
Esodati, proposte e possibili soluzioni: si risolverà davvero questo nodo?
Sono diverse le prese di posizione del nuovo governo Letta sulle urgenze sociali del nostro Paese, da lavoro, a cassa integrazione in deroga, a questione esodati. E proprio in merito in quest’ultima situazione, è stato lo stesso premier nuovo premier ha mostrare l’intenzione ferma di risolvere con decisione la questione di quei lavoratori che hanno firmato negli anni scorsi un accordo aziendale per mettersi in mobilità e che oggi rischiano di rimanere senza lavoro e senza pensione, a causa delle novità previdenziali introdotte dalla riforma Fornero.
Il piano del nuovo governo fa riferimento a “forme circoscritte di gradualizzazione del pensionamento, come l’accesso con 3-4 anni di anticipo e con una penalizzazione proporzionale”.
Ciò significa poter adottare un sistema di incentivi e disincentivi simile a quello in vigore per le attuali pensioni anticipate. Chi, per esempio, non ha ancora raggiunto la soglia anagrafica dei 62 anni ma decide comunque di andare in pensione subirà un taglio dell'assegno maturato dell'1% per ogni anno che precede i 62 anni e del 2% per ogni anno che precede invece il compimento dei 60.
Attraverso questo meccanismo potrebbe essere salvaguardata anche la platea dei lavoratori esodati, permettendo loro di mettersi a riposo con regole più elastiche.
L'ipotesi è che permettere il pensionamento anche a chi non rispetta i criteri della riforma Fornero, di 41 anni e mezzo e di 42 anni e mezzo di anzianità contributiva, ripristinando i vecchi requisiti del 2011 o anticipando, come accennato, di 3-4 anni le soglie di uscita attuali, con piccole penalizzazioni sull'assegno (proporzionali all'età) per chi lascia prima dei 62 anni.
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