ROMA / 16-07-2012
SPENDING REVIEW / Che fine fanno i fondi per gli esodati? Salvaguardati o raggirati? Che succede
per i 55mila esodati salvati dal decreto sulla spending review?
Il testo del decreto sulla spending review apporta anche
considerevoli novità riguardo alla situazione degli esodati: si prevede infatti
che sarà attivato un fondo per ulteriori 55mila lavoratori esodati “individuati”
dal ministro Fornero dopo il lavoro d’indagine dell’Inps e che si sono aggiunti
ai (solo) 65 mila di cui il ministro aveva parlato in un primo
momento.
Il testo della spending review parla chiaro, infatti. L’articolo
da tenere in considerarazione è il 17 del dl, che afferma:“Incremento lavoratori
salvaguardati dall’incremento dei requisiti di accesso al sistema
pensionistico”. In altre parole, gli esodati: “le disposizioni – si legge – in
materia di requisiti di accesso e di regime delle decorrenze vigenti prima della
data di entrata in vigore del citato decreto-legge n. 201 del 2011 - ovvero il
decreto che conteneva la riforma delle pensioni, varato nel dicembre scorso -
continuano ad applicarsi, nel limite di ulteriori 55.000 soggetti, ancorché
maturino i requisiti per l'accesso al pensionamento successivamente al 31
dicembre 2011”.
In pratica, si prevede un fondo anche per gli ulteriori
55mila, ma è il comunicato stampa di Palazzo Chigi sulla spending review è
ancora più esaustivo: “Grazie al risparmio ottenuto sarà inoltre possibile
estendere la clausola di salvaguardia in materia pensionistica prevista dal
decreto legge ‘Salva Italia’ ad altri 55.000 soggetti, anche se maturano i
requisiti per l’accesso al pensionamento successivamente al 31 dicembre 2011”.
Ma di quanti soldi stiamo parlando? “Complessivamente l’importo a favore dei
lavoratori ‘salvaguardati’ è di 1,2 miliardi”.
Un bene? Più no che sì.
Spieghiamo perché. Sebbene sia lodevole (e ci mancherebbe …) che l’esecutivo
abbia pensato di investire i soldi risparmiati per coprire quelle migliaia di
persone che si ritroveranno senza lavoro e senza pensione, c’è comunque qualcosa
che non torna. Capiamo cosa. Per 55 mila esodati, come detto, sono stati
previsti 1,2 miliardi di copertura. Peccato però che la cifra sia assolutamente
insufficiente. Basti pensare che per i primi 65 mila soggetti individuati da
Elsa Fornero sono stati stanziati 5 miliardi. In pratica soltanto per diecimila
lavoratori in meno, ben 3,8 miliardi di differenza. Una sproporzione che salta
agli occhi. La domanda nasce immediata: come potrebbero bastare solo 1,2
miliardi per 55 mila esodati, se per soltanto diecimila in più – 65 mila – è
stato disposto un fondo di 5 miliardi? Come detto, qualcosa non torna.
Ma
se questi 55 mila, per i motivi detti, non possono avere certezza di una totale
copertura, non se la passano meglio, al momento, nemmeno i primi 65 mila esodati
“salvaguardati” dal ministro Fornero. Il motivo è presto detto: manca il decreto
attuativo, promesso dall’esecutivo la cui scadenza, per giunta, era stata
fissata al 30 giugno. A lanciare l’allarme è stato due giorni fa il parlamentare
e capogruppo Pd in commissione lavoro Cesare Damiano.
Il democratico,
che già in altre occasioni ha dimostrato di non gradire l’operato dell’esecutivo
sul tema lavoro, ha fatto notare che, al momento, “il decreto interministeriale
sui 65mila ‘salvaguardati’ da tempo annunciato dal ministro Fornero” ancora non
è stato pubblicato sulla Gazzetta ufficiale. Insomma, per il momento solo
parole. Nessun decreto attuativo, sebbene la scadenza prevista fosse del 30
giugno. Nove giorni fa.
Tanto fumo, poca chiarezza. Tante promesse, ma
niente di concreto per ora. Senza dimenticare, peraltro, che, stando a quanto
denunciato dai sindacati, rimangono completamente fuori dall’interesse
dell’esecutivo altri 200 mila lavoratori. A ragione pochi giorni fa anche
Maurizio Zipponi, responsabile lavoro Idv, aveva usato parole forti nei
confronti della riforma e della sua autrice: “i lavoratori esodati – ha detto -
vengono divisi in due categorie: c’è chi sopravvivrà, potendosi agganciare alla
pensione e chi, invece, dovrà soffrire in attesa di una fantomatica soluzione
promessa.
La nostra Costituzione dice che un diritto è tale se è
universale. Quando, invece, è concesso solo a qualcuno si tratta di carità o di
elargizione. Il governo, quindi - ha continuato l’esponente IdV - con il decreto
firmato si pone sicuramente fuori dal perimetro costituzionale. Quello che
consideriamo folle è che ancora non è stato dichiarato il numero di quei
lavoratori ‘disgraziati’ che sono condannati a rimanere in uno stato di angoscia
perché privi sia di ammortizzatori che di pensione”.
(Leggi)
Che bello stato di diritto e' l'Italia!!! Un governo che raggira i cittadini come bisogna definirlo? Questa e' la Repubblica delle banane dove un gruppo di professori arroganti ed incompetenti continuano a fare pasticci e a raccontare un cumulo di fandonie.Vergogna!!!!!!!!!!!!
RispondiEliminaANDATE TUTTI A QUEL PAESE....ESODATA SCHIFATA
RispondiEliminaOltre a non saperci contare, non sanno neanche fare i conti di quanto costa riuscire a salvare altri 55.000 esodati. Paola
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