Indirizzo mail

Puoi contattarci scrivendo a: cumpustela@gmail.com

mercoledì 11 luglio 2012

Serve un metodo pe una soluzione definitiva


Oggi sui giornali
Lavoro, il governo nicchia sulle modifiche dei partiti
Fornero: si cambia solo se ci sono i fondi. Damiano: il pacchetto è uno e non si può dividere. Sullo sfondo anche il tema degli esodati. Saraceno: se gli ipergarantiti non sono più tali. Immigrazione, i dati del governo
di Enrico Galantini
11/07/2012
Vatti a fidare dei tecnici. Quando si trattava di far approvare la riforma del lavoro prima del vertice di Bruxelles, Monti aveva garantito che la si sarebbe poi potuta modificare prima dell’estate con il decreto sviluppo. Adesso che la riforma è legge (anche se non ha portato le conseguenze che ci si aspettava in termini di calo dello spread – ma questo, si sa, è colpa di Squinzi…), davanti a un accordo nella maggioranza per ben dieci modifiche, l’esecutivo nicchia e prende tempo. Vediamo alcuni titoli. Avvenire è secco. “Fornero dice no: a rischio emendamenti Pd-Pdl”. Il Corriere della Sera spiega il perché: “Lavoro, la frenata di Fornero: cambia solo se ci sono i fondi”. L’Unità fa capire che i partiti non si arrenderanno facilmente: “Sviluppo, sugli emendamenti braccio di ferro con il governo”.
Per capire quello che sta succedendo, leggiamo Roberto Giovannini su La Stampa (che titola a sua volta: “Riforma Fornero, modifiche in bilico”. E nel catenaccio: “Il governo: niente rinvio di un anno per l’Aspi. Il Pd: pacchetto indivisibile”). “Si fa complicata, forse senza sbocco, la strada verso l'approvazione del pacchetto di modifiche alla riforma del lavoro e degli ammortizzatori sociali messo a punto dai partiti di maggioranza” afferma Giovannini. E spiega: “Un problema è quello procedurale: gli emendamenti non c'entrano nulla con il decreto legge sviluppo, al cui interno dovrebbero essere inseriti. Il secondo problema è ancora più grave: nel corso di un incontro con alcuni deputati della maggioranza, i ministri Fornero e Giarda hanno spiegato chiaramente che alcune proposte, che hanno effetti sui conti pubblici, non hanno molte chance di essere approvate. Gli emendamenti che ‘hanno dei costi’,come il rinvio di un anno per l'entrata in vigore dell'Aspi e l'abbassamento dell'aliquota contribuiva per le partite Iva e i collaboratori, ‘non passeranno mai’, ha riferito il vicepresidente della commissione Lavoro della Camera, Giuliano Cazzola (Pdl) al termine dell'incontro con il ministro del Lavoro. ‘A questo punto – ha spiegato Cazzola – il pacchetto di emendamenti non so se resterà così’”. “La questione è spinosa – scrive ancora il cronista de La Stampa – soprattutto per il Partito democratico, che per ottenere il via libera ad alcune modifiche - il rinvio dell'Aspi, richiestissimo da industriali e sindacati, ma anche lo stop al rincaro delle aliquote previdenziali per i parasubordinati - aveva dovuto accettare alcune richieste di maggiore flessibilità proposte dal Pdl. E così, l'ex ministro Pd Cesare Damiano ha successivamente incontrato il ministro Fornero, sottolineando che sulle modifiche al ddl lavoro c'è stato l'impegno del premier, e che ‘il pacchetto degli emendamenti non è una mela, non si può dividere’. Quindi se si modifica la flessibilità in entrata, come chiede il Pdl, vanno aggiustati anche gli ammortizzatori. Al termine della riunione il ministro non prende posizione: ‘Proprio perché, il momento è delicato – risponde – non è bene anticipare nulla’”.
Lo stesso Damiano, in un’intervista a Il Manifesto, in cui spiega i contenuti degli emendamenti, tira in ballo un altro argomento spinoso, quello degli esodati. “Credo che sicuramente vada individuato un metodo per risolvere una volta per tutte questo problema. Ci sono almeno tre nodi da risolvere: 1) Che fine ha fatto il decreto interministeriale sui primi 65mila esodati? Io ho presentato una interrogazione, perché siamo in luglio e non è ancora stato inserito in Gazzetta Ufficiale. 2) Per i dipendenti pubblici in esubero si propone una deroga al sistema pensionistico appena riformato fino a tutto il 2014: non sarebbe meglio rendere tutto più semplice ed estenderla anche a privati e autonomi? 3) La ministra ha aggiunto di recente altri 55 mila esodati, e siamo così a 120 mila. Ma devo dire che siamo stanchi dei numeri, piuttosto chiediamo dei criteri chiari. E una clausola di salvaguardia se si sforassero i numeri. Infine, per quanto riguarda gli esodati in mobilità, non va bene la formula degli accordi ‘stipulati in sede ministeriale’: va estesa, perché non include i tanti accordi stipulati negli uffici provinciali del lavoro”.
Dai disoccupati “potenziali” a quelli veri. Ieri il rapporto Ocse ha fornito cifre pesantissime per il nostro paese. Oggi, in un commento su La Repubblica, Chiara Saraceno ne illustra alcune novità (non positive, ovviamente). “C'è un dato relativamente nuovo nel Rapporto Ocse sulle prospettive dell'occupazione, per quanto riguarda l'Italia: l'aumento della disoccupazione di lunga durata. Contrariamente a ogni mitologia sugli effetti benefici, per il dinamismo del mercato del lavoro, della flessibilità in uscita – sottolinea la sociologa –, emerge che chi perde il lavoro difficilmente ne trova un altro entro uno, e persino due anni. Nel migliore dei casi, la flessibilità in uscita si trasforma in turn-over, in sostituzione di un lavoratore con un altro. Nel peggiore, e più frequente, si trasforma semplicemente in perdita sia di lavoro per chi lo aveva, sia di occupazione complessiva. L'anno scorso il 51,9% dei disoccupati lo era da più di 12 mesi contro il 48,5% nel 2010”. Saraceno segnala anche un’altra “novità”. “È vero che la crisi occupazionale ha colpito in modo sproporzionato quella minoranza di giovani tra i 15 e i 24 anni che non sono più a scuola e che non sempre possono accedere all'apprendistato. Ma il rapporto Ocse segnala che disoccupazione di lunga durata, scoraggiamento, part time involontario sono fenomeni in crescita anche tra gli adulti. In particolare, l'aumento della disoccupazione di lunga durata riguarda anche gli uomini tra i 24 e i 54 anni. Mentre nel discorso pubblico sul mercato del lavoro continuano a essere additati come i privilegiati iperprotetti a danno dei più giovani (che per altro i più vecchi tra loro spesso devono mantenere), anche i maschi nelle età centrali stanno sperimentando l'erosione delle proprie sicurezze”.
Per chiudere, alcuni dati sull’immigrazione in Italia. Li prendiamo da La Stampa che racconta il nuovo Rapporto del governo sulla materia. “Oggi gli stranieri costituiscono il 7,5% della popolazione (un aumento record del 353% nell'ultimo decennio), sono titolari di 281 mila imprese individuali, lavorano nell'agricoltura (32,3%), nell'edilizia (27,9%), nell'industria (20,8%), nei servizi (16,1%) e nel 73% dei casi sono assunti con contratti permanenti (contro il 64% degli italiani). ‘Un aspetto nuovo e tutto italiano del fenomeno migratorio è l'aumento simultaneo dell'occupazione e della disoccupazione’ sottolinea Natale Forlani, autore del rapporto. Se è vero che a fronte di un calo dell'occupazione italiana (-0,4% nel 2011) quella straniera è cresciuta del 6,1% tra i comunitari e del 9,2% tra gli extracomunitari, è altrettanto vero che i tassi di disoccupazione degli immigrati sono 4 punti percentuali superiori agli italiani in virtù dell’aumento esponenziale della popolazione attiva (le seconde generazioni nate o cresciute nel nostro paese sono circa un milione di persone). Certo, gli stranieri guadagnano mediamente meno (55,9% under 1.000 euro contro il 27% degli italiani), ma sta crescendo la domanda di lavoro qualificato”.
(Leggi)

3 commenti:

  1. On. Damiano, la prego gentilmente di spiegarmi che fine farò, io esodato di poste e migliaia d'altri nelle mie stesse condizioni, che maturano i requisiti pensionistici a decorrere dal 2015? grazie a chiunque possa riportare la mia domanda.
    Giuseppe 53

    RispondiElimina
  2. On. damiano sono rimasto molto deluso da lei e dal suo segretario di partito, in quanto assieme al pdl, avete fatto passare la riforma del lavoro e non avete sfiduciato la fornero.Dopo un'infinità di promesse siamo finiti nel dimenticatoio, ad essere i poveri e barboni di domani.Basta con le parole, occorrono i fatti.In Sicilia diciamo:"I maccarruni incunu a Panza".tradotto:i maccheroni riempiono la pancia.date un diritto atutte quelle persone che avevano abbandonato il posto di lavoro con le vecchie leggi.

    RispondiElimina
  3. ON. DAMIANO, MENO CHIACCHERE E PIU' FATTI, E BERSANI FACCIA MENO BATTURE IDIOTE CHE ORMAI DANNO SOLO FASTIDIO E SIA PIU' SERIO E COERENTE. SIETE PROPRIO UNA BELLA DELUSIONE, PARLATE, PARLATE E FATE ESTTAMENTE L'OPPOSTO E NOI NE PAGHIAMO LE CONSEGUENZE. MA NOI E LE NOSTRE FAMIGLIE, CE NE RICORDEREMO QUANDO SARA' IL MOMENTO DI VOTARE E SCEGLIERE CHI CI DEVE RAPPRESNTARE. NON SARANNO CERTO COLORO CHE NON SANNO FARE VALERE NEMMENO DEI DIRITTI ACQUISITI!. IN COMPENSO SIETE MOLTO BRAVI A FARE VALERE I VOSTRI PRIVILEGI, NON SOLO IN ESSERE, MA ANCHE QUELLI FUTURI, PERCHE' LA CRISI LA PAGANO GLI ESODATI PER TUTTI GLI ITALIANI. GIUSTO? NON SI PUO' SCRIVERE COSA VI AUGURO, MA VE LO AUGURO DI CUORE. ESODATA POSTE 53

    RispondiElimina