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domenica 19 maggio 2013

Proposta di legge

 XVII LEGISLATURA
CAMERA DEI DEPUTATI
PROPOSTA DI LEGGE
Damiano, Baretta, Gnecchi.
Disposizioni per consentire la libertà di scelta nell’accesso dei lavoratori al trattamento pensionistico

Onorevoli Colleghi! -  La drammatica crisi economica che ha colpito il nostro Paese negli ultimi anni ha comportato il succedersi di una serie  di gravi crisi occupazionali e reso ancora più incerto il futuro di milioni di lavoratrici e lavoratori. Le sicurezze relative al proprio futuro pensionistico, che hanno accompagnato le generazioni precedenti, non esistono più. Molto spesso l’attività lavorativa delle persone è frammentata, intervallata da periodi di disoccupazione, solo nei migliori dei casi coperti da forme di ammortizzatori sociali.
Le manovre pensionistiche del quadriennio 2008-2011, spostando l’età di pensionamento molto in avanti e aumentando il numero di anni di contributi necessari per il raggiungimento della pensione, hanno acuito lo stato di insicurezza e instabilità delle persone.
La presente proposta di legge si pone l’obiettivo di ripristinare certezza nella possibilità di età di pensionamento effettivo di milioni di lavoratrici e lavoratori, restituendo loro quella serenità perduta nel corso degli ultimi anni, caratterizzati da un completo stravolgimento del sistema previdenziale.
Intendiamo, inoltre, garantire modalità omogenee di uscita dal mondo del lavoro a tutte le categorie di lavoratori, pubblici, privati e autonomi. Infatti, in un contesto di recessione cosi profondo e duraturo - che ha visto entrate in profonda difficoltà settori fino a pochi anni fa al riparo da ogni vento di crisi, quale il pubblico impiego, e che ha inferto colpi durissimi al mondo delle piccole imprese e del lavoro autonomo - riteniamo necessario prevedere forme di flessibilità di pensionamento, le quali, attraverso un sistema di penalizzazione e premialità in tema di assegno pensionistico, consenta alle lavoratrici e ai lavoratori di poter decidere, all’interno di un range  variabile tra i 62 e i 70 anni di età, il momento della cessazione dell’attività lavorativa.
Ciò contribuirà ad agevolare anche un ricambio generazionale, che le recenti riforme pensionistiche  hanno contribuito a disincentivare.
Il comma 1 del singolo articolo dispone che, dal 1 gennaio 2014, le lavoratrici e i lavoratori – pubblici, privati e autonomi –  tra i 62 e i 70 anni di età, che abbiano maturato un’anzianità contributiva di almeno 35 anni e il cui importo dell’assegno, secondo l’ordinamento previdenziale di appartenenza, sia almeno pari a 1,5 volte l’importo dell’assegno sociale, possano accedere a forme di pensionamento flessibile.
Il comma 2 prevede che la determinazione dell’importo della pensione si applichi considerando l’importo massimo conseguibile, secondo l’ordinamento previdenziale di appartenenza di ciascuno, al quale viene applicata una riduzione o maggiorazione a seconda che l’età di pensionamento sia inferiore o superiore ai 66 anni.   
Il comma 3 stabilisce che le disposizioni dei commi precedenti non si applichino, se meno favorevoli, ai soggetti impiegati nei cosiddetti lavori “usuranti”.  Inoltre per le lavoratrici e i lavoratori che abbiano maturato almeno  41 anni di anzianità contributiva è prevista la possibilità di pensionamento prescindendo dall’età anagrafica.
Il comma 4, infine, prescrive che, sino al 31 dicembre 2016, derogando dalla disciplina in materia, l’ incremento dell’età pensionistica dovuto all’allungamento della speranza di vita sia determinato nella misura di 3 mesi complessivi, 

PROPOSTA DI LEGGE
Art. 1.
1. A decorrere dal 1o gennaio 2014, le lavoratrici e i lavoratori che abbiano maturato un’anzianità contributiva di almeno 35 anni, possono accedere al pensionamento flessibile al compimento del requisito minimo di 62 anni di età fino al requisito massimo di 70 anni di età, purché l'importo dell'assegno, secondo i rispettivi ordinamenti previdenziali di appartenenza, sia almeno pari a 1,5 volte l’importo dell'assegno sociale.         
2.  Ai fini della determinazione dell'importo della pensione si calcola per ciascuna lavoratrice  o lavoratore l'importo massimo conseguibile a requisiti pieni secondo i rispettivi ordinamenti previdenziali di appartenenza, e a tale importo si applica la riduzione o la maggiorazione di cui alla tabella A allegata alla presente legge, in relazione all'età di pensionamento effettivo, al fine di conseguire l'invarianza dei costi tra i due sistemi.
3. Sono fatte salve, se più favorevoli, le disposizioni in materia di accesso anticipato al pensionamento per gli addetti alle lavorazioni particolarmente faticose e pesanti di cui al decreto legislativo 21 aprile 2011, n. 67, nonché le disposizioni in materia di esclusione dai limiti anagrafici per i lavoratori che hanno maturato il requisito di anzianità contributiva di almeno quarantuno anni. 
4. In via transitoria, sino al 31 dicembre 2016, l’adeguamento dei requisiti anagrafici di accesso al sistema pensionistico agli incrementi della speranza di vita è determinato nella misura di tre mesi complessivi, in deroga alla disciplina prevista dall’articolo 12 del decreto-legge 31 maggio 201, n.78, convertito, con modificazioni, dalla legge 30 luglio 2010, n. 122 e successive modificazioni e integrazioni.
 
TABELLA A
(Articolo 1, comma 2)
ETA’ DI PENSIONAMENTO EFFETTIVO
PERCENTUALE DI RIDUZIONE/MAGGIORAZIONE
62
-8%
63
-6%
64
-4%
65
-2%
66
0
67
2%
68
4%
69
6%
70
8%

 

4 commenti:

  1. ( Salus populi suprema lex esto ) LA SALVEZZA DEL POPOLO SIA LA SUPREMA DELLE LEGGI...... Nel Delegibus di Cicerone si trova questa citazione in favore del benessere di TUTTI i cittadini......
    On. Damiano , lei mi ha amaramente delusa....... e la sua proposta di legge 5103 non le piace piu'?!?.... cosa ha fatto, l'ha cestinata?!?.......... dovete pensare a sanare la crisi economica cominciando dalle vostre pensioni d'oro, dalle vostre ricchezze......... non fare CASSA con le nostre pensioni..... traditori... ci avete prima fatto firmare e uscire dal mondo del lavoro e adesso ci sequestrate le pensioni.....

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  2. ma che fanno alzano di nuovo l'asticella, quindi con 42 anni di lavoro e 62 di di età ci si rimette 8%? ... non è che era meglio la Fornero? o non ho ben capito?

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  3. Non è tutto, ho letto da un'altra parte a proposito di questo disegno di legge che i contributi volontari non sono validi,e che il sistema sarà quello contributivo,quindi meno 30 per cento,più la penalizzazione.Cari onorevoli sarebbe questa la tanto sbandierata soluzione dei nostri problemi.RIDATECI LA FORNERO!!!!! Almeno sapevano e avevamo ben chiaro chi avevamo davanti!!
    Esodato poste

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    1. ??? come i volontari non sono validi ? e se per raggiungere la quota si ha 62 anni e non si trova lavoro e mancano una manciata di mesi che si fa??? spero solo, dopo l'abbuffata con conseguente --"ONOREVOLE"-- eccitazione fatta nel salvadanaio delle pensioni, che tutta la banda rientri nei ranghi.

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