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domenica 14 ottobre 2012

A Sondrio

Esodati, cassaintegrati e pensionati
La crisi travolge il lavoro

  • 13 ottobre 2012
  • Sondrio - Esodati, cassaintegrati, lavoratrici pagate sei euro all'ora, edili stranieri costretti a tornare nel proprio Paese d'origine dopo il licenziamento, precari della scuola e pensionati. Per presentare la manifestazione nazionale di sabato 20 ottobre la Cgil di Sondrio ha puntato sui volti dei lavoratori, partendo da quelli meno conosciuti fra quelli colpiti da una crisi sempre più profonda dell'economia valtellinese e valchiavennasca. Ancora una volta i casi più difficili arrivano dalle aziende metalmeccaniche dall'area industriale di Morbegno e Talamona e dal tessile. Lo hanno dimostrato i racconti di alcuni operai, a cominciare da Vittorio Vairetti, in mobilità dal 2010 dopo 38 anni di lavoro.
    «Sono un esodato della Dresser. Quando sono finito in mobilità c'era la possibilità di andare in pensione attraverso le "finestre", poi la situazione è cambiata. Io avrei dovuto ricevere la pensione, ma al momento non ho risposte e non ne so ancora niente. Vivo con i 750 euro della mobilità, fino ad aprile sarò coperto da questo assegno. Ma poi cosa succederà? O si trova una soluzione, o resterò senza alcuna entrata».
    
    SONDRIO: SCIOPERO LAVORATORI RIELLO MANIFESTAZIONE
    E PRESIDIO SOTTO SEDE UNIONE INDUSTRIALI CONFINDUSTRIA
    Mohamed El Khattaby, originario del Marocco, è un ex piastrellista. È uno dei moltissimi lavoratori licenziati nel settore dell'edilizia (almeno mille) e affini, per i quali sembra impossibile quantificare il numero di posti persi. «Il lavoro non c'è più - spiega -. Per i migranti questa situazione comporta delle conseguenze ancora più gravi, soprattutto per coloro che non hanno la famiglia vicino. Per un po' si prova a resistere, poi non resta altro da fare che tornare nel proprio Paese». Pubblico e privato in questa triste narrazione valtellinese s'intrecciano. Milena De Maron di Grosotto è una collaboratrice scolastica disoccupata. Negli ultimi anni secondo la Flc i tagli alla scuola hanno comportato la perdita silenziosa di oltre cinquecento posti. Anche i numerosi lavoratori che con numerosi sacrifici, ad esempio gli spostamenti in località disagiate di montagna, hanno garantito il funzionamento degli istituti, ora sono senza opportunità.
    «Siamo indignati, sia per i tagli, sia per la riforma delle pensioni che impedisce ai giovani di entrare nella scuola. Per molti è difficile andare avanti. Siamo disoccupati senza disoccupazione». Marinella Zecchin ha lavorato fino a un anno e mezzo fa alla New Cocot, poi la storia dell'ex Cotoni di Sondrio si è conclusa nel peggiore dei modi. «Fra le persone espulse dalle industrie tessili, spesso dopo decine di anni di lavoro, ci sono molte donne, non sappiamo cosa fare».
    Giancarlo Crivelletto, pensionato di settantacinque anni, va giù duro.
    «Aumenta il costo della vita, in dieci anni si è perso il trenta per cento del potere d'acquisto. Se andremo avanti di questo passo, saranno sempre di più i pensionati che chiederanno ai fruttivendoli le mele cadute dal l'albero pur di risparmiare qualche centesimo. Cambiano i governi, ma quelli che devono tirare la cinghia sono sempre gli stessi». La Cgil lancia la proposta di un tavolo contro la crisi e per lo sviluppo, puntando su pochi ragionamenti teorici e molti provvedimenti concreti. «Dobbiamo unire le idee e le forze per lo sviluppo - ha spiegato Giocondo Cerri, segretario generale della Cgil di Sondrio -. Come dimostra la nostra mappa, realizzata sulla base di un'analisi che ha visto impegnati funzionari e delegati da Livigno a Madesimo, la crisi prosegue senza alcuna sosta».
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