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sabato 4 maggio 2013

Il governo lavora a nuove modifiche

Pensioni, il governo lavora a nuove modifiche per gli esodati.
Ecco cosa bolle in pentola

Con l'avvio dell'esecutivo Letta aumentano le possibilità di un nuovo intervento sul tema delle pensioni. Un intervento limitato che in qualche modo addolcisca gli elementi di maggiore criticità della Riforma Fornero. Il discorso di presentazione del programma di Governo annunciato la scorsa settimana alla Camera dal neo Presidente del Consiglio, Enrico Letta, sembra infatti delineare i contorni di una manovra correttiva alla riforma vigente (il Dl 201/2011). Il neo premier non soltanto ha presentato "una soluzione strutturale" della questione esodati, che nonostante il varo di tre decreti di "contenimento" è ancora lungi dall'essere risolta, ma si è spinto oltre prefigurando la flessibilizzazione delle nuove soglie anagrafiche di pensionamento.
Modifiche in tema di esodati - Sul problema concernente gli esodati, ossia quelle decine di migliaia di lavoratori che post-Riforma Fornero sono rimasti in un limbo tra il rischio di non avere più il lavoro e quello di non ottenere nemmeno la pensione, la proposta avanzata dal nuovo Governo pare convergere verso la soluzione della flessibilità, e in modo particolare sull’eventualità di un pensionamento anticipato. Enrico Letta ne ha annunciato “l’esigenza generale”, congetturando l’operazione come uno degli strumenti privilegiati “per evitare la formazione di bacini estesi di lavoratori anziani”, nei confronti dei quali, venendo messi alla porta dalle aziende, diventa “difficile la ricollocazione al lavoro”.
Letta apre dunque “a forme circoscritte di gradualizzazione del pensionamento, come l’accesso con 3-4 anni di anticipo al pensionamento con una penalizzazione proporzionale”. Attualmente la Riforma Fornero presume questa possibilità esclusivamente per quei soggetti che vanno in pensione di anzianità (occorrono 42 anni e 5 mesi per gli uomini e 41 anni e 5 mesi per le donne) prima di 62 anni. Il taglio dell’1% dell’intero importo pensionistico scatta per ogni anno di anticipo, percentuale che cresce poi al 2% per ogni anno di anticipo che oltrepassa i due anni.
Le proposte - A conti fatti dunque potrebbe essere possibile accedere alla pensione anticipata - seppur con una penalizzazione - anche con requisiti diversi e piu' favorevoli rispetto a quelli attualmente vigenti. Ma la proposta potrebbe anche concretizzarsi nell'estensione del regime sperimentale - attualmente in vigore sino al 31 Dicembre 2015 per le sole lavoratrici donne che abbiano compiuto 57 anni di età (58 per le autonome) e 35 anni di contributi - oltre il 2015 arrivando a ricomprendere anche ai lavoratori uomini. La penalizzazione in questo caso deriverebbe dalla liquidazione della pensione con il sistema totalmente contributivo che comporta una decurtazione oscillante tra il 15 e il 35% a seconda della storia contributiva del lavoratore.
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