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venerdì 5 ottobre 2012

FIAT: 400 esodati in tuta blu apetteno risposte concrete

TERMINI IMERESE
Operai ex Fiat, incontro decisivo a Roma
Le ex tute blu aspettano risposte concrete e immediate, specialmente sui 400 esodati. Oggi vertice al ministero dello Sviluppo
PALERMO - È arrivato il momento della verità, dopo mesi di lotte, illusioni e proteste. Giornata decisiva per i 2.200 operai della Fiat di Termini Imerese e dell’indotto: la partita, fondamentale, si gioca oggi a Roma, al ministero dello Sviluppo economico in un incontro dal quale le ex tute blu aspettano finalmente risposte concrete e immediate, specialmente sui 400 esodati. Del resto il tempo sta per scadere, a fine dicembre gli operai potrebbero non percepire più nemmeno la cassa integrazione se il ministro del Lavoro, Elsa Fornero, - come assicurato quasi un anno fa - non risolverà la questione degli esodati. Serve in pratica un decreto attuativo che dia il via libera ai lavoratori in uscita e consenta agli operai rimasti di poter ottenere almeno un altro anno di cassa integrazione: una magra consolazione forse, ma assolutamente necessaria, in attesa che arrivi un investitore che sia davvero in grado di avviare un serio processo di reindustrializzazione dell’area, dopo l’uscita di scena della Dr Motor. L’ottimismo è in picchiata, gli operai da tempo ormai sono alle prese con promesse fin qui non mantenute e piani “fantasma”: e in più, nell’incontro avvenuto due settimane fa a Palazzo Chigi tra l’ad Fiat, Sergio Marchionne, e il Governo, non si è fatto cenno alla problematica di Termini. “Ci auguriamo che tra le priorità dei ministri Fornero e Grilli ci sia ancora la salvaguardia del reddito delle decine di ex operai ed operaie dello stabilimento di Termini Imerese”, dice il sindaco della cittadina del Palermitano, Salvatore Burrafato.
A ROMA - Mentre, intanto, una delegazione di ex operai Fiat e’ giunta stamane a Roma per protestare in concomitanza con il vertice al ministero. Critici i sindacati: “E’ allarmante il silenzio attorno a questa vertenza, un disinteresse del governo nazionale e delle istituzioni locali che ci preoccupa - sottolineano Armando Zanotti, segretario provinciale Cisl, e Giovanni Scavuzzo, segretario Fim Cisl Palermo -. Gli operai sono stanchi, non possono vivere più in questo stato d’incertezza”. Rocco Palombella, segretario generale della Uilm, definisce “tuttora irrisolto” il problema dello stabilimento siciliano mentre il Governo “si interessa della questione produttiva di tutti gli altri stabilimenti”. “E’ bene precisare - aggiunge Palombella - che rispettiamo questa prerogativa, ma sono i sindacati che hanno sottoscritto il contratto specifico con l’azienda automobilistica lo scorso dicembre a dover sollecitare il gruppo guidato da Marchionne su cosa fare”. Ed uno dei primo effetti e’ che una delle fabbriche dell’indotto Fiat, la Lear ha avviato le pratiche per il licenziamento di circa 700 operai.
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