scriveva la riforma delle pensioni, forse con la vista annebbiata dalle lacrime che scendevano copiose, si era dimenticata di tutti quei lavoratori che si erano accordati con le aziende e avevano ottenuto uno “scivolo” verso la pensione. La riforma del ministro li aveva lasciati senza lavoro, senza pensione, senza scivolo. Fatto il danno, non ha provato neanche a metterci una toppa, sostenendo contro ogni logica e calcolo che gli esodati fossero meno di centomila. Per settimane ha dato letteralmente i numeri, salvo poi cedere. Mesi dopo il ministero del Lavoro non ha ancora fatto i calcoli definitivi sugli esodati, nè trovato le risorse per salvaguardarli tutti. Del resto servirebbe “una paccata di miliardi” come rispose la nostra alla Cgil quando la segretaria Camusso osò chiedere risorse per gli ammortizzatori sociali senza tagliare l’assistenza.
Povera ministro, alle prese con questi lavoratori, troppo choosy di fronte alla sue carenze di comunicazione, troppo choosy nel non accettare di rimanere senza lavoro nè pensione, troppo choosy di fronte a un futuro senza prospettive. “It’s the economy, stupid!”
(Leggi)

1 commento:

  1. I FATTI SI COMMENTANO DA SOLI.....E NON ESISTONO AGGETTIVI PER CLASSIFICARE QUESTA MINISTRA CHE FAREBBE BENE A CUCIRSI LA BOCCA!!!ESODATA53

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