Senza lavoro e senza pensione decine di ex lavoratori delle Poste
La Slc Cgil scrive al prefetto Bruno Corda per sollecitare provvedimenti
Hanno sottoscritto un accordo per un prepensionamento e ora, con il
"decreto Salva Italia", rischiano di restare anni senza stipendio e
senza versamenti. Troppo vecchi per tornare al lavoro, troppo giovani per
prendere la pensione e con un accordo economico che ora non può essere
sufficiente a coprire le loro esigenze. Sono tanti i lavoratori in queste
condizioni, soprattutto tra gli ex dipendenti di Poste Italiane, un'azienda che
negli ultimi anni è ricorda sistematicamente a queste procedure per ridurre il
personale sia nel recapito che agli sportelli. Si parla di 5mila persone in
tutta Italia e diverse decine in provincia di Ravenna. Per questo anche il
segretario della Slc Cgil di Ravenna, Raffaele Vicidomini, ha inviato una
lettera al prefetto di Ravenna Bruno Corda per segnalare questa difficile
situazione, così come i suoi colleghi lo stanno facendo in molte altre città
italiane, la richiesta è quella di farsi portavoce presso il governo perché si
trovi una soluzione per queste persone.
«La situazione venutasi a creare – spiega Vicidomini – è che diverse decine
di ex lavoratori delle Poste nella nostra provincia sono rimasti senza la
possibilità di percepire la loro pensione alla data preventivata prima
dell’emanazione del decreto legge 6 dicembre 2011 nr. 211. Si sono di fatto
allungati di oltre tre, quattro, cinque anni i termini per il raggiungimento
dei requisiti pensionistici e pertanto la somma pattuita tra le parti per
soddisfare le annualità che dovevano precedere la pensione risulta altamente inferiore
e incongrua rispetto alle esigenze e alle aspettative di vita».
Inoltre, spiega sempre il segretario sindacale: «I lavoratori delle Poste
non godono di alcun ammortizzatore sociale. In passato grazie ad accordi
sindacali, la categoria era stata dotata di un proprio ammortizzatore sociale
denominato “fondo di solidarietà”, autofinanziato dai lavoratori e dalla stessa
azienda (sulla falsa riga di quello del settore bancario); purtroppo però,
nell’ultima riorganizzazione, l’Azienda Poste pur in presenza di un accordo
sindacale che prevedeva l’uso dello strumento sopracitato, non ha inteso
utilizzare le somme accantonate come strumento di ammortizzazione attraverso il
fondo di solidarietà a garanzia dei lavoratori».
Anche se a fatica, iersera nel TG3 delle 19,00, Bersani, ha parlato del problema dei lavoratori rimasti senza lavoro e senza pensione.
RispondiEliminamario 1952