Indirizzo mail

Puoi contattarci scrivendo a: cumpustela@gmail.com

domenica 1 gennaio 2012

Ricapitolando... ma c'è un altro problema

Ricapitolando per sommi capi.
La Legge Monti-Fornero in materia pensionistica entra a gamba tesa e sconvolge le premesse di un accordo tra il singolo lavoratore e Poste che si può sintetizzare così:
- condividi di dimetterti in una certa data.
- In cambio Poste… ti riconosce una cifra X per il mancato guadagno fino alla pensione e per i contributi previdenziali (versamenti volontari) che ti mancano per il raggiungimento del requisito pensionistico,

oppure
se hai un figlio maggiorenne che ne abbia i requisiti può aderire al “progetto mix” cioè scambiamo il tuo posto di lavoro con quello di tuo figlio (part time a tempo indeterminato, ma con la sua possibile trasformazione poi del contratto in full time), sempre che risulti idoneo ai test cui verrà sottoposto presso la sede di Poste a Roma.
A seguito della condivisione delle proposte il lavoratore ha fatto le proprie scelte e sottoscrivendo poi in due momenti quest’atto di volontà comune (la prima presso la struttura di Risorse Umane Regionale, la seconda in sede sindacale o presso la Direzione Provinciale del Lavoro o Confindustria territorialmente competente) è entrato a far parte dei cosiddetti “esodati”.
Gli accordi personali hanno prodotto una casistica anomala e variegata (le testimonianze su questo blog ne danno un’idea).
A complicare questa matassa (fino a quel momento avevano visto lavoratori e Azienda sottoscrivere accordi consensuali) è giunto il provvedimento del Governo Monti che ha aggiunto altre varianti (prima o dopo il 4-12-2011; il criterio delle quote e delle età; i tetti di spesa…). 
Così oggi ci sono colleghi che:
1)      avevano firmato tutto prima del Governo Monti e dei suoi provvedimenti;
2)      convocati per la seconda firma, di fronte alle parole dei rappresentanti dell’Azienda del tipo “che firmiate o no, dal 2 gennaio voi non rientrate più in Poste” o “ rischiate di perdere il posto di lavoro e anche il pattuito” e simili, alcuni colleghi "impauriti" hanno firmato;
3)      dopo la prima firma alla struttura aziendale RUR e alla luce della riforma Monti-Fornero, convocate per la seconda firma hanno ritenuto di non firmare pensando che domani potranno presentarsi al loro posto di lavoro. Ci chiediamo:
Con che stato d’animo e con che esito, ma sprattutto: riusciranno a prendere servizio?
Quest'ultimo caso potrebbe aprire un contenzioso legale, complicando un quadro di per sé già inverosimile. Sarà chiesto l’intervento della forza pubblica? Si prefigura un’ipotesi tipo “serrata”? Non sappiamo.  Certo è che la Politica deve interviene subito!
È un aspetto che non è ancora emerso nei nostri racconti.
Parliamone qui perché tutti possano sapere come andrà questa partita e chi ha promesso interventi correttivi (Governo, Ministro e alcuni parlamentari) ne sia al corrente. 
Il ricorso alla Magistratura rischia di mettere altro sale sulle ferite o di sanare una piaga che si sta incancrenendo?

7 commenti:

  1. a questo punto visto che nessuno ci sta a sentire sarebbe l'unica soluzione! gira voce di una delegazione che, per conto di una assicurazione che aveva stipulato con i suoi dipendenti accordi simili al mix, si sia recata a Strasburgo.....e se davvero fosse riuscita a farsi definitivamente sentire?!?!?!?!?

    RispondiElimina
  2. Mi sembra che nei primi due casi menzionati il postale esodato non abbia più' nessuna possibilità' di rientro (avendo firmato da entrambe le parti) e che pertanto il ripristino delle vecchie regole pensionistiche sia un nato dovuto. Il terzo caso e' sicuramente più' complesso ma basterebbe indurlo a firmare anche presso la Direzione prov. del lavoro o Confindustria territoriale per farlo rientrare nei primi due casi. Parliamoci chiaro chi e' quel dipendente che rinuncerebbe agli accordi sottoscritti ante manovra per rientrare in ufficio dopo mesi di assenza (caso mai ti fosse permesso) ?
    postale esodato 52

    RispondiElimina
  3. Mi chiedo: possibile che fra di noi, qualcuno non riesca a contattare l'on Damiano per ottenere udienza presso il min Fornero ed esporre il nostro caso.
    successivamente, illustrare su questo blog, le concrete possibilità di uscirne vivi da questa vicenda che, noi nel rispetto delle regole previdenziali al 2011 sottoscrivendo l'esodo ci siamo trovati con le gambe spezzate.
    Inoltre, sento l'abbandono totale dell'azienda e dei ns sindacati a cui, abbiamo sempre onorato con il lavoro alla prima e l'iscrizione annuale + tredicesima e 14^ ai secondi.

    mario 1952

    RispondiElimina
  4. Da corriere della sera.it – 2 gennaio 2012

    Mastrapasqua: «Pensioni e giovani,
    rivedere gli ammortizzatori sociali»
    Il presidente dell'ente di previdenza: il SuperInps sarà la casa del welfare, la prima fusione pubblica

    …..Parliamo di un paio di problemi sorti con la riforma. Il primo riguarda i dipendenti pubblici e i lavoratori autonomi. Perché per loro non vale l'attenuazione dello scalone che è stato deciso per i lavoratori precoci del privato, cioè la possibilità di andare in pensione a 64 anni se si raggiunge quota 96 nel 2012?
    «Andrebbe chiesto al Parlamento, perché la norma è nata ed è stata votata lì. Credo che su questo lo stesso Parlamento, se lo riterrà opportuno, potrà intervenire».
    Il secondo problema riguarda i lavoratori che si sono dimessi o sono stati licenziati fuori da accordi sindacali e che ora rischiano di restare senza stipendio e senza pensione per anni. I sindacati parlano di decine di migliaia di casi. E' esatto?
    «Il numero ancora non lo conosciamo, ma abbiamo avviato un monitoraggio per avere le dimensioni del problema. Il presidente del Consiglio, Mario Monti, ha assicurato che il governo vuole occuparsi di queste persone».

    RispondiElimina
  5. leggo e riporto dal forum di intopic la testimonianza di Ciro di Palermo:
    «la situazione di pressione collettiva continua e deve continuare con iniziative di gruppo per dare risalto il piu possibile all'opinione pubblica. E' di questa mattina la notizia che alcuni colleghi siciliani esodati si sono presentati al posto di lavoro per riprendere servizio . Il caso ha avuto risalto su la testata giornalistica come pressione dei media in richiesta di risposta all'esigenza welfare aziendale . Credo che queste inziative siano più efficaci rispetto alla speranza di un intervento sindacale che non pare avere interesse in quanto coinvolto nell'accordo e per di più rispetto ad un numero di persone non più tesserate. Invece mi sembra il risalto dell'opinine pubblica pressi il governo che deve affrontare nel decreto milleproroghe i correttivi alle situazionisociali compromesse ingiustamente dalla manovra finanziaria . INOLTRE ULTERIORI AZIONI DI MASSA CONCORDATE ANCHE CON UN PRESIDIO A ROMA SICURAMENTE METTERANNO SOTTO PRESSIONE L'AZIENDA DEVE OCCUPARSI DEL CASO OLTRE CHE PER IL RISCHIO CONTENZIOSO PRINCIPALMENTE PER LA RISONANZA IN RICADUTA DI IMMAGINE NELLE RELAZIONI INDUSTRIALI IN QUANTO NON AVREBBE PIU' CREDIBILITA' E POSSIBILITA' DI PROSEGUIRE L'INCENTIVAZIONE ALL'ESODO DEGLI ESUBERI CON DISASTROSE RICADUTE SUI COSTI DI BILANCIO PER LA PARTE DEL COSTO DEL PERSONALE .Quindi con l'interesse a trovare soluzioni di rimedio con un costo aggiuntivo economico al confronto.»

    «ciao ciro, vorrei sapere anch io se hanno ripreso il lavoro, oppure e' stata una forma di protesta per far smuovere i media? facci sapere......dobbiamo saperlo»

    «ovviamente non sono entrati ma è intervenuta la polizia con tensione di agitazioni che sono un campanello di allarme in messaggio sociale per il governo e l'azienda . seguiamo anche i riscontri sui media»

    RispondiElimina
  6. Mario
    a tal proposito vi informo che stamattina, ho regolarmente beggiato alle ore 8,00; a mezzogiorno sono stato invitato del DirFiliale ad abbandonare il palazzo in presenza di una decina ditestimoni, avevo chiesto nota scritta ma si è rifiutato di consegnarmela in quanto non previsto dalle disposizioni Aziendali ricevute.

    RispondiElimina
  7. La bomba all’idrogeno è tecnicamente perfetta ma quando esplode crea danni irreparabili all’eco sistema e milioni di morti.
    La riforma delle pensioni Monti-Fornero forse è tecnicamente perfetta ma ha determinato centinaia di migliaia di disoccupati indigenti ( esodati che per anni non avranno ne stipendio ne pensione), milioni di lavoratori arrabbiati e demotivati, che dovranno lavorare ancora 4 – 6 anni prima di andare in pensione e quasi altrettanti giovani disoccupati che non potranno per lo stesso periodo di tempo accedere al mondo del lavoro, essere economicamente indipendenti e farsi una famiglia.
    In più è evidente il maggior costo per le aziende nel trattenere in servizio lavoratori ai massimi livelli retributivi e contributivi e per l’INAIL a causa del significativo aumento delle assenze per infortuni anche mortali.

    Tra i lavoratori esodati da Poste, tra il 2010 e il 2011, ci sono anche un centinaio di dirigenti che potevano scegliere tra esodo o licenziamento.
    Tra i più giovani, usciti il 31 dicembre ci sono colleghi del 1954 che avevano quale orizzonte pensionistico il 2015 e che con la riforma lo vedono spostato al 2021; quasi 10 anni senza stipendio ne pensione centellinando giorno dopo giorno l’importo dell’esodo per ricevere poi quale pensione?

    RispondiElimina