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lunedì 29 ottobre 2012

Gli esodati e la matematica attuariale

29 ott 2012
Gli esodati e la matematica attuariale
Ogni tanto e’ utile guardare ai problemi in modo un po’ distaccato, addirittura professorale. Si vedono cose che l’emotivita’ annulla. Vorrei provare a guardare in questo modo alla questione degli esodati. Credo il risultato giustifichi la prova.
Per far questo pero’ e’ necessario un esempio, diciamo cosi’, astratto – che identifica quello che a me pare il punto economici cruciale della questione esodati, tralasciando tutti i dettagli pur importanti.
In buona sostanza, la questione degli esodati creata dalla Riforma Fornero riferisce al trattamento pensionistico differenziato di due tipologie astratte di lavoratori: alla prima (non-esodati) si chiede di andare in pensione piu’ tardi di quanto pianificato con una pensione essenzialmente uguale; alla seconda (esodati) si chiede di attendere piu’ di quanto pianificato per ricevere la pensione, anche in questo caso essenzialmente uguale. (Non e’ proprio cosi’, ma astraggo, come promesso).
Nel primo caso, il lavoratore essenzialmente lavora gratuitamente (perde la pensione ma ha il salario) per un periodo di tempo. Nel secondo caso, il lavoratore esodato non lavora (e non prende salario). In prima approssimazione pero’, il taglio nella pensione dell’esodato e’ essenzialmente lo stesso del non-esodato.
La distinzione fondamentale quindi non e’ in quanto la riforma fiscale colpisce i due lavoratori: il problema e’ che l’esodato, se non avesse risparmi, non avesse accesso ad un lavoro, non avesse accesso a credito da parenti, amici, banche, sistema previdenziale, potrebbe avere problemi a tirare la fine del mese mentre aspetta la pensione.
Che fare quindi? Dare la pensione agli esodati quando l’avevano pianificata e’ certamente possibile ma significa limitare i risparmi di bilancio della riforma (la spesa pensioni in Italia era – ed in parte ancora e’, ma questo e’ un altro discorso – eccessiva; non si poteva fare a meno della riforma – si poteva fare meglio, ma anche questo e’ un altro discorso). Non solo, ma questo significherebbe caricare il costo della riforma Fornero sui non-esodati, non un esempio di equita’. Inoltre molti degli esodati probabilmente troveranno lavoro, avranno risparmi, insomma, non avranno problemi a tirare la fine del mese (o non li avranno piu’ di quanto non li abbiano alcuni non-esodati).
Ma c’e’ un’altra possibilita’ – piu’ corretta e giusta a mio parere. E’ la seguente: dare agli esodati la pensione al momento in cui l’avevano pianificata, in modo che non abbiano problemi a tirare la fine del mese mentre la aspettano; ma dare loro una pensione ridotta in modo attuarialmente neutro (cioe’ in modo che il loro monte pensioni sia lo stesso, a parita’ di altri parametri di quello dei non-esodati). La riduzione sarebbe relativamente piccola: data una pensione di 20.000 Euro l’anno (circa 1.666 Euro al mese), due anni di aggiustamento attuariale al 2%, assumendo una speranza di vita alla pensione di 20 anni, comporterebbero una riduzione di circa 140 Euro al mese (di 120 con un tasso di interesse del 4%).
Concludo e riassumo: la questione degli esodati non e’ che essi sono danneggiati dalla riforma piu’ di chiunque altro – e’ che il danno per loro non e’ ben ripartito nel corso della pensione ma piuttosto concentrato in quegli anni in cui, senza lavoro, aspettano la pensione. La soluzione di questo problema non e’ di ridurre il danno, ma invece di ripartirlo meglio nel corso della pensione.
 

6 commenti:

  1. Tutti cervelloni.
    In sostanza però, con la quale, o senza la quale, tutto rimane tale e quale.
    mario 1952

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  2. Come è bello parlare di cose che non ti toccano direttamente...e fare i maestri filosofi...
    Bello , vero ?

    egoser52

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  3. NON CI POSSO CREDERE!!! DICONO CHE C'é la fuga dei cervelli ma vedo che i migliori restano PURTROPPO in Italia per dare agli esodatiqueste belle lezioni di matematica!!
    Teresa "pensionata senza reddito" dal 2013 al 2019!!!

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  4. Carissimo giornalista della repubblica.it,forse hai fatto qualche conto sbagliato, quando affermi che in media la pensione sara' per noi di circa 20.000 mila euro all'anno, forse qualche direttore di poste, non semplici sportellisti e ti assicuro che la mia pensione al max sara' di poco piu' di 9.000 euro , scommetto che il tuo stipendio e' 3 o 4 volte la mia favolosa pensione. Come ben vedi anch'io guardo le cose non solo da un punto di vista unico. E quando scrivo 9.000 mi riferisco ad un intero anno. Paola

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  5. Vorrei un chiarimento:CHI e' che prenderebbe 20.000 (ventimila)euro all'anno di pensione? Forse non e' stata recepita la NOSTRA LOTTA se gia' la maggioranza di noi arriverebbe a mille e sporchi euro di pensione retributiva capite perche' nessuno vuol sentire parlare di contributivo!Sarebbe la fine di una vita che se prima era poco piu' che....dignitosa si trasformerebbe in FALLIMENTO!Quindi va bene portare a 20.000 annui ma cio' che avanza serva ad ampliare la VOSTRA(non nostra) platea visto che potrebbero, secondo i vostri astrusi CALCOLI, servire a qualcuno di noi che resta fuori! raffaele c e la sua famiglia

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  6. premesso che non so se il firmatario di questo astruso articolo sappia cos'è la matematica attuariale, voglio continuare a precisare a chi è ''ignorante'' in materia che gli esodati NON hanno chiesto di uscire dal lavoro, ma sono stati sollecitati dalle aziende (un modo legale di licenziare)e quando l'hanno fatto sapevano di dover aspettare da 2 a 4 anni prima di percepire la pensione, guadagnata dopo 35/40 anni di lavoro, non regalata come si vuol far credere , sapendo bene che pochi sarebbero arrivati a percepire 20.000 € l'anno come Lei si permette di calcolare. Perdipiù se qualcuno, preso da disperazione o da fame o impossibilitato a pagare le bollette o l'affitto o anche l'università del figlio, accettasse il CONTRIBUTIVO il già misero importo sarebbe ridotto di 300/400 €. E Lei capisce bene (credo, ma non conosco il suo stipendio) che se una cifra così viene decurtata da una cifra altrettanto piccola, forse rimane solo la Caritas come soluzione.
    Ma siamo persone e famiglie ONESTE che hanno vissuto con il proprio lavoro e se sono riusciti ad acquistare una casa o un qualsiasi altro bene l'hanno fatto con immensi sacrifici (parola sconosciuta ai nostri politici)
    Ma come mai questi calcoli non vengono fatti alle pensioni d'oro? Ultimamente abbiamo scoperto che c'è chi percepisce 1.300.000 € circa (€ più € meno) annue. VERGOGNA (SE ANCORA QUESTA PAROLA FA ARTE DEL VOSTRO VOCABOLARIO.
    Milena esodata

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