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venerdì 16 ottobre 2015

Gnecchi: salvaguardia "ristretta" per gli esodati. Risolvere l'opzione donna

Pensioni, Gnecchi: salvaguardia "ristretta" per gli esodati. Risolvere l'opzione donna
Giovedì, 15 Ottobre 2015
Scritto da Davide Grasso
Si fermano i lavori in Commissione alla Camera sulla settima salvaguardia per la mancata trasmissione della relazione tecnica da parte del Governo. Sintomo della migrazione della salvaguardia, in una forma più ristretta, nella legge di stabilità.Attivazione immediata dei vasi comunicanti per consentire il pensionamento dei lavoratori che nel 2011 avevano fruito dei congedi e dei permessi per l'assistenza a un familiare disabile in possesso della certificazione da parte della DTL, sblocco dell'opzione donnaed eliminazione del vincolo che impedisce l'uscita a 64 anni per i lavoratori che, pur avendo maturato 20 anni di contributi e 60 anni di età non si trovano in costanza di attività lavorativa al 28 dicembre 2011.
Sono queste le principali richieste fatte ieri dall'Onorevole Maria Luisa Gnecchi (Pd) al Governo durante la ripresa dei lavori parlamentari sulla settima salvaguardia. Tematiche che, sottolinea, possono essere risolte in via amministrativa e dunque celermente, senza attendere l'iter del disegno di legge di stabilità.
La Gnecchi ha ricordato, sulla prima questione, come sia stata approvata una risoluzione lo scorso mese di settembre, con il parere favorevole del Governo, che chiede l'attivazione immediata dei cosiddetti «vasi comunicanti». "Il ricorso a tale meccanismo - precisa - non richiede, infatti, l'approvazione di una norma di legge ma, come si è già fatto in passato, semplicemente un atto amministrativo, operando una compensazione tra le «salvaguardie» già approvate, rideterminando platee di potenziali beneficiari che si sono rivelate sovradimensionate. La possibilità di interventi correttivi di natura non legislativa è stata già percorsa dal Ministro del lavoro e delle politiche sociali del Governo Monti, Elsa Fornero, che ottenne dall'INPS, con la circolare n. 16 del 2013, la correzione di quanto disposto dalla precedente circolare n. 35 del 2012, riportando da 20 a 15 anni di anzianità contributiva il requisito minimo per particolari categorie di lavoratori dipendenti ed autonomi per accedere al pensionamento di vecchiaia, sulla base delle deroghe previste dall'articolo 2, comma 3, del decreto legislativo n. 503 del 1992".
"Sulla base di tale precedente, prosegue la Gnecchi, è possibile, anche con una nuova circolare, correggere, senza previsione di ulteriori oneri, quanto previsto dalle circolari n. 35 e 37 del 2012 dell'INPS a proposito del termine di maturazione dei requisiti per accedere al pensionamento anticipato sulla base di «opzione donna», cioè scegliendo la liquidazione del trattamento pensionistico secondo il sistema contributivo. Su tale punto, nell'incontro tecnico dello scorso 7 agosto, concordavano anche i rappresentanti del Ministero del lavoro e delle politiche sociali e i rappresentanti dell'INPS".
Per quanto riguarda la questione relativa alla pensione a 64 anni la Gnecchi ricorda come sarebbe possibile correggere, sempre ricorrendo a una apposita circolare dell'INPS, l'interpretazione data al comma 15-bis dell'articolo 24 del decreto-legge n. 201 del 2011, convertito, con modificazioni, dalla legge n. 214 del 2011, per permettere alle donne nate nel 1952 di accedere al pensionamento di vecchiaia già nel corso del 2016. Mentre, infatti, la disposizione richiede che tali lavoratrici abbiano un'età anagrafica non inferiore a sessantaquattro anni, qualora abbiano maturato entro il 31 dicembre 2012 un'anzianità contributiva di almeno 20 anni e alla medesima data abbiano conseguito un'età anagrafica di almeno 60 anni, una successiva circolare dell'INPS ha aggiunto l'ulteriore requisito dello stato di occupazione alla data del 28 dicembre 2011".
Salvaguardia: Il Governo non trasmette la relazione tecnica. Delusione ieri in Commissione Lavoro alla Camera per il mancato rispetto da parte del Governo dei termini per la trasmissione della relazione tecnica alla settima salvaguardia, circostanza che rende sempre più probabile la migrazione del provvedimento all'interno del ddl di stabilità che oggi sarà approvato dal Governo. "La conferenza di servizi, che dovrebbe certificare l'esistenza e l'ammontare dei risparmi utilizzabili, non si è però conclusa, rendendo impossibile alla Commissione procedere all'approvazione del testo unificato" ha indicato ieri la Gnecchi. L'unica strada percorribile a questo punto rimane l'inserimento della «settima salvaguardia» nel disegno di legge di stabilità, ma si tratta di una soluzione non ottimale secondo la Gneccchi e che potrebbe riguardare una platea di soggetti più ristretta di quella considerata dal testo unificato della Commissione, che si basava sull'ammontare dei risparmi che risultavano esistere alla data dell'incontro tecnico del 7 agosto scorso".
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