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giovedì 29 ottobre 2015

Scriviamo ai Senatori

Scriviamo!
Nei prossimi giorni inizierà l’esame concreto della Legge di Stabilità e dobbiamo tentare tutti di sollecitare emendamenti al testo dell’art. 18 che ci consenta di portare a casa la salvaguardia di TUTTI i  49.500 non salvaguardati.
Utilizzate un'ora del vostro tempo per dare e scrivete oggi stesso una e-mail con questo fac-simile  a ciascuno (uno ad uno per evitare filtri anti spam) i componenti la Commissione Bilancio del Senato per sollecitarli a proporre emendamenti alla legge di stabilità.
Informateci di eventuali loro risposte.

Carissimo/a Senatore/ Senatrice,
nei giorni scorsi i Comitati degli “esodati” hanno inviato l’allegato documento di osservazioni, denuncia e contestazioni dell’art. 18 della Legge di Stabilità che prevede il 7° intervento di salvaguardia degli “esodati” rivelatosi particolarmente incompleto rispetto al testo della proposta di legge licenziata, unitariamente, dalla Commissione Lavoro della Camera e promossa dalla sua collega On. Gnecchi.
Prendiamo atto del positivo fatto che con questo provvedimento viene restituito il diritto alla pensione a 26.300 “esodati” ma riteniamo che si stia perdendo una preziosa occasione per risolvere definitivamente la vertenza dei 49.500 “esodati” non salvaguardati certificati dal Governo al Parlamento.
La conosciamo come parlamentare particolarmente sensibile al dramma che stanno vivendo da quasi 4 anni gli “esodati” ed in particolare quei 24.000 che resteranno fuori anche dal nuovo dispositivo e quelli particolarmente discriminati dal nuovo strumento di salvaguardia.
Le sottoponiamo il nostro documento e le chiediamo cortesemente  di rendersi promotrice di adeguati emendamenti che consentano di ripristinare quella giustizia sociale che la manovra del 2011 ha gravemente compromesso nei confronti di tutti gli “esodati”.
Segnaliamo qui la casistica che ci interessa direttamente, ad esempio: 
in paricolare... i contributori volontari (per tutti i quali già la legge di riforma prevedeva la deroga poi cancellata parzialmente dai successivi decreti attuativi della norma) il ripristino del loro diritto sancito dalla normativa con attenta verifica dei loro numeri che, in questo parziale provvedimento limitato alla decorrenza della pensione per il 2016, sono stati ridotti da 12.000 a 9.000.
Resto a sua disposizione per ogni opportuno approfondimento sulla nostra richiesta.
Sicuri della sua sensibilità al tema e sicuri che vorrà intraprendere ogni più utile iniziativa a nostro sostegno la ringraziamo anticipatamente e le porgiamo i nostri più cordiali saluti.

Nome, cognome, telefono
____________________________________________

A:       Ministro dell’Economia e delle Finanze Padoan
  Ministro del Lavoro Giuliano Poletti
e p.c. : Presidenti Camera e Senato
Presidenti Commissioni Bilancio di Camera e Senato
Presidenti Commissioni Lavoro di Camera e Senato
Componenti Commissioni Bilancio e Lavoro di Camera e Senato

Dalla lettura del testo della Legge di Stabilità 2016, depositata oggi in Parlamento, dobbiamo dolorosamente constatare che gran parte degli impegni presi dal Governo con gli Esodati e, soprattutto ancor più formalmente, davanti alle 4 Commissioni Parlamentari riunite nell’audizione del  24 settembre scorso sono stati in gran parte disattesi.
Sono stati disattesi poiché:
·                    una quota di  209 milioni di Euro è stata già distratta dal fondo esodati, destinato ai soggetti previsti dalla L. 228/2012, per  finanziare l’intervento sulla c.d. “opzione donna” di cui al comma 1, art.19 che avrebbe già dovuto avere copertura, come hanno sottolineato le Commissioni Parlamentari il giorno 24/9;
·                    una quota pari a 58 milioni è stata distratta dal fondo esodati per coprire parzialmente, in base al comma 4, lettera a) dell'art.19, le misure di riduzione della pressione fiscale in favore dei pensionati previste al comma 5 dello stesso art. 19;
·                    una quota pari a 124 Mln di Euro è stata distratta dal fondo esodati ai fini del concorso alla copertura dei maggiori oneri di cui al comma 10, art.18, conseguenti al potenziamento delle misure di sostegno al reddito per le situazioni di disagio previste dalla stessa Legge di Stabilità;
·                    Ancora non è stata messa a disposizione l’intera somma di 3,4 Miliardi, corrispondenti ai risparmi certificati dal Ministero del Lavoro al Parlamento il 31/7/2015, per una salvaguardia definitiva dei rimanenti 49.500 non salvaguardati;

Riteniamo inaccettabile e vergognosamente discriminatorio che si derubino risorse preziose che una Legge dello Stato destina per la restituzione del legittimo diritto alla pensione a cittadini privi da almeno 4 anni sia di stipendio che di pensione, per consentire ad altri cittadini regolarmente occupati, e quindi con un reddito, di anticipare di qualche anno la loro uscita dal posto di lavoro. A tali cittadini deve essere pur riconosciuto il loro diritto, ma finanziandolo unicamente con la fiscalità generale e non con fondi indispensabili al riconoscimento del diritto alla pensione degli “esodati”. Questa è una intollerabile ingiustizia alla quale DEVE essere posto rimedio sollecitamente!!!!
Infatti Vi  ricordiamo che proprio il Ministero del Lavoro, quindi il Governo, nell'ottobre del 2014 ha certificato al Parlamento  rispondendo in Commissione Lavoro della Camera alla interrogazione parlamentare dell’On. Gnecchi n. 5-03439, che gli “esodati” ancora non coperti da salvaguardia, dopo  la pubblicazione del sesto provvedimento,  erano riconosciuti in  49.500.
D’altra parte, a fronte di tale riconoscimento, il 24 settembre 2015 in Audizione congiunta in Commissioni Bilancio e Lavoro di Camera e Senato, il Governo, da Voi formalmente rappresentato e con relativo testo depositato in Commissione, dichiarò l’impegno di rendere disponibili immediatamente tutti i risparmi delle precedenti salvaguardie  al Fondo Esodati ex-L.228/2012,  per un'ultima e definitiva salvaguardia da emanare  nella Legge di Stabilità 2016.
Quei risparmi sono stati accertati, nella Relazione di monitoraggio del luglio scorso al Parlamento (cfr. sito www. Camera.it DOC CCXXX), per un valore di almeno 3,35 MLD di Euro, corrispondenti ad almeno 43.000 soggetti, dal Ministero del Lavoro, su fonte INPS!
E’ palese e a tutti evidente la contraddizione che si manifesta tra gli impegni assunti dal Governo e i fatti espressi con l'articolo 18 del Disegno di Legge di Stabilità 2016!
E’ vero che l’art. 18 della Legge di Stabilità 2016 prevede una nuova salvaguardia, la settima, ma ne limita  il beneficio a 26.300 di essi, praticamente poco più della  metà degli aventi diritto individuati dal Governo!
La vertenza “esodati” pertanto non può ritenersi assolutamente chiusa, come ancora una volta si cerca  non troppo nascostamente di affermare e far credere! Mancano all’appello quasi 24.000 famiglie!!
Ci attendiamo pertanto che, nell’immediato, quell’impegno di credibilità venga prontamente onorato dal Governo, salvaguardando anche le 23.200 persone mancanti all'appello, utilizzando anche tutti gli ulteriori risparmi delle precedenti 6 provvedimenti di deroga.
Chiediamo con forza che l’art. 18 della Legge di Stabilità venga modificato allargando la salvaguardia a tutti i 49.500 “esodati” e chiudendo definitivamente la loro vertenza.
Non possono essere abbandonate nell’angoscia queste 23.200 famiglie, colpite ingiustamente dallo Stato, senza un chiaro e formale impegno a  sanare la situazionecon misure collegate alla Legge di Stabilità, o con un nuovo ed immediato provvedimento di salvaguardia che ponga la parola fine alla vergogna, tutta italiana, del fenomeno “esodati”.
Nel merito dei contenuti del provvedimento inserito nella Legge di Stabilità evidenziamo alcuni gravi errori ed omissioni,  rispetto anche al testo elaborato dalla Commissione Lavoro della Camera, che penalizzano fortemente alcune categorie.
Errori ed omissioni che restringono di molto le salvaguardie ottenibili con il già pur limitato orizzonte dell’art.18 e che riteniamo debbano comunque essere prontamente sanati   con precisi e doverosi emendamenti alla bozza del testo odierno:
1.      Alla lettera a), comma 2, art. 18, il periodo temporale  successivo al termine della mobilità accordato per il perfezionamento dei requisiti anche mediante l’utilizzo di C.V., è riportato a una durata massima di 12 mesi, come già previsto per la VI° salvaguardia dalla L 147/2014, differentemente da quanto richiesto dalla relatrice on. Incerti nell’emendamento da lei presentato ed approvato unitariamente per la VII° salvaguardia in Commissione Lavoro, che prevedeva un periodo di 36 mesi. Riteniamo necessario ripristinare tale periodo a 36 mesi, e riportare la data termine di cessazione al 31/12/2014, per tutti i soggetti di cui alla lettera a).

2.      Alla lettera b), comma 2, Art. 18 della bozza, rispetto alle tabelle allegate alla risposta data dal Sottosegretario Bobba alla interrogazione parlamentare n. 5-03439 risultano inseriti in salvaguardia 9.000 Contributori Volontari contro i 12.000 certificati allora dal Ministero del Lavoro in risposta alla interrogazione in oggetto.  Vorremmo capire se la differenza è dovuta ad un errore iniziale di calcolo dell’INPS, e quindi questo dato di 9.000 è il risultato di un ricalcolo, oppure una ingiustificata limitazione dei beneficiari della salvaguardia per la categoria dei C.V. Riteniamo inaccettabile la riduzione della platea salvaguardabile di tale categoria in quanto ci si ritroverebbe davanti al serio ed oggettivo  rischio che molti aventi diritto, pur possedendone tutti i requisiti,  rimarrebbero esclusi dal diritto alla salvaguardia per carenza di posti “messi a bando” con tale provvedimento. Circostanza foriera di legittimi ricorsi e contenzioso davanti al giudice del lavoro e non solo. Si richiedono adeguati e puntuali accertamenti presso l’INPS circa l’adeguatezza dei numeri di tale platea composta essenzialmente da semplici licenziati alla data del 31.12.2011, in gran parte senza alcuna tutela,  e costretti al versamento di contributi volontari per raggiungere i minimi contributivi richiesti (20 anni per la pensione di vecchiaia e 35 o 40 per quella di anzianità) dalle norme previdenziali precedenti.
3.      Manca tutta la parte diriconoscimento del lavoro domestico legalmente inquadrato (che è fruibile solo a tempo indeterminato), con la quale nel testo unitario della Commissione Lavoro (cifr. Art.2, comma 1-bis) si intendeva  includere in salvaguardia soprattutto quelle donne che hanno svolto qualsiasi altra occupazione dopo aver perso il lavoro. Chiediamo che tale mancanza venga sanata nel provvedimento di salvaguardia predisposto nella L.S. per evitare un'ulteriore prevedibile spinta verso il lavoro nero, già molto alto in questo settore.
4.      Manca il congelamento dell’applicazione degli incrementi dell’età anagrafica sia per l’innalzamento dell’aspettativa di vita che per l’adeguamento dell’età delle donne: riteniamo infatti che tale norma non debba essere applicata per i salvaguardati poiché essendo essa stata emanata appena 3 mesi prima della riforma Fornero non può non considerarsi un unicum normativo di tale riforma. Essa, allungando progressivamente i tempi di maturazione del diritto pensionistico, comporta così l’ingiusta esclusione dalla salvaguardia per molti soggetti appartenenti a tutte le categorie, ancor più discriminante per le donne. Basti pensare che tale incremento per l’anno 2016 per le donne è di ben 13 mesi!
5.      alla lettera d), comma 2, Art. 18 della bozza, contrariamente a quanto previsto nella corrispondente lettera del testo della Commissione Lavoro, vengono esclusi i fruitori della legge 104, ammettendo a salvaguardia solo coloro che assistono i figli gravemente disabili ed escludendo coloro che assistono coniuge, genitori e parenti stretti gravemente disabili. Ricordiamo che la Corte Costituzionale aveva riconosciuto il lavoro di cura per i coniugi, i genitori ed altri parenti stretti parificandolo al lavoro di cura per i figli; non si capisce quindi  perché introdurre in L.S. una ulteriore discriminazione che sarà certamente foriera di ricorsi e contenziosi, con certo danno per lo Stato. Non c’è inoltre chiarezza sulla attivazione dei vasi comunicanti fra la IV e VI salvaguardia, più volte promessa, che risolverebbe il problema degli esclusi dalle precedenti salvaguardie per superamento del numero previsto di soggetti.
6.      Riteniamo debba essere eliminato il passaggio, nel comma 4, Art. 2, che prevede che il trattamento pensionistico, per i beneficiari di questa salvaguardia, non possa avere decorrenza antecedente l’entrata in vigore della Legge di Stabilità. Tale misura infatti penalizzerebbe economicamente e in modo quasi persecutorio i soggetti con decorrenza pensionistica già maturata negli anni/mesi precedenti, appartenenti a categorie fino ad ora escluse dai precedenti provvedimenti di deroga e privi di reddito ormai anche già da alcuni anni e coloro che non hanno potuto accedere alle precedenti salvaguardie a causa di errori formali nella compilazione delle istanze..
7.      alla lettera e) del comma 2 Art. 18 della citata bozza  il numero dei lavoratori con contratto a tempo determinato passa da 1000 a 3000, ma escludendo inspiegabilmente i lavoratori agricoli e quelli con la qualifica di stagionali, come previsto dalla proposta della Commissione Lavoro della Camera, in quanto tipologie lavorative tra le più faticose ed usuranti. Quindi è una penalizzazione con conseguenze pesantissime a favore esclusivamente di un incremento del lavoro nero e di altre forme di sfruttamento come il caporalato, una piaga già incancrenita in questo comparto produttivo.
Alla luce delle sue esposte osservazioni chiediamo che quantomeno si attivino i cosiddetti vasi comunicanti fra le categorie dei soggetti ricompresi in questa VII° salvaguardia al fine di prevenire eventuali problemi di capienza delle singole platee, o che si prevedano precise clausole di salvaguardia che assicurino il riconoscimento del diritto alla pensione con norme pre-Fornero a tutti coloro i cui requisiti verranno riconosciuti validi ai fini dell’accettazione della domanda, indipendentemente dalla capienza prevista per la singola categoria.
Infine, ai fini della trasparenza promessa, chiediamo venga resa pubblica la documentazione e la relazione finale della Conferenza dei Servizi insieme alla relazione di monitoraggio in modo da rendere chiare le ragioni che hanno limitato nel comma 1 dell’art. 18 l’utilizzo di tutte le risorse come da impegno del Governo. Inoltre sarà possibile conoscere, anno per anno,  l’ammontare del risparmio calcolato sulle precedenti salvaguardie e messo a disposizione per il nuovo intervento di salvaguardia.
Contestiamo infine la circostanza che le coperture finanziarie normate all’art. 18 e 19 prevedono l’utilizzo di 391 Mln di euro dei risparmi delle risorse accantonate sul Fondo Esodati per categorie di lavoratori che “esodati” non sono, non avendo perso il posto di lavoro, o firmato accordi entro la data del 31.12.2011 che lo prevedevano anche successivamente. Queste categorie di lavoratori in attività e/o di soggetti/pensionati a bassissimo reddito hanno pieno diritto a una forma di tutela,  ma riteniamo che le coperture finanziarie per assicurare loro tale diritto debbano essere ricercate ed assicurate con altre fonti di finanziamento.
Il Fondo Esodati è degli Esodati, e deve servire esclusivamente per assicurare a TUTTI loro la legittima salvaguardia come previsto chiaramente dalla Legge dello Stato!!
Alla luce di quanto esposto chiediamo un urgente incontro al fine di esporre ed approfondire le nostre buone ragioni e ricevere assicurazioni che le stesse verranno legittimamente accolte, mentre ci appelliamo ai Presidenti delle due Commissioni interessate perché vigilino su quanto abbiamo denunciato e provvedano anche esse a dare il loro contributo affinché  gli impegni assunti dal Governo verso gli “esodati” vengano sollecitamente rispettati.
La mobilitazione dei Comitati degli Esodati continuerà fino a quando l’ultimo degli almeno 49.500 non sarà salvaguardato.  
Roma 26 Ottobre 2015

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