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lunedì 2 luglio 2012

Le mancate risposte del Governo minano la coesione sociale

Articolo n° 220224 del 02/07/2012 - 09:00Lavoratori di Intesa San Paolo in sciopero, Cisl Savona: “Il rischio d’impresa non può trasferirsi su di loro”
Savona. Uno sciopero per il lavoro e contro inefficienze, inadeguatezza, privilegi e zone franche. E’ quello proclamato per oggi dai sindacati in Intesa San Paolo. “La scadenza degli accordi aziendali al 30 giugno 2011, la paventata ristrutturazione della rete con conseguente previsione di numerose chiusure di sportelli e la vicenda degli ‘esodati’, con l’incertezza che ne consegue, sono alla base dello sciopero” spiegano dalla Fiba Cisl di Savona.
“La confusione sui numeri e il rischio, per 4.000 lavoratori in uscita, di periodi senza sostegno economico rendono necessaria la riassunzione di 561 lavoratori usciti da gennaio a oggi e il blocco (già comunicato) dell’uscita di altri 3.300, alcuni di questi lavorano o risiedono nella nostra provincia. Tutto questo comporta un maggior costo che l’Azienda intende scaricare integralmente su lavoratori e clienti. Infatti Intesa Sanpaolo ha dichiarato la volontà di procedere alla chiusura di un numero elevato di sportelli con inevitabili contraccolpi sul servizio reso alla clientela ed ha avviato, ai sensi del CCNL, la prevista procedura per ridurre il costo del lavoro dei 250 mln di euro che mancano all’appello per effetto della riforma e del decreto Fornero con insostenibili e gravi ripercussioni sui trattamenti economici e normativi dei lavoratori del Gruppo Intesa Sanpaolo” proseguono dalla segreteria savonese della Cisl.
“La Fiba Cisl denuncia come la mancata risposta da parte del Governo alla questione esodati crei conflitti e mini la coesione sociale in un momento particolarmente delicato per il settore bancario. Respinge inoltre il tentativo aziendale di far pagare il conto ai lavoratori. La Fiba ritiene inaccettabile il tentativo di recuperare 250 milioni di euro smontando la contrattazione aziendale in essere e ritiene fuori luogo l’ipotesi aziendale di ‘giornate di solidarietà’, inconcepibile in un’azienda sana quale Intesa Sanpaolo. Ritiene che eventuali recuperi possano essere fatti, reinternalizzando attività esternalizzate costose ed inefficienti, intervenendo sulla semplificazione societaria, analizzando i processi organizzativi che producono sprechi e inefficienze, rimuovendo le scelte organizzative sbagliate, smettendola di cambiare con frequenze insostenibili modello organizzativo”.
“Rileviamo con contrarietà come le incapacità e l’approssimazione espressa dall’azione della classe dirigente producano effetti nefasti – superiori a quelli congiunturali – per i lavoratori, i quali nel Paese, come in Intesa Sanpaolo, sono chiamati sempre a pagare. Evidenziamo inoltre come le 1000 assunzioni previste da precedenti accordi siano fortemente a rischio” aggiungono dalla Cisl.
“Riteniamo che in questa come in altre vicende analoghe, vada dato un forte segnale alla classe dirigente che occupazione, pensioni e salari non si toccano. Dietro a errori e incapacità di governo del Gruppo ci sono persone che ne subiscono le conseguenze: lavoratori pronti ad uscire in esodo a giorni che non escono più, esodati senza sostegno economico, giovani che hanno lavorato a tempo determinato e che vedono sfumare speranze di assunzione stabile, persone che vedranno peggiorare condizioni di vita e di lavoro. In questa situazione sono inaccettabili gli attuali salari, incentivi e prebende al management e alle centinai di Consiglieri di Gestione e di Sindaci. Ammesso e non concesso che ci siano troppe Filiali, chi ne ha deciso l’apertura anche in tempi recenti? Allo stesso modo contestiamo le recenti dichiarazioni per le quali il dividendo non si tocca”.
“L’azione è ‘capitale di rischio’, e il rischio d’impresa non può essere trasferito sui lavoratori. Per tutte queste motivazioni è stato proclamato per la prima volta lo sciopero del Gruppo, dopo molti anni di ‘pace sociale’; l’azione di lotta evidenzia l’esasperazione dei lavoratori che vedono diritti e salari in pericolo” concludono dalla Fiba Cisl Savona.
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1 commento:

  1. BASTEREBBE REGOLARE LE PENSIONI D'ORO, MA SICCOME SONO LE LORO, NON SI TOCCANO. COMPLIMENTI SIETE TUTTI ONESTI... ESODATA POSTE 53

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