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lunedì 23 gennaio 2012

Come la spiega Tiziano Treu

PENSIONI/ Lavoratori precoci ed esodati.
Treu: vi spiego cosa abbiamo fatto per loro
(Leggi) lunedì 23 gennaio 2012

PENSIONI LE NOVITA' PER LAVORATORI PRECOCI ED ESODATI Se possano o meno dormire sonni tranquilli dovrebbe essere ormai questione di pura forma; si attendeva il via libera al decreto Milleproroghe delle commissioni Affari costituzionali e Bilancio della Camera, e c’è stato. Da oggi, il provvedimento passa in Aula. Precoci ed esodati non rischiano dilazioni inique o falcidie insopportabili. I primi sono quelli che hanno iniziato a lavorare in tenera età (15-16 anni) e rischiavano di non poter accedere alla pensione anche laddove avessero avuto 42 anni e un mese di anzianità, ma meno di 62 anni; i secondi, figurano tra i lavoratori che si sono licenziati volontariamente da aziende in crisi in seguito a incentivi economici e alla promessa di andare in pensione entro due anni. La riforma rischiava di far slittare la loro pensione di 5-6 anni. Ebbene: il provvedimento prevede, in sostanza, che per entrambi si mantenga il regime precedente alla riforma e che non ci siano penalizzazioni per i precoci che decideranno di andare prima in pensione. «Le correzioni sono state concordate alla Camera, dopo una lunga discussione; non credo, quindi, che ci saranno problemi neanche al Senato», afferma, raggiunto da ilSussidiario.net Tiziano Treu, senatore del Pd ed ex ministro del Lavoro. «Non si può, del resto - aggiunge -, continuare a mettere tutto in discussione. Si tratta di cambiamenti utili per porre rimedio a un innalzamento dell’età fatto in modo molto drastico».
Tiziano Treu -Senatore PD

Secondo Treu, è stato giusto mantenere una pista “privilegiata” per i precoci. «Quando un uomo ha lavoro 42 anni e una donna 41, possiamo dire che abbiano versato il loro tributo alla sicurezza sociale. Si tratta, oltretutto, di un gruppo abbastanza ristretto di persone». Per quanto riguarda, invece, gli esodati, «nella prima versione delle modifiche si era ipotizzata una salvaguardia solamente per coloro che avevano stipulato un accordo con la propria azienda in sede di trattativa collettiva. La tutela ora è stata estesa anche a chi si è messo d’accordo con la propria azienda, a livello di accordo singolo, e che avrebbe rischiato di restare senza lavoro e senza pensione. Si tratterà di capire quanti sono. Questo, infatti, non è ancora chiaro».
Si era parlato di una copertura finanziaria ammontante a circa 100 milioni di euro. «Non lo sappiamo con precisione. Gli esodati in seguito ad accordi individuali, infatti, non sono ancora stati censiti, non ne conosciamo il numero». In ogni caso: è notizia di oggi che la copertura sarà trovata aumentando le aliquote contributive per i lavoratori autonomi. Eppure, su queste pagine, l’onorevole Silvano Moffa aveva spiegato che, quand’anche si trattasse effettivamente di 100 milioni, non sarebbe necessario recuperarli aprendo un nuovo capitolo di spesa. Sarebbe, altresì, sufficiente decurtarli dai sei miliardi di risparmi derivanti dalla riforma delle pensioni previsti per il 2013.

2 commenti:

  1. Onorevole Treu. Non è cosi..!Io ho firmato l'accordo per l'esodo in confindustria ad aprile 2011,ma il mio rapporto di lavoro si risolveva al 31/12/2011.Quindi neanche l'emendamento in oggeto ci salva:poiche fa riferimento alla data del 6 dicembre. Badi che io maturo la "quota 96", a settembre 2012...! Quindi dovrei rientra fra quelli che maturano i requisiti entro 24 mesi,ma pare che non è cosi..!?

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  2. La gatta frettolosa fa i gattini ciechi. Come si puo' fare una riforma delle pensioni in 15 giorni?
    Hanno fatto un gran pasticcio non consideranto tante variabili che produrranno 7 anni senza stipentio e senza pensione.

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