PREVIDENZA.Manifestazione, ieri mattina, davanti alla sede bresciana dell´Inps, da parte di chi attende comunicazioni
Gli esodati: «Siamo stati dimenticati»
Nel Bresciano sono 200 gli ex postali in attesa della pensione
«Non distribuisco caramelle agli esodati»: è la frase che Paola Preti, sessantunenne esodata delle Poste Italiane, ha scritto a mano sulla t-shirt che indossa, citando il Ministro del Lavoro, Elsa Fornero. «Ma neanche pensioni» ha voluto poi aggiungere Preti, sul retro della maglietta, offrendo un chiaro quadro della situazione. Già, perchè a quindici mesi dalla riforma previdenziale firmata dal ministro del welfare, che porta la data di dicembre 2011, Paola Preti è ancora tra i lavoratori che non hanno avuto notizia della propria pensione.
«Non sappiamo nulla: nè se faremo parte della
prima tranche di salvaguardati, nè quando riceveremo quanto ci spetta» spiega
la donna, che ieri mattina, con alcuni compagni di «sventura», ha manifestato
davanti alla sede bresciana dell´Inps. Secondo quanto ci si aspettava, le prime
pensioni sarebbero dovute pervenire ai beneficiari delle salvaguardie il primo
gennaio 2013, ma a tutt´oggi solo una parte di essi ha ricevuto la lettera di
salvaguardia, che non contiene, però, informazioni dettagliate riguardo al
rilascio delle pensioni. «Vogliamo risposte» sottolinea Adele Bono, 58 anni,
anche lei tra i duecento esodati bresciani delle Poste in attesa di sapere che
ne è stato della propria pensione. «Nel maggio 2011, quindi in tempi non
sospetti, abbiamo firmato un accordo con la Direzione territoriale del Lavoro,
davanti ad un ufficiale governativo» racconta la donna, definendo la situazione
sua e degli altri lavoratori «una vera e propria emergenza», in cui l´assenza
di chiarimenti da parte di Inps e Ministero del Lavoro pesa non soltanto
sull´animo, ma anche e sopratutto sulla qualità della vita.
«ALCUNI SONO alla canna del gas» insiste Adele
Bono, e con lei è d´accordo anche Franco Carrera, 58 anni, che dice: «È una
guerra tra poveri». Una guerra che procede a rilento: solo una parte (circa 40
mila) delle comunicazioni relative alla prima tranche nazionale di 65 mila
salvaguardati sarebbero state inviate; i programmi necessari alla gestione di
intere categorie di salvaguardati, tra cui anche i lavoratori ex i-post, sono
stati rilasciati alla fine di febbraio, mentre chi non ha ancora ricevuto la
lettera di salvaguardia resta in sospeso. L´ignoranza regna sovrana e lascia
tutti con l´amaro in bocca e con le tasche vuote: «Non sappiamo come avverrà la
salvaguardia, ma non sappiamo neanche se arriverà mai la pensione. Almeno
vorremmo capire quali sono i criteri con cui vengono stilate le graduatorie»
evidenzia Carrera, ricordando che esistono e sono chiariti da un decreto attuativo
firmato dal ministro Fornero. Insomma, «ad oggi salvaguardati ancora zero»,
come recita la t-shirt di Carrera: zero certezze, zero cifre pensionistiche,
zero chiarezza nei criteri, zero speranze e zero aiuti da parte delle
Istituzioni. «Ci hanno abbandonato» conclude sconsolata Adele Bono, che non
esclude manifestazioni più forti nella capitale.gli esodati delle Poste
A Brescia sit-in davanti all’Inps. Ma - forse - qualcosa si muove da Roma..
BRESCIA Un sit-in di protesta, per quella che è stata ribattezzata la "guerra dei poveri". E’ la battaglia degli esodati delle Poste Italiane contro Inps e Ministero del Lavoro. Un'esigua rappresentanza bresciana si è data appuntamento ieri mattina alle 9.30 davanti alla sede Inps di via Benedetto Croce, in contemporanea con altre città italiane. Qualche cartello, tanta voglia di chiarezza. Chiarezza su quei provvedimenti presi dal governo per ovviare a un proprio errore, le cosiddette "lettere di salvaguardia". «Sono andata in pensione a 59 anni, ho accettato l'esodo incentivato perché avevo una mamma disabile», racconta Paola Preti, ex impiegata PT nella sede di Bedizzole. «Il Ministro Fornero aveva promesso di risolvere il problema entro novembre, le ho scritto tante lettere: non mi ha mai risposto». «Non si sa con che criterio sia fatta la graduatoria per gli scaglioni di salvaguardia-aggiunge Franco
Carrera, ex impiegato PT a Bedizzole - è una lotteria». Nei quindici mesi trascorsi dalla riforma Monti-Fornero, Inps e Ministero del Lavoro non hanno saputo organizzarsi per farsi trovare pronti quando i primi beneficiari delle salvaguardie avrebbero dovuto ricevere la pensione, cioè l'1 gennaio 2013. Ieri una ventina di delegati è stata ricevuta nella sede Inps di Roma dal Direttore Generale Mauro Nori, che ha rassicurato sulla capienza dei numeri dei salvaguardati e darà mensilmente un quadro della situazione. Vittorio Ferramosca di Ipost ha inoltre confermato che entro dieci giorni arriveranno le lettere Inps per chi doveva percepire la pensione nei primi mesi del 2013, mentre per i mesi successivi le lettere arriveranno entro aprile. Speriamo.
Francesca Roman
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