Valentina Romano
Gli esodati in piazza San Babila a Milano |
MILANO – Donne e uomini dai sessant’anni in su vanno in giro per il centro di Milano per opporsi alla legge sulle pensioni del ministro del Welfare Elsa Fornero. Piazza San Babila, cuore pulsante dell’economia milanese, ospita esodati con cappi al collo legati alla bandiera dell’Italia: si sentono oppressi e così non riescono ad andare avanti. Urlano disperati che la legge che innalza i requisiti d’età per l’accesso al pensionamento è un’assurdità. Una donna racconta che «doveva andare in pensione il primo febbraio del 2014, ma in seguito alla legge del ministro, deve aspettare fino al primo marzo del 2017». «Le dichiarazioni della Fornero sono assurde!», sbraita un manifestante spiegando che è impossibile per un sessantenne reinserirsi nel mercato del lavoro in Italia.
I MANIFESTANTI – Gli esodati che riempiono piazza San Babila fanno parte di un comitato che coordina uno sportello “mobilitati” aperto presso la Camera del Lavoro. Il gruppo ha creato un centro di aiuto per tutti quei disoccupati sessantenni che non riescono a trovare un’occupazione e che allo stesso tempo non possono andare in pensione. La gente, dichiara un uomo di 61 anni senza lavoro, né pensione o sostegno al reddito, «si sente tradita dallo stato e dalle forze politiche».
LE TESTIMONIANZE – «Andiamo tutti a casa della Fornero a mangiare», urla una donna di 58 anni disperata perché la pensione la vede oramai come un miraggio. Gli esodati non riescono più a trovare lavoro in un Paese terribilmente afflitto dalla crisi. Questa riforma ha danneggiato le persone che erano più vicine ad andare in pensione, vale a dire gli ultra 50enni. Un uomo racconta che «la pensione è un “istituto di civiltà” che questa legge ci ha negato». Inoltre, continua il manifestante, «è diventato impossibile per un 60enne trovare lavoro». L’esodato ci riferisce che ha mandato più di quattrocento e-mail in quattro mesi senza ricevere alcun tipo di risposta. La gente è adirata per le dichiarazioni del ministro sul fatto che il lavoro non è un diritto ma bisogna guadagnarselo, un manifestante in particolare dice: «Se il lavoro è un’aristocrazia si vede che non appartiene alle persone!». E poi aggiunge: «Il Governo sta rendendo tutti schiavi, succubi e sottomessi, ma siccome noi non lo siamo, lottiamo per i nostri diritti!»
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Ogni iniziativa ci aiuta, a non essere dimenticati da tutti, visto che i nostri governanti sembrano ignorare il problema che ci hanno creato. Paola
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