Non sanno neppure dei provvedimenti legislativi subiti col Governo Monti oppure, iperaziendalisti, pensano di essene immuni («Io non c'entro perché ho firmato prima! Ecco qui il verbale firmato con l'azienda!»), oppure ancora pensano che la riforma riguardi l'INPS e non l'IPOST.
A questi sonni tranquilli (beata ignoranza) si contrappongono giornate convulse e notti insonni passate a cercare spasmodicamente risposte su "come uscirne".
Sono centinaia di migliaia i clic su forum, blog, siti del sindacato e altri contatti on-line.
Migliaia le-e-mail scritte agli onorevoli per sollecitare un intervento (e per ringraziare i pochi che rispondono e si mettono in gioco), numerosissime quelle al Ministro Elsa Fornero (che in molti casi ha risposto per tranquillizzare), al Presidente della Repubblica, ai giornali. Numerosi pure gli articoli apparsi a seguito di lettere o per dare notizia di manifestazioni (soprattutto nelle Prefetture). Ci sono stati anche servizi radiofonici e televisivi su reti locali e TG regionali.
La cinquantina di giorni di questo movimento intenso però non ha avuto il clamore delle notizie da prima pagina che si aspettava chi, come noi, vive in maniera totalizzante il problema.
Domani saremo ancora nelle nostre postazioni, aspettando l’esito delle modifiche apportate alla nuova legge attraverso il Milleproroghe.
Domani passano all’esame della Camera gli emendamenti approvati nel lavoro delle commissioni.
È un ulteriore passo di questo lungo cammino. Speriamo ridia serenità ad a qualcuno di noi, ma dobbiamo sapere che tante situazioni sono ancora da sanare e che dietro ciascuna di queste ci sono persone in carne ed ossa e famiglie a cui ancora è preclusa una normalità pianificata dopo un accordo consensuale fondato su norme previdenziali che si ritenevano solide e che ora sono completamente stravolte.
Su questo bisognerà che l’azienda POSTE dia la parte di risposte che moralmente le compete.
Concordo pienamente, la parola più usata in questi tempi "salvi" come se ci fosse un virus mortale; abbiamo sottoscritto un accordo che andrebbe solo onorato a prescindere da tanti balzelli burocratici privi di ogni logica.
RispondiEliminaUn tempo fra gli uomini bastava la parola e la stretta di mano, purtroppo molti di loro hanno poca memoria.
è vero! condivido quello che hai scritto.
RispondiEliminatante ore e tante volte ho scritto: ministro Fornero, a deputati e anche in prefettura.
tante ore ho dedicato alla lettura di questo blog.
spero almeno, che domani, una luce illumini il nostro nero cammino pieno di ingiustizia, ore di angoscia ed ore di sonno perso.
mario 1952
Caro Monti metti fine alle angosce delle persone che hanno firmato un accordo e la manovra ha stravolto le condizioni. Che colpa abbiamo noi per pagare un prezzo così alto. Gli accordi firmati prima del 4 dicembre vanno onorati, altrimenti migliaia di famiglie rimarranno senza stipendio e senza pensione per molti anni. Ti prego cerca di intervenire prima che sia troppo tardi.
RispondiEliminaGrazie
concordo pienaente conn quanto scritto sulle riflessioni.
RispondiEliminaE' ora che anche Poste Italiane si prenda le sue responsabilità e ci dica qualche notizia atta a soddisfare le nostre esigenze. Quando abbiamo firmato per la risoluzione del rapporto di lavoro c'era anche il rappresentante delle Risorse Umano e rappresentante Sindacale. Ora invece neanche una parola per tranquillizzarci io non ho pià sentito nè visto nenche il mio sindacato (UIL).
Che tristezza
Ha proprio ragione Paola.....la responsabilità di poste Italiane? nulla...assente...invece si è presa tutti i vantaggi e nessun sacrificio derivante dalla riforma Monti. La riforma Monti può piacere o no, comporta dei sacrifici...dobbiamo farli tutti noi esodati, senza nessuna ripercussione sull'azienda? se fossimo rimasti in servizio, ci avrebbe dovuto pagare per altri 4-6 anni. Ora ci ha liquidati e non gliene frega niente? troppo comodo. Vabtaggi su vantaggi. Dove sono i sindacati? perchè non rinfacciano questo all'azenda, costringendola a prendersi le sue repsonsabilità?
RispondiEliminaPresenziare Prefetture, scrivere,mandare email,contattare politici, giornali, sindacato,azienda.Abbiamo fatto di tutto e continueremo a fare di di tutto..! L'iter parlamentare è ancora lungo,e le nostre forme di protesta e pressioni, devono essere ancora più vitali e incisive.Non mollare fino alla soluzione del problema.Gigi
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