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giovedì 8 ottobre 2015

Una proposta concreta per gli esodati

Una proposta concreta per gli esodati
L'Unità.TV
Sulla “flessibilità in uscita” e sulla riforma delle pensioni, le proposte in campo sono diverse e si va da quelle più “soft” di una ulteriore salvaguardia degli “esodati” (la settima!) a quella di radicale revisione delle norme in vigore.
Per quanto la critica alla riforma Fornero sia in buona misura condivisibile, in quanto la mancata gradualità di uscita dalle pensioni di anzianità, ha creato un vero e proprio problema e allarme sociale che le sanatorie di “esodati” hanno cercato di tamponare (in modo peraltro disorganizzato) occorre anche rendersi conto che sono passati ormai quattro anni e che più di 100mila esodati sono stati mandati in pensione con le vecchie regole e che ormai il fenomeno dei “senza lavoro, senza pensione e senza ammortizzatori sociali” è andato riducendosi alquanto nel corso del tempo. La stragrande maggioranza dei lavoratori “colpiti” dalla riforma Fornero, oggi o sono ancora al lavoro o sono in pensione. Da allora è aumentato molto il tasso di occupazione degli “over 55”, mentre il tasso di disoccupazione è aumentato molto poco.
In queste circostanze ha senso completare l’opera ed intervenire sulle categorie che sono ancora in sofferenza. Ha senso aiutare quelli che sono ancora in difficoltà con sostegno del reddito, rafforzare le politiche attive e, in caso estremo, accompagnarli alla pensione con qualche forma di flessibilità.
In questo senso si è mossa la iniziativa che abbiamo assunto qualche mese fa e che si è concretizzata in un disegno di legge depositato sia alla Camera che al Senato e che è stato sottoscritto da 27 Deputati e da 44 Senatori. In pratica la proposta si basa su tre pilastri:
– rafforzamento delle politiche attive con un prolungamento degli attuali incentivi alle assunzioni (previsti per il contratto a tutele crescenti) per gli over 55 licenziati e disoccupati;
– rafforzamento, per le stesse categorie di lavoratori, dell’ASDI cioè del sussidio di disoccupazione per i disoccupati che hanno esaurito il NASPI e che si trovano in condizioni di basso reddito familiare;
– esaurite le precedenti misure possibilità di accedere ad un assegno contenuto entro 800-900 euro concesso per tre anni e che prevede la graduale restituzione una volta raggiunta l’età pensionabile;
– una quota minoritaria della somma da restituire è a carico della fiscalità generale.
La proposta presenta diversi vantaggi rispetto alle proposte in campo che si propongono di introdurre una flessibilità aperta a tutti:
– si concentra sui lavoratori più svantaggiati,
– l’anticipo della pensione è parziale e si configura come un sostegno minimo,
– si presta ad una compartecipazione delle aziende,
– combina elementi di politiche passive con interventi di politiche attive,
– non consegna alle autorità e agli osservatori internazionali l’impressione che il Paese voglia fare un passo indietro su un fronte delicato quando il consolidamento dei conti pubblici viene rinviato nel tempo.

6 commenti:

  1. Il guaio è che chi decide sulle sorti degli altri non ha la minima idea di quella che è la vita degli altri (vedi l'ignobile articolo a firma di Santini e Dell'Aringa che magari hanno fato i sindacalisti). Io non voglio l'ASDI. Voglio che si rispetti il patto che ho fatto con lo Stato nel primo semestre del 2011

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  2. Leggendo l'articolo comprendo chiaramente come sia trasversale e (purtroppo) numerosa la schiera di chi tifa per non risolvere in modo equo il grave problema delle migliaia di esodati ancora senza stipendio o pensione che purtroppo continueranno ad esserlo, da quel che se ne sa, anche dopo la settima salvaguardia. Scrivendo con candido disincanto: " La stragrande maggioranza dei lavoratori colpiti dalla riforma Fornero, oggi o sono ancora al lavoro o sono in pensione" affermano infatti una FALSITA' grossa come una casa, negando in sostanza la nostra esistenza e ne sono consapevoli omettendo infatti che esiste invece il nostro gravissimo problema e che è prioritario risolverlo. Ma facendo parte della schiera di chi tifa per l'attuale SALVATORE DELLA PATRIA con la sua ricerca ossessiva del più largo consenso possibile, cercano furbescamente di far passare l'idea che in fondo sarà normale ed anzi salvifico per i non salvaguardati (25.000 dopo la settima in procinto di essere operativa) accettare eventuali escamotages con penalizzazioni di varia natura. NO!!! Questi signori si sbagliano di grosso. Noi pretendiamo lo stesso trattamento avuto nel frattempo da tutti quei lavoratori usciti a vario titolo dal mondo del lavoro prima della Legge Fornero e andati in pensione con le vecchie regole com'è giusto che sia. Non accettiamo l'elemosina da nessuno. Anzi si sbrighi chi di dovere a risolvere DEFINITIVAMENTE IL NOSTRO PROBLEMA perchè ne abbiamo le scatole piene e siamo al limite della sopportazione.

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  3. "La stragrande maggioranza dei lavoratori “colpiti” dalla riforma Fornero, oggi o sono ancora al lavoro o sono in pensione."
    Valutate voi, mia moglie, accettando l' opzione donna, quest' anno è andata in
    pensione a 60 anni e 39 di contributi e 757 euro di pensione, e io dopo l' ultimo anno
    di mobilità a 830 euro al mese sono andato finalmente in pensione dopo 42,5 anni di contributi.

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  4. "Non accettiamo l'elemosina da nessuno. Anzi si sbrighi chi di dovere a risolvere DEFINITIVAMENTE IL NOSTRO PROBLEMA perchè ne abbiamo le scatole piene e siamo al limite della sopportazione."
    HAI ANCHE LA SUPPONENZA DI DETTARE REGOLE, TEMPI E MODALITA' !

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  5. Anonimo 9 ottobre 2015 14:31 la supponenza di dettare regole
    tempi e modalità più consone nel cosa fare di te non le posso esprimere in maniera educata quindi mi astengo dal scriverlo.

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    1. Peppe, le devi invece esprimere in maniera educata, e non astenerti
      dallo scriverlo.
      Nel cosa fare di me o di te, ne riparliamo un' altra volta.

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