Indirizzo mail

Puoi contattarci scrivendo a: cumpustela@gmail.com

mercoledì 24 ottobre 2012

La Rete dei Comitati scrive al direttore del Corriere della Sera

La Rete dei Comitati risponde alla lettera del Ministro Fornero al Corrirere della Sera del 23-10-2012

Egregio Direttore,
facciamo riferimento alla lettera del Ministro Fornero che il suo giornale ha pubblicato il 23 Ottobre.
In tale lettera il ministro sostiene alcune tesi e fa alcune affermazioni relative alla sua riforma delle pensioni che meritano di essere approfondite e, a nostro avviso, contestate.
In particolare il Ministro, con riferimento alla riforma delle pensioni ci dice che “le difficoltà della finanza pubblica e i vincoli europei imponevano una netta correzione di rotta” ma che soprattutto fu offerta ”l’opportunità di disegnare un sistema maggiormente rispettoso dell’equità tra ed entro le generazioni”.
Nessuno può contestare che le finanze del paese versassero ( e versano ancora oggi e in peggio) in condizioni disastrose; da qui però a correlare tale disastro al sistema previdenziale e fare di quest’ultimo l’obiettivo di una riforma draconiana ce ne corre.
I numeri forniti dall‘INPS anno dopo anno danno evidenza di una sostanziale stabilità raggiunta dal Fondo Previdenziale Lavoratori Dipendenti ( i più colpiti dalla riforma Fornero) già dal 2008 e di un attivo dal comparto previdenziale complessivo nel 2011.
I dati poi, relativi ai primi 9 mesi del 2012, mostrano un calo verticale dei trattamenti pensionistici, in ragione delle ultime riforme precedenti a quella del Ministro Fornero e senza che quest’ultima abbia ancora generato alcun risparmio. Ciò non deve ingenerare stupore, dato che il pesante e persistente passivo dell’INPS non proveniva né proviene dalla previdenza, bensì dall’assistenza, che genera un buco di circa 70 miliardi di euro all’anno e che le precedenti riforme avevano ampiamente stabilizzato il sistema.
Non vi è alcuna correlazione tra l’enorme debito pubblico e la spesa squisitamente previdenziale, né tra i conti dello Stato nel 2012 e la riforma Fornero, né tra la riforma e lo stato del sistema previdenziale ad essa antecedente che, a dire del Ministro, la sollecitava drammaticamente.
In assenza di qualsiasi beneficio a breve, che avrebbe dovuto farci arretrare dal baratro finanziario, viene da chiedersi quale sia l’effetto positivo della riforma in questo senso e purtroppo la nostra conclusione è che la riforma mirasse a “lisciare il pelo” alla speculazione internazionale mandando messaggi circa misure di estremo rigore che la stessa avrebbe apprezzato; esito che non si è avuto, dato che lo spread è calato significativamente solo dopo la presa di posizione della BCE.
Sgombrato il campo dal falso teorema che la previdenza affossasse l’INPS e i conti dello stato, veniamo all’altro pilastro sul quale Fornero appoggia la sua riforma e cioè l’equità intergenerazionale (ci sfugge cosa intenda il Ministro per equità “entro” le generazioni).
La tesi è che la riforma garantirebbe un riequilibrio tra i giovani che attualmente pagano le pensioni degli anziani e questi ultimi che, appunto le percepiscono.
A parte un veloce commento circa il fatto che qualsiasi sistema previdenziale a ripartizione si basa, differentemente dai sistemi a capitalizzazione, su una popolazione attiva che finanzia le pensioni dei quiescenti e che gli attuali anziani che si vanno a colpire hanno a loro volta finanziato le pensioni dei loro padri, francamente non vediamo a oggi alcun riequilibrio intergenerazionale e ciò a causa della destinazione dei risparmi della riforma i quali sono stati iscritti a bilancio di previsione dello Stato. Se il Ministro intendeva che i suddetti risparmi sarebbero stati accantonati per garantire pensioni migliori ai giovani di oggi, ciò non è avvenuto e l’unico effetto della sua riforma sui giovani di oggi è una vita lavorativa molto allungata, la più lunga prevista in Europa.
Tra l’altro, l’avere destinato i risparmi interamente a riduzione del debito ha creato i presupposti per un problema di finanziamento di salvaguardie aggiuntive a quelle pensate originariamente (e poco avvedutamente) e rivelatesi clamorosamente insufficienti, dato che i detti risparmi sono stati “spesi” prima di averli e quindi rinunciare a una parte di essi per risolvere un problema sociale grave è diventato un dilemma. Avremmo molto da ridire su questa frettolosità contabile che ci ricorda altri governi del passato che mettevano a bilancio poste di ricavi aleatori per trovarsi poi a manovre di emergenza o per lasciare la patata bollente a governi successivi.
Invece, una riforma a nostro avviso seria e dovuta da tempo sarebbe quella di separare in modo ferreo la previdenza INPS dall’assistenza, in modo da fare molta chiarezza sui numeri anche a livello di comunicazione sociale; lungi da ciò, si è deciso di aggiungere confusione alla confusione accorpando all’INPS anche l’INPDAP.
Il Ministro, recentemente, anche a seguito di numerose contestazioni nelle sue uscite pubbliche, sottolinea frequentemente la sua disponibilità al dialogo; per parte nostra recepiremmo volentieri questa sua attitudine innovativa rispetto alle pratiche che hanno contraddistinto fino a ora la sua attività di governo e saremmo lieti di avere con il Ministro un confronto pubblico nel quale dibattere i temi di cui sopra e altri parimenti gravi quale quello dei non salvaguardati, uscendo dalle affermazioni di massima per entrare nei dettagli, numeri alla mano, dando modo al Ministro, se ci riuscirà, di smentirci su quanto abbiamo affermato sopra. Purtroppo fino a oggi non abbiamo visto il Ministro partecipare a un singolo dibattito pubblico con controparti effettive, ma piuttosto rifugiarsi in confortevoli interviste senza contraddittorio.
In assenza di una possibilità di confronto che riteniamo il Ministro continuerà a rifuggire, confidiamo almeno nella pubblicazione di queste nostre precisazioni da parte del suo giornale.
Distinti saluti
Per la Rete dei Comitati: Michele Carugi

3 commenti:

  1. Io non so' ne scrivere ne tanto piu' parlare come lei!Pero' sarebbe bello che quanto ha esposto giunga all'attenzione o all'orecchio di chi tanto male ha fatto a tutti NOI!Cio' che e' qui scritto e' tutto cio' che si e' saputo fare in nemmeno un anno.Se e' bastata la simpatia e il carisma che una persona aveva sulle alte sfere del mondo non occorreva approfittarsi di chi non e' rappresentato e si trova con le spalle al muro!Cio' che scrive merita di piu' che un solo giornale. raffaele c e la sua famiglia

    RispondiElimina
  2. TUTTI GLI ESODATI POSTALI CHE HANNO FATTO GLI ACCORDI DI SCIVOLO ALLA PENSIONE PRIMA DELLA RIFORMA FORNERO DEBBONO ESSERE TUTTI SALVAGUARDATI.NON BISOGNA FARE DISTINZIONI DI GENERE:UOMINI O DONNE, O DI CLASSE 52 O DI CLASSE 53.BISOGNA TROVARE LE RISORSE PER TUTTI GLI ESODATI ANNO PER ANNO FINO AD ESAURIMENTO DEGLI ESODATI CHE RIENTRINO NELLA FATTISPECIE.SALUTI A TUTTI GLI ESODATI D'ITALIA

    RispondiElimina
  3. Un grazie a Michele Carugi, che molto si e' prodigato e continua a farlo per noi, con le sue esposizioni, chiare e puntuali. Paola

    RispondiElimina